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Lo spirito da “sperem de no” che è mancato alla Juventus

Lo spirito da “sperem de no” che è mancato alla Juventus

 

– “Che vinca il migliore!”
– “Sperem de no!”

La citazione è presa in prestito dall'indimenticato Nereo Rocco. Il “paròn” triestino che guidò un'italiana (il Milan) ai primi due trionfi in Coppa Campioni: 1963 e 1969. Con lo spirito di chi non parte mai favorito; ma affamato si.

La Juventus di Massimiliano Allegri ha incarnato quello spirito battagliero per buona parte della Champions League, fino a farlo esplodere nel doppio confronto con il Barcellona. Allora è stato chiaro: attenzione, concentrazione, sacrificio e determinazione valgono più dei piedi di Leo Messi.

Non perché la Juve fosse scarsa, per carità. Gli scarsi non arrivano (quasi) mai. Semplicemente il Conte Max aveva trovato la formula per aggiungere alla proprietà tecniche dei propri giocatori qualcosa in più. La voglia, la rabbia, l'infallibilità.

Ieri nel post partita Allegri ha mentito sapendo di mentire. “Con il Barcellona ci è capitato di andare in vantaggio di 2-3 gol e poi abbiamo giocato una partita difensiva. Se fosse successo anche col Real“. Non è vero, Max. Col il Barcellona non si è mai concesso lo spazio lasciato al contropiede di Ronaldo. Al Barcellona non si è permesso di affondare la sovrapposizione come con Carvajal. E questo perché la Juve giocava con una consapevolezza: non poteva vincere il migliore.

Con il Barcellona non è “capitato di andare in vantaggio“. Il Barcellona è stato annientato, depotenziato, sfiancato. Trovare il gol era una logica conseguenza. Come d'altra parte è successo anche ieri con la perla di Mandzukic. Ma alla Juve, soprattutto nel secondo tempo, è mancata la concezione operaia del calcio. Si è elevata sulla cattedra. Si è sentita migliore.

Non so onestamente negli 11 quale fosse la squadra più forte. Di certo non preferirei mai Navas a Buffon o Benzema a Higuain. Ma a vincere ieri non è stata la qualità tecnica. È stata la determinazione, la personalità. La sfrontatezza di fregarsene se davanti c'è il più forte. Non sempre vince il più forte, ma il più bravo si. La Juventus aveva fatto suo questo Mantra. L'ha dimenticato sul più bello.

 

Fonte foto: www.imagephotoagency.it


Fabio Larosa

Giornalista professionista. Molto direttore, poco responsabile

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2 Juventus

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3 Milan

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4 Roma

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5 Bologna

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7

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9 Monza

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10 Lazio

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11 Torino

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12 Frosinone

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13

Lecce

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14 Sassuolo

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14 4 3 7 -5 15
15 Genoa

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16 Udinese

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15 1 9 5 -13 12
17 Verona

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