Il neo arrivato argentino sembra aver scelto un numero di maglia prestigioso: la storia dei numeri 10 dell'Inter
Tutti i ragazzini, chi più chi meno, che vogliono sfondare nel mondo del calcio portano sempre un classico sogno nel cassetto: indossare la maglia numero 10 della propria squadra del cuore. Tutti i giovani che amano questo sport sognano di diventare come Messi al Barcellona, Maradona a Napoli, Del Piero alla Juventus e così via. Il numero 10, nella numerologia biblica, rappresenta la pienezza di qualcosa, e si può dire che lo stesso vale anche in ambito calcistico, visti i grandi calciatori che hanno indossato e indossano questo numero.
Eppure c'è un top club italiano, l'Inter, che nella sua storia ha preferito attribuire il numero 10 più al fato e alle “scommesse” che alla certezze e alle pienezze. Non è ancora ufficiale, ma l'ultimo in ordine di tempo che indosserà la maglia nerazzurra numero 10 dovrebbe essere proprio Lautaro Martinez, giovane argentino appena sbarcato a Milano con un ottimo score al Racing Avellaneda ma che avrà tutto da dimostrare in Serie A. Il classe 1997 però ha degli illustri predecessori, che alla fine si sono rivelate scommesse più o meno vincenti, mentre i veri top player sono stati ben pochi.
I numeri 10 dell'Inter – Le scommesse vinte
Sono diversi i giocatori sui quali l'Inter ha investito tanto avendo poi ragione con i risultati in campo. Il primo in ordine di cronologico è sicuramente lo svedese Skoglund, che all'ombra della Madonnina segnò gol a raffica, l'ultimo l'olandese Wesley Sneijder, uno degli artefici del Triplete nerazzurro, finalista con la sua Nazionale a Sudafrica 2010 e mancato Pallone d'Oro davvero per poco. Nel mezzo un altro grandissimo come lo spagnolo Luis Suarez: col ricavato della sua cessione il Barcellona costruì il terzo anello del Camp Nou, mentre l'Inter si assicurò un pilastro della squadra che vinse tutto con Helenio Herrera alla guida. Capitolo a parte per tre grandissimi di fine novecento inizio 2000. Ronaldo, Baggio e Adriano hanno fatto innamorare San Siro con giocate d'alta classe degna di veri fuoriclasse, ma complici una serie di circostanze, personali e non, hanno raccolto meno di quanto avrebbero meritato.
I numeri 10 dell'Inter – Le scommesse perse
Parola d'ordine: flop. E' stato questo il denominatore comune della stragrande maggioranza dei numeri 10 dell'Inter nella storia, e la maggior parte è concentrata da inizio anni '90 in poi. Il primo è senz'altro l'olandese Bergkamp, attaccante con la paura dell'aereo che poi fece le fortune dell'Arsenal di Wenger. Poi c'è Benny Carbone, tanto genio e poca incisività, Clarence Seedorf, diventato poi pilastro del Milan, e Domenico Morfeo, grande con le piccole, piccolo con una grande come la compagine nerazzurra. Discorso a parte merita Khalilou Fadiga, senegalese acquistato ma mai utilizzato dall'Inter a causa di una riscontrata malattia cardiaca che ha messo in discussione la sua carriera. La carrellata termina ai giorni nostri con i vari Kovacic, Jovetic e Joao Mario arrivati con ottime premesse ma che mai hanno inciso nell'undici titolare.
I numeri 10 dell'Inter – Le certezze
Le vere grandi certezze tra i numeri 10 sono davvero poche. Su tutte spicca Sandro Mazzola, che col già citato Suarez e compagni fece grande l'Inter di Angelo Moratti, e Lothar Matthaus, leader indiscusso della squadra dei record di Trapattoni. In un'epoca in cui non esisteva la numerazione personalizzata è curioso ricordare due giocatori come Oriali e Mandorlini, entrambi protagonisti ma che ricoprivano il ruolo di centrocampisti. Cosa insolita per chi indossa la maglia di un fantasista-attaccante. Adesso sta a Martinez essere artefice del suo destino e decidere che numero 10 diventare.
