I nerazzurri si apprestano a rivoluzionare il proprio credo tecnico-tattico affidando la panchina ad Antonio Conte: cosa potrebbe cambiare
Dopo aver chiuso il proprio campionato al quarto posto, guadagnando per il secondo anno consecutivo la qualificazione alla prossima Champions League, l'Inter ha comunque esonerato Luciano Spalletti dal ruolo di guida tecnica. A influire è stato sicuramente anche il caos mediatico attraverso il quale la società meneghina è dovuta passare in questa stagione per via degli attriti con l'ex capitano Icardi, ma in primis a portare a tale decisione deve esser stato comunque il risultato sportivo ottenuto, non confacente alle aspettative di un club che si aspettava di potersi candidare come prima alternativa alla Juventus per vincere lo scudetto 2018-19.
A prendere il posto del tecnico di Certaldo sarà Antonio Conte, reduce da un anno sabbatico dopo l'esperienza in Premier League con il Chelsea, che col suo successore, un altro italiano come Maurizio Sarri, ha appena trionfato in Europa League. Con il suo identikit da allenatore vincente, Conte arriva a Milano per riuscire stavolta a tutti gli effetti a competere con la “sua” Juve. E la base giusta sulla quale costruire tale progetto deve esserci, perché solo qualche settimana fa l'ex centrocampista aveva rifiutato la corte di una squadra comunque blasonata come la Roma perché non c'erano le giuste condizioni per poter ambire allo stesso traguardo. L'interrogativo viene allora di conseguenza: come cambia l'Inter con Antonio Conte?
Tratti caratteristici e moduli di riferimento
Quando si nomina Antonio Conte, le più rapidi associazioni mentali che si è soliti fare sono la difesa a tre e la grinta. Nessuna delle due è un'associazione fallace. Il suo carattere dirompente lo conosciamo da quando era ancora un calciatore: incontenibile. Da quando è allenatore, poi, questa sua grinta si è sempre trasformata in carica per le sue squadre, alle quali è riuscito spesso a far raggiungere risultati di gruppo e individuali (di prestazione) di gran lunga maggiori alle aspettative. Con lui la Juventus ha vinto il suo primo scudetto dell'era post-Calciopoli facendo giocare con grande frequenza calciatori come Estigarribia, Pepe e Matri da titolari, con lui la Nazionale azzurra è andata ben oltre le proprie possibilità a Euro 2016, uscendo solamente ai rigori contro una Germania decisamente meglio attrezzata soltanto per colpa di una lotteria dei rigori singolarmente sfortunata. Con lui il Chelsea vince la Premier League al primo anno dopo essersi posizionato adirittura al decimo posto (peggior piazzamento dell'era Abramovich) nella stagione precedente.
Per quanto riguarda la difesa, Conte ha spesso optato per una linea a quattro agli inizi della sua carriera, facendosi notare nelle sue esperienze ad Arezzo, Bari, Atalanta e Siena con uno spregiudicato 4-2-4. D'altra parte è però vero che per il resto del suo curriculum da allenatore Conte abbia utilizzato perlopiù sistemi di gioco quali il 3-5-2 o il 3-4-3 (o 3-4-2-1 che si voglia). Ne abbiamo memoria in maniera particolare per via dell'inaugurazione dell'impenetrabile BBC (Barzagli, Bonucci, Chiellini), ma ne abbiamo avuto conferma sia con l'Italia che a Londra, dove dopo un iniziale 4-1-4-1 il tecnico leccese ha incominciato a raccogliere i frutti delle sue fatiche proprio passando al 3-4-3.
Applicazione pratica alla rosa nerazzurra
Arrivando all'Inter proprio all'alba della nuova stagione sportiva, Conte avrà tutto il tempo per indottrinare i suoi nuovi giocatori e plasmare una squadra a sua immagine e somiglianza. Un passaggio immediato alla difesa a tre è dunque molto probabile, anche per via della relatività del termine immediato in questa situazione: tra il suo approdo alla Pinetina e le prime gare ufficiali ci saranno quasi due mesi, e di mezzo il ritiro. Per quanto riguarda le individualità in questo reparto, di problemi non dovrebbero essercene: l'Inter ha in rosa due dei migliori difensori del nostro campionato, De Vrij e Skriniar, ai quali a breve aggiungerà ufficialmente anche un pezzo da novanta come Godin. L'olandese ha oltretutto già giocato come centrale in una difesa a tre nella Lazio e possiede le qualità tecniche che Conte esige dal suo playmaker basso (non per niente la seconda “B” era quella di Bonucci). Alle loro spalle difficilmente resterà Miranda, che nel caso farebbe per il secondo anno consecutivo la riserva di lusso, ma anche D'Ambrosio potrebbe essere efficacemente usato da terzo uomo.
Sia nel 3-5-2 che nel 3-4-3 l'Inter avrebbe bisogno di due esterni a tutta fascia, e qui dovrebbe probabilmente intervenire sul mercato. Sulla corsia mancina ci sono Asamoah (già avuto in bianconero), Dalbert e volendo anche Perisic, che a tutta fascia potrebbe però essere troppo sacrificato. A destra, invece, non c'è praticamente nessuno: Vrsaljko è tornato a Madrid, Cedric difficilmente sarà riscattato, D'Ambrosio non ha più la stessa età di quanto giocava nel 3-5-2 di Ventura con il Torino e Politano è un'ala d'attacco. Nonostante una remota possibilità che si possa rispolverare in quella posizione Candreva, già utilizzato nello stesso modo in azzurro, la strada più probabile è quella di un intervento sul mercato.
Per le zone di campo mancanti, probabilmente sarebbe il materiale umano a stabilire quale dei due moduli utilizzare. Con Brozovic in cabina di regia e due mezzali come Nainggolan e Vecino si opterebbe per il 3-5-2, ma per sfruttare al meglio Politano e Perisic bisognerebbe invece scegliere il 3-4-3. Senza escludere l'opzione di alternarli a seconda delle gare. In avanti invece Lautaro ha dimostrato d'essere un giocatore valido sia da centravanti che in un attacco a due, ma sarebbe eventualmente da scegliere il suo compagno di reparto: per Icardi sarebbe infatti già arrivata la bocciatura.
Gli scenari dal mercato
In un pezzo riguardante proprio la possibile Inter di Conte per la prossima stagione, la Gazzetta dello Sport ha inserito nell'ipotetico undici alcuni giocatori da acquistare sul mercato: Chiesa, Barella e Dzeko. Il cagliaritano come mezzala nel 3-5-2 da opporre a Nainggolan, il bosniaco al fianco di Lautaro e il figlio d'arte come laterale a tutta fascia. Eppure, se i primi due colpi sembrerebbero calzanti e tutt'altro che irrealistici, vedere Chiesa sacrificato a fare su e giù per tutti i novanta minuti sembra difficile. In quel ruolo c'è stato un interessamento a Danilo del Manchester City, ma le ultime indiscrezioni parlano di una frenata in questo senso. Secondo il The Sun l'Inter starebbe pensando di non far lasciare la città a Bakayoko, quest'anno in prestito al Milan, mentre da giorni circolano voci su un possibile arrivo di Lukaku in avanti. Ma l'estate è appena iniziata e il mercato deve ancora entrare nel vivo: appena il tecnico delineerà una strategia più dettagliata con il club, sicuramente verranno individuati nuovi nomi da integrare al suo progetto.
I possibili undici
3-5-2: Handanovic; Skriniar, De Vrij, Godin; D'Ambrosio/Danilo, Vecino, Brozovic, Nainggolan, Asamoah; Dzeko/Lukaku, Lautaro
3-4-3: Handanovic; Skriniar, De Vrij, Godin; D'Ambrosio/Danilo, Brozovic, Nainggolan, Asamoah; Politano, Lautano, Perisic