Identikit a 360° di Alessandro Antonello, dall'idolo Facchetti alla Juventus come modello da seguire. Il dirigente (e tifoso) nerazzurro illustra il piano a lungo termine della proprietà cinese per riportare l'Inter in alto
Alessandro Antonello è il nuovo amministratore delegato dell'Inter. Originario di Tradate, comune del varesino, Antonello ha alle sue spalle una carriera di tutto rispetto come responsabile dell'area finanziaria per alcuni marchi importanti. Il nuovo a.d. è arrivato all’Inter, squadra per cui fa il tifo sin da bambino, l'estate scorsa e, dopo un mese come direttore finanziario, è stato subito nominato direttore operativo. Dopo gli 8 mesi di Jun Liu, nominato ad interim, ora l’Inter ha scelto di conferire l'importante incarico ad Antonello. Ecco le prime parole del dirigente nerazzurro, rilasciate in un'intervista alla Gazzetta dello Sport.
Sulla passione per l'Inter: “Avevo 6 anni e mio fratello maggiore Fabrizio la domenica andava allo stadio con i vicini di casa. Un giorno gli ho detto che doveva portare anche me a San Siro. Ricorderò per sempre l’emozione dello stadio, ma anche il forte freddo. La prima partita a cui ho assistito è stata un Inter-Borussia Moenchengladbach. Il mio idolo era Facchetti. Quello che mi ha più impressionato, anche per lo stile. A prescindere dalle comuni origini bergamasche. Poi Mazzola e Boninsegna”.
Sugli obiettivi della proprietà cinese: “Il ritorno in Europa è il primo step del progetto, la base del nostro business plan. Un club come l’Inter non può essere fuori dalla Champions. Poi sarebbe fondamentale sia come immagine e brand sia come ritorno economico, leggasi una cinquantina di milioni. L’Inter deve tornare a vincere o a competere ad alti livelli in Italia e in Europa. E di questo si gioverà il club anche a livello economico-finanziario. Con il gruppo Suning abbiamo un progetto a medio termine. Vogliamo una crescita organica, poi è chiaro che le ambizioni sportive sono immediate. La proprietà nel breve continuerà a supportarci, ma nel giro di 3-4 anni il club dovrà essere capace di generare le risorse per auto finanziarsi”.
Sulle potenzialità del gruppo Suning: “C'è tutta la capacità per fare la campagna acquisti che serve al tecnico. Abbiamo i nostri tempi e non vogliamo farci prendere dalla frenesia di confrontarci con gli altri. Sappiamo perfettamente cosa fare e a dispetto di quello che qualcuno potrebbe pensare a causa del finale della scorsa stagione, abbiamo già un’ottima base. Servono gli innesti giusti. Borja Valero ha grande personalità, l’indirizzo è prendere gente tosta. So che senza Champions si può perdere appeal verso un top player, ma poterci concentrare solo sul campionato avrà i suoi vantaggi”.
Sulla questione stadio: “Lo stadio è fondamentale. I ricavi generati da quello della Juventus sono passati da 15 a 40milioni. Un asset decisivo non solo per le entrate ma anche per dare ai tifosi la possibilità di vivere la partita in modo moderno, con tutto un contorno di servizi nuovi. Siamo già a lavoro con il Comune di Milano e siamo in contatto con il Milan. Abbiamo le idee chiare, vogliamo ristrutturare San Siro che è e resta la nostra casa. Se poi dovremo condividerlo con il Milan, lo faremo. Milano deve avere un impianto a livello di quelli migliori in Europa. Abbiamo incontrato i rossoneri. Loro chiaramente hanno avuto altre vicissitudini cui pensare. Hanno dato disponibilità alla condivisione, però dovranno fare le loro valutazioni. Restiamo in attesa della risposta”.
Sulla supremazia sportiva e finanziaria della Juventus negli ultimi anni: “Che la Juve abbia raggiunto risultati importanti in campo e fuori è un dato di fatto. Possono essere un punto di riferimento, ma noi abbiamo un nostro modello. L’azionista di maggioranza è molto solido e ci darà ogni supporto. Vogliamo crescere a livello sportivo e societario”.
Sul calciomercato “aggressivo” del Milan: “Precisando che preferirei parlare di Inter, noi dobbiamo rafforzare la squadra, loro probabilmente hanno dovuto rifondarla. La nostra rosa è già molto valida per l’obiettivo di tornare in Champions. Dobbiamo scegliere pochi elementi, ma funzionali. Abbiamo un’ultima stagione con l’obbligo di rispettare il break even, ma anche un piano di aumento dei ricavi che ci lascia tranquilli. Gli organi competenti a verificheranno il lavoro svolto nel corso dell’anno e trarranno le dovte conclusioni. Noi non entriamo nel merito. Ognuno può fare ciò che ritiene opportuno a casa propria. L’importante è che ogni cosa sia allineata alle regole del sistema”.
Su Luciano Spalletti: “Un grande condottiero. Abbiamo il tecnico giusto, con la personalità che serve per far crescere la squadra e riportarla dove le compete”.
Su Steven Zhang: “A 25 anni andare dall’altra parte del mondo per gestire qualcosa di grande come l’Inter non è da tutti. Lo stimo molto. È un bravissimo ragazzo, ci mette l’anima e tutto il management lo supporta al massimo. Mi è stato chiesto un ruolo importante e lo farò con orgoglio. Azionisti come Suning ce ne sono pochi. C’è tutto per fare molto bene”.
Sulla scelta di affidare a lui, come italiano, un ruolo importante in una società italiana: “Ogni azionista porta la propria visione. Loro sanno che il dna dell’Inter è italiano, poi resta il rispetto dei ruoli”.
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