La coreografia della curva juventina ieri sera contro la Lazio è stata sabotata dal gruppo organizzato dei Viking: alla base delle vecchie ruggini con la società
Che la coreografia della Juventus, ieri sera nella finale di Coppa Italia contro la Lazio, non fosse venuta benissimo ce ne siamo accorti subito. I motivi di tale fallimento sugli spalti, tuttavia, vanno ben oltre ogni più fantasiosa immaginazione.
Il gruppo organizzato dei Viking Juve, da tempo ormai in protesta contro la società, hanno sabotato la coreografia a pochi minuti dall'inizio del match. Pochi istanti prima dell'entrata in campo delle squadre diversi frequentatori del gruppo milanese ha prima fatto manbassa di bandiere verdi e successivamente si sono impadroniti di un grande bandierone raffigurante una maglia bianconera e di un lungo striscione che avrebbe dovuto inviare il messaggio coreografico.
Il risultato è stato quello che abbiamo visto, una coreografia nemmeno lontanamente avvicinabile a quella biancoceleste in curva nord. I rapporti con la società si sono incrinati a febbraio quando in occasione di Juventus-Inter, non è stato permesso ai Viking far entrare un loro striscione all'interno dello stadio. Da quella partita più volte il settore da loro solitamente occupato è stato lasciato vuoto.
La Juventus aveva scaricato le responsabilità dell'accaduto alla Questura di Torino, la quale aveva emesso il seguente comunicato: “Si comunica che in data odierna (5 febbraio 2017 ndr) la Questura di Torino ha revocato il nulla osta concesso per la stagione calcistica 2016/17 all’esposizione di striscioni e bandiere permanenti riproducenti il nome e la simbologia del gruppo Viking“. Una decisione che i tifosi hanno voluto vendicare sabotando la coreografia organizzata dalla Juventus.
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