Avvio di stagione da incorniciare per il Napoli di Luciano Spalletti, che si trova al comando della classifica di Serie A e può sognare in grande
Non poteva sperare in un ritorno in scena migliore Luciano Spalletti. Dopo due anni di assenza post esperienza all'Inter, in estate il tecnico di Certaldo ha ceduto alle avance del Napoli di De Laurentiis ed è tornato ad allenare in Serie A. Scelta che finora sta ripagando, sia lui che il Napoli. I partenopei hanno infatti avuto un avvio di campionato assolutamente da incorniciare e dopo dodici giornate si trovano saldamente al comando insieme al Milan, in quello che – ad oggi – si prospetta essere un testa a testa per lo Scudetto.
Napoli, avvio di stagione da incorniciare
Definirlo avvio super forse sarebbe anche riduttivo, ma è questo che è stato la prima parte del campionato del Napoli, super. Otto vittorie nelle prime otto gare di Serie A, dieci nelle prime dodici, con due pareggi a completare. Uno dei migliori attacchi e miglior difesa per distacco, con una differenza di ben sette reti con la seconda migliore, il Milan. Ed è proprio il Milan l'unica che ha saputo tenere il passo della banda di Spalletti, che dopo dodici giornate può già vantare 32 punti ed una media assolutamente da Scudetto.
Solo Roma ed Hellas Verona sono riuscite, fino ad oggi, a fermare la squadra di Spalletti. Una, la prima, è un top club, una delle sette sorelle guidata da un allenatore che di esperienza ne può vantare a palate, José Mourinho. L'altra è invece una che sta facendo molto parlare di se. Da quando sulla panchina del Verona siede Tudor infatti (quarta giornata), gli scaligeri hanno il secondo miglior attacco dei top cinque campionati europei, preceduto solamente da quello del Bayern Monaco. Sempre dall'arrivo di Tudor inoltre, l'attaccante dei veronesi Giovanni Simeone è il più prolifico dei top cinque campionati. Torniamo però al Napoli, perché oltre ai numeri impressionanti, la squadra di Spalletti gioca un grande calcio, uno dei migliori di tutto il campionato. Tutto sembra girare a meraviglia nel motore dei campani che, nonostante qualche difficoltà iniziale, hanno iniziato a macinare anche in Europa League, prendendosi di forza la testa del girone C. La stagione è ancora lunga, ma questa volta il Napoli sembra poter reggere la pressione, grazie anche ad un allenatore abituato a lottare per certi traguardi.
Napoli, attacco prolifico e difesa impenetrabile
Un dato che è cambiato, rispetto alle passate stagioni, riguarda l'attacco. I partenopei ci avevano infatti abituato ad avere il migliore attacco del torneo, quest'anno però la situazione sembra essere un po' cambiata. Nonostante i 24 centri in 12 gare, con una media di due gol a partita, l'attacco del Napoli è solamente il quinto per gol segnati in campionato, dietro quelli di Inter (29), Milan (26), Lazio (25) e Verona (25). La pericolosità degli azzurri è però fuori da ogni dubbio. La punta di diamante è Osimhen, che ha messo a segno cinque gol in dieci partite. Ma anche i vari Insigne, Lozano, Politano e Zielinski, per citarne alcuni, sono spesso pericolosi in zone avanzate.
Quello che è cambiato in senso positivo è invece la difesa. Forse il maggiore “problema” del Napoli nelle passate stagioni. Quella del Napoli è infatti, per distacco, la migliore difesa in assoluto in Serie A. Solamente quattro i gol subiti dai partenopei, una media di 0,33 per partita. Ma non solo, quella del Napoli – al pari del Chelsea – è anche la migliore difesa dei principali cinque campionati europei. Oltre alla solidità di reparto, parte del merito è ovviamente anche del portiere, David Ospina. L'estremo difensore colombiano è il leader indiscusso per clean sheet in Europa. In campionato ne ha già totalizzati sette, con appena tre gol subiti. Come lui solamente l'estremo difensore della Real Sociedad Alex Remiro, a quota sette clean sheet ma con otto gol subiti. In Serie A, manco a dirlo, quella del Napoli oltre ad essere la difesa meno battuta è anche quella con più reti inviolate. Sono otto in dieci partite, il doppio rispetto alle seconde, tutte ferme a quattro (Roma, Milan e Bologna).
Serie A, perché il Napoli può vincere lo Scudetto?
Scudetto, una parola tabù in quel di Napoli. Quest'anno però questo Napoli sembra essere in grado di sconfiggere quel tabù che dura oramai da più di 30 anni, dal Napoli di Maradona. Ed è proprio Maradona che sta guidando gli azzurri. Oltre alla maglia omaggio con la quale i campani sono scesi in campo nell'ultima partita di campionato, dopo la morte del Pibe de Oro anche lo Stadio San Paolo è stato rinominato in stadio Diego Armando Maradona. Ma, parlando di cose più concrete, il Napoli può vincere il campionato per diversi motivi.
Innanzitutto ha dimostrato di essere una delle squadre più solide e meglio organizzate di tutto il torneo. Poi ha anche dimostrato di avere un affiatamento, al solito, maggiore rispetto ad altri top club. Alla guida c'è un allenatore con esperienza da vendere e con il carattere giusto per una piazza non facilissima come quella campana. Il pubblico è senza dubbio uno dei più calorosi di tutto lo stivale e, con la riapertura degli stadi, può tornare finalmente ad essere il cosiddetto dodicesimo uomo. Se a tutti questi ingredienti si aggiunge anche il grande avvio di stagione e le ottime qualità individuali, ecco che il Napoli sembra avere tutte le carte in regola non solo per sognare il tanto agognato Scudetto, ma anche per lottare realmente fino alla fine con la speranza di poterlo finalmente portare a casa.
Serie A, perché il Napoli può non vincere lo Scudetto?
Il dubbio decisamente più grande riguardante la squadra di Luciano Spalletti è solamente uno, il solito, quello ricorrente in tutte le ultime stagioni e soprattutto in quelle nelle quali i partenopei hanno lottato fino alla fine per il tricolore: la tenuta mentale. Se gli azzurri non sono mai riusciti a concretizzare delle ottime stagioni negli ultimi anni è proprio dovuto al crollo psicologico nei momenti chiave. La squadra campana è sempre apparsa tanto forte in campo quanto debole a livello di testa. Vedremo quest'anno, quando le cose si faranno più difficili ed inizieranno ad arrivare le prime difficoltà, se Spalletti sarà in grado di gestirle meglio dei predecessori.
