L'ex allenatore rossonero fa il suo pronostico sulla Serie A 2018/2019, inserendo, a sorpresa, il Milan come possibile favorita
Arrigo Sacchi lancia la bomba. In un'intervista al Corriere della Sera, l'ex allenatore del Milan e della nazionale, tra opinioni su Napoli-Milan, su Ancelotti e Ronaldo, ha affermato che i rossoneri potrebbero lottare per lo scudetto: “La Juve non è favorita, è strafavorita. Ma allo stesso tempo sono convinto che se Gattuso, persona adorabile e professionista eccezionale, riesce a fare anche lui un salto di qualità, il Milan sarà la vera sorpresa del campionato. Può giocarsela addirittura per lo scudetto“.
Sacchi, a cominciare dalla sfida del San Paolo di sabato sera, ha detto la sua sul nuovo Milan. L'ormai ex allenatore sembra molto fiducioso per quanto riguarda : “Partita apertissima, la prestazione sarà estremamente significativa. Il Milan deve giocarsela a testa alta, con la mentalità da grande, da vecchio Milan. Se lo fa, l’autostima del gruppo aumenterà a dismisura. L’anno scorso era una squadra giovane, ora la vedo cresciuta, migliorata”.
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Il nuovo Milan piace molto a Sacchi, che ne elogia i giovani talenti: “Molti di quei ragazzi li conosco dai tempi delle nazionali giovanili. Caldara, Romagnoli. Ragazzi splendidi. Conosco il loro valore umano, so quanto siano generosi, motivati. Con loro non si sbaglia”. Ottime parole anche per Higuain e per la nuova dirigenza: “Higuain è una garanzia. Ma soprattutto c’è un club. Maldini e Leonardo hanno storia, competenza, carisma. Era fondamentale, perché in cima a tutto c’è sempre il club. Il resto, la squadra, i giocatori, sono una conseguenza”.
Dopo le parole per il suo Milan, Sacchi si concentra sul resto della Serie A. Nell'intervista si parla di Ancelotti, di Ronaldo, ma anche delle rivali dei rossoneri: Inter, Roma e Lazio.
Su Ancelotti: “È una grande sfida che lo onora. Non so se il Napoli ripeterà il risultato dell’anno passato, ma De Laurentiis ha preso il migliore. Carletto è un maestro, un savio nel senso latino del termine. Sa districarsi in qualsiasi situazione. Questa è complicata perché il Napoli l’anno scorso si è superato, anche se non tutti l’hanno capito. Sarri è stato una benedizione per il calcio italiano, peccato che la nostra serie A lo abbia perso”.
Su Cristiano Ronaldo: “Il fuoriclasse l’ha preso la Juventus, non il campionato italiano. Io sono convinto che un giocatore da solo non faccia vincere, figuriamoci se un giocatore da solo può aiutare un movimento a crescere. Non può vincere la Champions da solo, altrimenti mi dovete spiegare perché non ha mai vinto un Mondiale. La Juve è un grande club, ma dovrebbe fare un passo avanti: provare a unire merito, bellezza e vittoria. Vorrei che un allenatore bravo come Allegri fosse più generoso“.
Su Inter, Roma e Lazio: “L'Inter è un enigma. Mi meraviglio di chi non se l’aspettava. Sono sette-otto anni che è la regina dell’estate, ma non riesce mai ad avere continuità. Spalletti dovrà lavorare molto anche nella testa dei giocatori. Vedremo come verrà gestita poi la Champions. Di Francesco fa giocare bene la sua squadra, per di più in un ambiente non facile anche a livello sociologico. Simone Inzaghi invece lo metto fra gli incerti: ha il gusto del gioco ma ancora qualche paura. Lo vedi quando piazza un numero eccessivo di giocatori in difesa anche se non servono”.
Da esperto nel mestiere, Sacchi dice la sua sugli allenatori della nuova Serie A: “In 5-6 hanno messo il coraggio, le idee e la bellezza al centro del progetto. Di Giampaolo ho detto più volte, ora mi colpisce molto De Zerbi, contro l’inter ha avuto il coraggio di stupire. Il Sassuolo ha imposto il proprio gioco senza paura. Che bella sorpresa anche Andreazzoli, che pure non è più un giovanotto: sa fare giocare bene la squadra. Sa divertire. E che spettacolo i 90 minuti dell’Atalanta“.
Chiusura sulla situazione della nazionale e sul tema, sempre complicato, degli stranieri in Serie A
Sulla nazionale: “Non sarà semplice. Mancini può mettere una pezza ma, finché non sarà la Federazione a crescere, non servirà a nulla. Guardate la Germania, il progetto che mise in campo dopo il Mondiale del 2006 perso in casa. Un piano ampio, moderno che infatti ha portato i suoi effetti, nel giro di dieci anni. Senza pianificazione non c’è futuro, solo improvvisazione”.
Sugli stranieri in Serie A: “È un tema complicato che si presta a polemiche strumentali e populismi. Io infatti parlo di solo calcio. E vi chiedo: quando vincevamo tutto? Quando c’erano tre stranieri, tutti e tre campioni. Che prima non avevano vinto nulla: qui sono diventati grandi. Noi abbiamo aiutato loro e loro hanno aiutato noi. Questo è progresso”.
