L'ex bandiera giallorossa confessa che il finale della sua carriera di calciatore, con l'attuale tecnico della Roma, avrebbe potuto prendere una piega diversa. E svela il suo nuovo sogno da dirigente
Francesco Totti continua a essere una figura centrale nell'ambiente Roma anche dopo aver abbandonato il calcio giocato. Il neo dirigente giallorosso, infatti, ha ricevuto un premio alla carriera da parte della Gazzetta dello Sport, e ne ha approfittato per rilasciare alcune dichiarazioni. Il “pupone” confessa che la sua nuova vita dietro la scrivania sta cominciando a piacergli, e sogna il primo scudetto da dirigente. Ma allo stesso tempo non cancella le scorie di un addio alla maglia giallorossa, punzecchiando Spalletti ed esaltando Di Francesco. Ecco le dichiarazioni di Totti.
Sull'appellativo di leggenda del calcio: “E' una parola impegnativa e pesante. Ma sono orgoglioso di aver vissuto una carriera piena di soddisfazioni. Ancora adesso ho la tentazione più volte di scendere in campo e giocare, ma i miei ex compagni e il nuovo mister stanno facendo bene anche senza di me. E personalmente sto entrando sempre meglio nell'ottica del mio nuovo ruolo. Scudetto da dirigente? Sinceramente ancora non ci ho pensato. Ma sicuramente è un obiettivo che spero di raggiungere quanto prima”.
Su Di Francesco e Spalletti: “Conoscevo già le qualità umane e personali di Eusebio. Da allenatore lo conoscevo solo esternamente, ma devo dire che è davvero preparato e convinto dei suoi mezzi. Ed ha ancora ampi margini di miglioramento. Forse se ci fosse stato lui l'anno scorso avrei vissuto un addio meno traumatico: avrebbe senz'altro capito i modi e i tempi. Ogni tanto i miei figli rivedono il video di quella giornata e io non posso fare a meno di fermarmi con loro. E' stata una giornata importante per la mia vita, perché ho finito una carriera e se n'è prospettata un'altra”.
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Da quando era tornato a Roma Spalletti, l'ex capitano giallorosso aveva collezionato 8 gol e 11 assist tra le varie competizioni. Assolutamente numeri leggendari per un giocatore ultraquarantenne. Ma la rivoluzione spallettiana, anche se dura nelle dinamiche, è stata senz'altro finalizzata all'upload del collettivo. E visti gli attuali risultati, c'è da pensare che questa scelta, col senno di poi, porterà i suoi frutti. DURA LEX SED LEX
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