Il difensore partenopeo confessa il suo amore per Napoli, e svela le caratteristiche dei tre tecnici che lo hanno allenato: Benitez, Sarri e Ancelotti
Dal 2014 quando è stato prelevato dal club belga del Genk ad oggi Koulibaly si è ritagliato il ruolo di centrale inamovibile della difesa del Napoli. Tutti i tecnici che lo hanno allenato in azzurro non hanno mai fatto a meno del senegalese, difensore roccioso e dotato di grande senso della posizione, che ha attirato su di sé l'attenzione dei principali club europei.
L'amore per la città
Koulibaly però si trova benissimo a Napoli, come rivela nell'intervista al Corriere dello Sport, e sente un forte senso di appartenenza alla città: “Io sono e mi sento francese, senegalese e napoletano. Quando lo dico la gente ride, ma è veramente così perché mi hanno trattato benissimo fin da quando sono arrivato e questo lo ricorderò sempre. Poi Napoli è bellissima, la gente vive il calcio con passione quasi come una febbre“. Accoglienza che purtroppo non è sempre così calorosa in altri stadi d'Italia dove la piaga del razzismo è ancora presente: “I buu mi infastidiscono, non li accetto perché non sono rivolti solo contro di me per il colore della mia pelle, ma a volte anche contro la gente del Sud. Ma quando Insigne, che forse è il miglior giocatore italiano, viene fischiato in alcuni stadi perché meridionale, poi in Nazionale come lo devi trattare?“. Il senegalese svela poi un curioso aneddoto: “Il mio portiere di casa, che si chiama Ciro, mi ha detto che quando arrivi a Napoli piangi due volte, quando arrivi e quando vai via. Aveva ragione. Se un giorno dovrò andare via, spero il più lontano possibile, è sicuro che piangerò“.
Da Benitez ad Ancelotti
Senza esprimere preferenze il difensore passa in rassegna anche i tre allenatori che lo hanno fatto crescere all'ombra del Vesuvio: “Benitez mi ha fatto scoprire il calcio vero. Ero in Serie B francese, poi in Belgio, e lui mi ha dato l'opportunità di andare in Serie A. Il suo calcio e quello di Ancelotti si somigliano. Il mister ha una grande umiltà e non smette di avere voglia di vincere. Ci dà fiducia e spero di poter fare qualcosa di bello con lui. Alla sua età mi auguro di essere una persona simile a lui, a mia moglie lo dico sempre“. Sarri? :”Il suo calcio per me era veramente bellissimo, mi ha permesso di vedere in un'altra maniera. Oggi quando guardo qualsiasi partita, non la vedo più come 4-5 anni fa“.
Pillola di Fanta
Koulibaly è uno dei giocatori più impiegati anche da Ancelotti, che lo dispensa da qualsiasi logica di turnover avendolo schierato titolare in dodici partite su dodici. ROCCIA