
Sono passati esattamente 10 anni da quel terribile 2 febbraio che ha scosso tutto il mondo del calcio italiano. Era venerdì e in programma allo stadio “Massimino” andava in scena il derby Catania-Palermo, sentito in tutta Sicilia. Sembrava una serata tranquilla, quando sono cominciate le prime schermaglie tra tifosi e forze dell'ordine, con una vittima, l'ispettore capo della polizia Filippo Raciti, che fu raggiunto da un colpo all'addome e morì poco dopo. Una delle pagine più brutte del calcio italiano, dalle dinamiche ancora incerte.
Raciti morì a 40 anni, lasciando la moglie Marisa Grasso, l'accusato della sua morte fu Antonino Speziale, ragazzo minorenne all'epoca dei fatti. La memoria di Raciti è stata più volte offesa da cori provenienti da ultras e da magliette inneggianti la libertà di Speziale (l'ultima manifestazione nella finale-vergogna di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina del 2014, con protagonista “Genny a' Carogna”, plurigiudicato napoletano).
Ha ricevuto l'onoreficenza della medaglia d'oro al valore e gli sono stati dedicati due stadi, Pistoia e Reggio Calabria, e gli è stato intitolato il Piazzale circostante lo Stadio Massimino di Catania.
