L'opzione playoff e playout, l'utilizzo dell'algoritmo ed il problema dell'assegnazione del titolo. Cosa succede se si ferma la Serie A in caso di nuovo positivo
La Serie A riapre i battenti il 20 giugno. Si ripartirà dal recupero della 25^ giornata – ancora in sospeso – per poi riprendere nel turno infrasettimanale con il regolare svolgimento del campionato, che dovrebbe concludersi il 2 agosto. Tuttavia la possibilità di una nuova interruzione resta nell'aria: se un giocatore risultasse positivo al COVID-19, ci si troverebbe costretti a sospendere tutto un'altra volta. Cosa succederebbe in caso di nuovo stop della Serie A? Di seguito tutti gli scenari.
L'ipotesi playoff e playout
Qualora il campionato si interrompesse nuovamente, la prima soluzione che si metterebbe in moto è quella dei mini-tornei organizzati come i classici playoff e playout. In tal caso a concorrere per il titolo sarebbero verosimilmente le sei squadre occupanti i primi sei posti al momento dello stop, anche se tale questione non è ancora stata specificata (potrebbero infatti essere coinvolte anche solo le prime quattro).
Nel caso di un torneo a sei, le prime due andrebbero direttamente in semifinale e sfiderebbero le vincitrici degli scontri tra sesta e terza e tra quarta e quinta. Sarebbe così possibile stabilire sia il vincitore dello scudetto, che le assegnazioni per i posti nelle competizione europee.
Analogamente, le ultime della classifica si sfiderebbero con lo stesso metodo per decretare chi abbia il diritto di restare nella massima divisione e chi invece debba retrocedere in Serie B.
Come funziona l'algoritmo proposto da Gravina
Nel caso in cui fosse impossibile riprendere anche con il format dei mini-tornei – ipotesi che sarebbe da stabilire entro la data del 10 luglio – il piano C prevede che la classifica venga cristallizzata e che si usi un algoritmo per attuare una proiezione dei punti finali di ciascuna squadra.
Tale algoritmo, proposto dal presidente della Figc Gravina, prenderebbe in considerazione tre diversi fattori: i punti ottenuti da ciascuna squadra fino al momento dell'interruzione del campionato, il prodotto della moltiplicazione fra la media punti delle partite giocate in casa e il numero di partite ancora da disputare in casa, il prodotto della moltiplicazione fra la media punti delle partite giocate in trasferta e le partite ancora da disputare in trasferta.
Ciò garantirebbe a ogni squadra di raggiungere una somma di punti finali in classifica calcolata sulla base del merito di quanto svolto sino a quel momento. Tuttavia, qualora la classifica fosse cristallizzata in base a questo criterio il titolo non verrebbe assegnato, ma sarebbe almeno possibile decretare chi si qualificherà per le competizioni europee e chi invece dovrà retrocedere.
La classifica attuale calcolata in base all'algoritmo
Ad oggi, se tale algoritmo venisse applicato, la classifica non cambierebbe di molto. Resterebbero invariati sia i primi sei posti, con conseguenti accessi alle relative competizioni europee, sia la zona finale della classifica che non stravolgerebbe dunque i programmi della retrocessione.
Chi “soffrirebbe” maggiormente l'applicazione dell'algoritmo – ad oggi – sarebbe il Milan, che si vedrebbe scavalcato sia dal Verona che dal Parma. Ecco come sarebbe attualmente la classifica in base all'algoritmo.
- Juventus: 92,1 (=)
- Lazio: 90 (=)
- Inter: 82 (=)
- Atalanta: 72,6 (=)
- Roma 65,8 (=)
- Napoli: 57 (=)
- Verona: 53,7 (+1)
- Parma: 53,1 (+1)
- Milan: 52,6 (-2)
- Bologna: 49,7 (=)
- Cagliari: 48,6 (+1)
- Sassuolo: 48,4 (-1)
- Fiorentina: 43,8 (=)
- Torino: 41,2 (+1)
- Udinese: 40,9 (-1)
- Sampdoria: 39 (=)
- Genoa: 36,9 (=)
- Lecce: 36,5 (=)
- Spal: 26,2 (=)
- Brescia: 23,4 (=)