Il portiere polacco, in un'intervista, ha parlato del suo momento alla Juventus: dalla partenza della squadra all'eredità raccolta da Buffon
Dopo un anno di apprendistato alle spalle di Gigi Buffon, Szczesny si è preso la porta della Juventus. Il portiere polacco, nonostante un mondiale non esaltante e l'arrivo di un concorrente importante come Perin, ha cominciato bene la stagione, risultando decisivo con il Napoli nella parata su Callejon. In un'intervista alla BBC il portiere bianconero ha parlato di quanto lo abbi aiutato lavorare per un anno al fianco di Buffon: “Non c’è miglior modo di imparare che guardare i migliori nel loro lavoro. Solo essere con lui in ogni allenamento significava poter vedere come preparava le partite, come comunicava con i difensori, non solo in campo ma anche nello spogliatoio. Mi ha anche aiutato a maturare“.
Il polacco ha continuato parlando dell'eredità raccolta proprio dall'ex capitano juventino. Eredità che a Szczesny non pesa: “L'eredità pesa? Per me è più facile non sono italiano: sarò semplicemente il nuovo numero 1 della Juventus. Non approccio le partite pensando che non posso sbagliare perché tutti penserebbero a Buffon. Il mio primo pensiero è stato che dovevo fare un passo indietro per farne due avanti. Ho avuto un anno a disposizione: se sono arrivato qui me lo sono guadagnato. Non arrivo dal nulla“.
Szczesny ha poi proseguito parlando dello stupendo inizio di stagione della Juventus, del suo futuro e di un suo grande amore, finito male.
Sull'avvio di stagione: “Non era facile da realizzare, ma possiamo dire che ci aspettavamo di vincere le prime partite. Se giochiamo al nostro livello è difficile batterci. Io voglio vincere trofei e proseguire questa grande storia”.
Sul suo futuro: “Ho visto i sacrifici di Buffon: quando hai 25 anni è tutto facile, dopo i 35 ogni allenamento è sacrificio. E non mi vedo disposto a farli a quell’età“.
Sulla storia finita male con l'Arsenal: “Sarei rimasto all’Arsenal tutta la carriera. Ho dato tutto per essere lì. Però qualche volta bisogna pensare con la testa e non solo con il cuore. Ero solito fumare, sono stato multato da Wenger. Quand’ero ragazzo non ero pronto mentalmente, mi è costato qualcosa. Poi cresci, maturi”.
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Pillola di fanta
Niente dualismi, al momento, per il polacco. Allegri punta ciecamente su di lui, tanto da farlo partire titolare in otto partite su nove. Szczesny ha ripagato questa fiducia parando un rigore, seppur a partita finita, a Valencia e dimostrando una grandissima affidabilità. L'eredità di Buffon è in buone mani. SICUREZZA