
Nelle ultime settimane, il 19enne giallorosso è calato nel rendimento individuale rispetto a un inizio scoppiettante: ecco quali possono essere le ragioni
È stato convocato nella Nazionale maggiore prima ancora di giocare un minuto tra i professionisti, poi ha esordito in Champions League direttamente al Santiago Bernabeu e da lì ha dato il via alla propria ascesa nel nostro campionato. Nicolò Zaniolo è riuscito in qualche mese non soltanto a far rimpiangere meno ai tifosi della sua Roma la cessione di Nainggolan all'Inter, ma addirittura di far passare proprio la società meneghina come “parte lesa” dell'operazione estiva di calciomercato.
Poi, proprio nel periodo in cui i giallorossi hanno deciso di sostituire Eusebio Di Francesco con Claudio Ranieri, qualcosa si è inceppato. Colpa del nuovo tecnico, che non ha saputo valorizzare al massimo il suo potenziale, oppure di un calo di forma fisica del giocatore che è casualmente coinciso con l'avvicendamento in panchina?
Un calo evidente
Partiamo da un assunto: difficilmente sentirete qualcuno dirvi che, in realtà, Zaniolo non sia sceso di condizione in quest'ultimo periodo. Troppo evidenti i dati a sostegno della tesi, come ad esempio il mero utilizzo del giocatore quantificato in minutaggio. Dopo un periodo di ‘introduzione alla Serie A' sotto la sua ala protettrice, Di Francesco ha infatti incominciato a schierare regolarmente l'ex Entella dal 1′. Per undici giornate consecutive tra la 14^ e la 24^ Zaniolo ha sempre avuto una maglia da titolare in campionato, come anche in Coppa Italia e in Champions League. Poi, già sul finire dell'era-Di Francesco e ancora più con l'avvento del suo successore, è capitato sempre più spesso che venisse richiamato in panchina ben prima del triplice fischio o che venisse utilizzato solo come arma da subentrante, e in più ha dovuto far fronte anche al primo stop stagionale per via di un problema al polpaccio.
Una seconda prova inequivocabile del calo di rendimento arriva dal mondo del fantacalcio, o più nello specifico dai suoi voti in pagella. Nelle prime undici presenze in campionato, Zaniolo ha mostrato una continua crescita che lo ha condotto a segnare tre reti, realizzare due assist e ricevere una sola volta l'insufficienza (perlopiù lieve: 5,5), godendo invece di ben due 7,5 e tre 7 pieni. Il gol contro il Milan ha però diviso in due metà la stagione del centrocampista, che nelle successive undici partite disputate ha trovato solamente un altro bonus (il gol alla Fiorentina) e si è invece normalizzato sulla soglia della sufficienza stiracchiata. Sette volte il suo voto in pagella è stato proprio il minimo sindacabile (6), in sole due occasioni – inclusa quella contro i viola – si è spinto sino al 6,5 e in altrettante è arrivato un 5,5. È vero, nessuna insufficienza grave: stiamo infatti parlando di un calo dopo un inizio strepitoso e non di un fallimento totale.
Le colpe di Ranieri
Che qualche responsabilità di questa normalizzazione la abbia l'allenatore della Roma – che sia grande o piccola – non c'è però dubbio. Con il suo ritorno nella capitale, Zaniolo non ha infatti quasi più giocato in quel ruolo di trequartista che quest'anno aveva portato tanto bene a lui e a Lorenzo Pellegrini prima di lui. Se Di Francesco aveva ormai deciso di abbandonare con una certa continuità il suo caro 4-3-3 in favore di un 4-2-3-1 più adatto alle caratteristiche di alcuni giocatori, Ranieri ha portato con sé il proprio bagaglio di solidità che, per favorire la fase difensiva, ha però sacrificato quella offensiva.
Il 4-2-3-1 si è a quel punto alternato con il 4-4-2 e, tanto con l'uno quanto con l'altro sistema di gioco, Zaniolo è stato quasi sempre utilizzato come esterno di centrocampo, non esattamente il suo ruolo. Si tratterebbe di una mezzala – lo ha detto lo stesso 19enne, seguito dal ct della Nazionale Mancini e dall'ammissione dello stesso Ranieri – che si è affermato in pochissimo tempo nel grande calcio come trequartista: limitarne l'apporto tecnico e fisico allontanandolo dal cuore dell'azione e costringendolo a inseguire i terzini avversari parrebbe proprio un autogol.
In medio stat virtus
Qualcuno potrebbe infilare nella propria faretra, tra le frecce da scagliare per assolvere Ranieri, la partita d'andata contro il Porto in Champions League, quella nella quale segnò una doppietta proprio da esterno d'attacco e che gli valse il titolo di Man of the match. Eppure, si proverebbe una freccia poco valida. Contro i lusitani, infatti, la Roma era ancora allenata da Di Francesco, la cui predilezione per le ali a piede invertito è ormai più che nota, e si schierò con il 4-3-3. Il che significa una mezzala a coprirgli le spalle e una maggiore prossimità alla porta avversaria.
Come spesso accade, anche stavolta probabilmente la verità risiede nel mezzo. L'utilizzo che Ranieri sta facendo di Zaniolo non è certamente quello che più valorizzerebbe il ragazzo, ma che ci troviamo di fronte a un calo fisico del giocatore è altrettanto evidente. All'errore del tecnico se ne aggiunge allora una dell'opinione pubblica: l'aspettativa esagerata. Stiamo parlando di un classe '99 alla sua prima stagione in A, che ha incominciato la propria carriera con il botto e ha conseguentemente alzato la propria asticella veramente molto in alto. Era impossibile non andare incontro a un periodo di magra che per lui ora è fisiologico. Se ne facciamo una ragione romanisti e fantallenatori, ma sono temporaneamente: guai adesso a parlare di flop.
Pillola di fanta
Particolarmente dispiaciuti della recente assenza dei picchi che avevano caratterizzato il suo inizio sono i fantallenatori che hanno deciso di puntare su di lui nel mercato di riparazione. Comprensibile, ma rispetto a chi ha scelto Sanabria dopo i tre gol nelle prime quattro gare potete ancora ritenervi fortunati. C'È DI PEGGIO
