FantAntonio si è raccontato in una lunga intervista, rivelando di pentirsi amaramente di aver abbandonato i Galacticos: “Se uno non mi faceva giocare io lo insultavo”
Sarebbe potuto essere uno dei giocatori più forti della storia italiana, ma la personalità troppo vivace e dei troppo frequenti “colpi di testa” gli hanno impedito di rendere gloriosa la sua carriera. Antonio Cassano è partito dal basso, nel ghetto di Bari e quasi stentando a sopravvivere, per arrivare al massimo livello del calcio: il Real Madrid. FantAntonio però non è riuscito a mettere la testa a posto nemmeno con le Merengues ed ha abbandonato il club dopo poco tempo. L'ex attaccante barese si è raccontato in un'intervista all'emittente francese Canal Plus, alla quale ha parlato del suo passato e dei suoi maggiori rimpianti. Ecco le parole di Cassano:
Sul passato travagliato: “Fino a 17 anni ho fatto la fame, nel vero senso della parola. Mia madre non lavorava, avevamo 3-4 mila lire per mangiare. Io giocavo per strada e lo facevo con chi mi dava mille lire perché ero il più forte di tutti. Dicevo: ‘prendi me, ti faccio vincere', e giocavo tutti i giorni in strada per guadagnare qualcosa. Il calcio è sempre stato la mia grande opportunità, allora 2 mila lire in più o in meno per me facevano una grande differenza. La partita contro l'Inter è stata quella della svolta. Avevo 17 anni, era la partita che poteva cambiarmi la vita in tutti i sensi. Diventare ricco, famoso e bello: perché il calcio fa belli tutti, con me ha fatto tanti miracoli“.
Sull'esperienza con i Galacticos: “Ciò di cui mi pento di più è l'addio al Real Madrid. Ero nella migliore squadra della storia. Sarei potuto rimanere lì per molto tempo e guadagnare molto. Avrei potuto fare la storia del calcio. Invece, ho seguito il mio istinto e ho fatto degli errori. Se un allenatore non mi faceva giocare io lo insultavo. La mia storia a Madrid era anche iniziata bene, lì ho avuto modo di conoscere due tra i migliori giocatori degli ultimi anni: Zidane e Ronaldo. Molti calciatori avrebbero pagato per essere lì. A volte non giocavo e mi lamentavo, mi arrabbiavo con tutti per niente. Un giorno Capello mi ha portato via e sono impazzito nello spogliatoio, l'ho insultato in spagnolo e in italiano. Senza nessuna reale ragione. Dopo un anno di conflitti, ho lasciato“.
?Pillola di Fanta
Dato che stiamo parlando di Antonio Cassano, non è del tutto escluso un nuovo pazzesco ritorno al calcio giocato e questa è più che altro una “Pillola ad honorem”. Con 515 partite giocate, 139 gol e 91 assist è stato sicuramente un giocatore fenomenale, con qualche “colpo di testa” di troppo: pesano infatti i 57 gialli e 4 rossi, decisamente troppo per un attaccante. Croce e delizia: o lo si ama o lo si odia. FANTANTONIO