Paulo Dybala si racconta tra elogi per i suoi compagni, un ricordo della finale di Berlino e un omaggio a Zidane
“Buffon per me è sicuramente il numero uno dei numeri uno nella storia del calcio, e ho avuto la fortuna di giocare con lui”. Così inizia la lunga intervista di Paulo Dybala rilasciata ai microfoni di Sky Sport 24. Molti i temi affrontati dall'attaccante argentino, che parla anche di alcuni suoi compagni.
“La BBC è un muro, Dani Alves è un fenomeno e Gonzalo Higuain è un goleador”. Così definisce i pilastri di questa stagione. “La promessa fatta a Marchisio? Era la prima volta che stavo con i giocatori della Juve – ricorda il fantasista bianconero -, il club mi ha invitato a vedere la finale di Berlino, e sono tornato in aereo con loro. Claudio mi ha parlato a lungo e mi ha detto che dovevamo tornare a giocare queste partite.”
Interrogato sul suo momento top della stagione, non può che pensare alla settimana dei quarti di finale: “Contro il Barcellona stavo molto bene, avevo fiducia in me stesso. Uno dei migliori momenti della carriera”.
Poi si passa alla sua maglia numero 21, in onore di Zidane, che adesso sarà avversario della Juve in Champions League: “Cosa mi piaceva di lui? Le sue qualità, la sua classe, faceva sembrare tutto così semplice. Avremmo potuto giocare insieme, mi sarebbe piaciuto tantissimo”.
Domenica c'è la Roma, sfida speciale per lui: “All'Olimpico ho fatto l'esordio con il Palermo, ha un significato importante. La Roma ha grandi giocatori, sarà un piacere incontrarla”.
E se la Juve è in corsa per vincere il triplete il merito è soprattutto di Allegri, almeno secondo Dybala: “Io sono cresciuto tantissimo grazie alla mentalità Juve e al mister. Per me è stato importantissimo nel farmi crescere come giocatore, come personalità in campo e nel ruolo dove gioco adesso”.
Pillola di Fanta
Dybala si è trasformato in un uomo a tutto campo. Così facendo ha ridotto il suo apporto in termini di gol (solo 9 gol in campionato quest'anno), ma le sue prestazioni sono cresciute esponenzialmente. Il paragone con Leo Messi non è più così blasfemo. PREDESTINATO