La lucida analisi dell'attuale tecnico friulano parte da lontano. Dallo sfocato ricordo di quel Mondiale vinto in Germania
L'Italia calcistica è ad un punto zero della sua storia. L'uscita di scena, al cospetto della non irresistibile Svezia, ha aperto voragini e crateri sia tra le fila dell'opinione pubblica, sia nei vertici dell'alto comando. Le dimissioni di Tavecchio come conseguenza inesorabile di un imbuto mediatico senza via d'uscita. Tuttavia, per Massimo Oddo, le cause dell'attuale crisi azzurra ha radici lontanissime, ben radicate nell'entusiasmante epopea che portò Cannavaro ad alzare quella coppa a Berlino:
“Il Mondiale del 2006 fu una grandissima esperienza. Vincemmo meritatamente ma il calcio italiano sembra essersi fermato a Berlino. Dopo quel trionfo, ci siamo sentiti più forti degli altri rifiutando il cambiamento. Le altre federazioni hanno scelto di ripartire con modelli a lunga gittata e ora ne stanno raccogliendo i frutti. Mentre a noi sono rimaste le briciole“.
L'eliminazione della Nazionale di Ventura, a vantaggio della Svezia, è una ferita ancora aperta che difficilmente verrà chiusa nel prossimo futuro: “È una delle pagine più nere del nostro calcio. Ha scosso tutto il nostro movimento ed è stata una delusione enorme non andare al Mondiale. Ma da un punto di vista critico, può solo farci bene. Può essere un nuovo inizio e un'opportunità per rinnovarci. Dovremo essere in grado di coglierla“.
? Pillola di Fanta
Nonostante i pochissimi minuti disputati – 23 – nella kermesse tedesca, Massimo Oddo è passato alla storia per la vittoria di quel titolo. Dopo una brillante carriera da calciatore, l'abruzzese ha saputo reinventarsi anche come allenatore, prima stupendo a Pescara e ora prendendo per mano l'Udinese e facendola volare. ODDO VOLANTE
