Il croato del Liverpool può essere uno dei volti nuovi del Milan targato Marco Giampaolo, alla ricerca di rinforzi per la sua retroguardia
Milan a caccia di rinforzi in ogni zona del campo, per regalare al nuovo tecnico Marco Giampaolo una squadra in grado di poter lottare per l'Europa che conta. Per quanto riguarda il reparto difensivo, la nuova dirigenza rossonera – con Zvonimir Boban e Frederic Massara che si sono aggiunti al confermato Paolo Maldini – ha già rinforzato le corsie esterne con l'arrivo di Theo Hernandez dal Real Madrid. Manca almeno un innesto al centro, con diversi nomi che sono stati accostati al club milanista. Uno dei più caldi è quello di Dejan Lovren, centrale attualmente in forza al Liverpool.
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L'infanzia difficile e le prime esperienze in Croazia
Nato a Zenica il 5 luglio 1989, Dejan non ha la fortuna di passare i primi anni della sua vita correndo in modo spensierato dietro ad un pallone. Nel 1992 sfugge alla guerra nei Balcani, andando in Germania con la famiglia e trascorrendo sette anni in terra tedesca. Il ritorno in Croazia non fu dei più facili per lui, sia a livello culturale – conosceva a malapena la lingua locale – che calcistico. Nel 2004 riesce comunque ad entrare nelle giovanili della Dinamo Zagabria, esordendo nel calcio che conta nella stagione 2005/06. Dopo due anni in prestito all'Inter Zapresic, torna alla casa madre dove diventa presto un titolare inamovibile. Con al Dinamo gioca una stagione e mezzo, prima di tentare la prima esperienza calcistica lontano dalla Croazia.
Le positive parentesi con le magli di Lione e Southampton
Nella stagione 2009/10, Lovren gioca talmente bene nei primi mesi che attira su di sé l'interesse di alcuni importanti club europei. Su tutti la spunta il Lione, che lo acquista per otto milioni di euro. Nei primi mesi in Francia colleziona solo otto presenze, per poi diventare un punto fermo della squadra a partire dall'annata successiva. Le maggiori soddisfazioni arrivano nella stagione 2011/12, quando prima il Lione trionfa in Coupe de France battendo in finale il Quevilly e poi si aggiudica anche la Supercoppa di Francia, ai rigori contro il Montpellier. Successi che arricchiscono il curriculum di Lovren, desideroso di misurarsi con un nuovo campionato. Un'occasione che gli capita nell'estate del 2013, quando passa al Southampton per 10 milioni di euro. Il suo impatto con la Premier League è devastante, risultando uno dei migliori difensori dell'intero campionato.
I cinque anni al Liverpool: il gol al Dortmund e il trionfo in Champions
Per il difensore croato si presenta un nuovo step all'inizio della stagione 2014/15. Il Liverpool di Brendan Rodgers punta forte su di lui, versando nelle casse del Southampton la bellezza di 25,3 milioni di euro. Con la maglia dei Reds, un po' per qualche infortunio avuto nel corso delle stagioni e un po' per il peso della maglia indossata, non è mai risultato quel leader difensivo ammirato al Lione e al Southampton. Non mancano comunque exploit personali che hanno fatto impazzire Anfield: su tutti il gol del 4-3 contro il Borussia Dortmund nei quarti di finale dell'Europa League 2015/16, che ha garantito ai Reds l'approdo alle semifinali. I primi quattro anni di Lovren al Liverpool sono ricchi di delusioni per la squadra, che disputa tre finali (di Coppa di Lega ed Europa League nel 2015/16 e di Champions League nel 2017/18) perdendole tutte e tre. Amarezze però spazzate via dal trionfo nell'ultima Champions League, con il croato che ha fatto da alternativa a Virgil Van Dijk e Joel Matip. Dopo una stagione vissuta più in panchina che in campo, per Lovren sembra essere arrivato il momento di cambiare aria. Frequenti i contatti tra il suo entourage e il Milan, che per strapparlo al Liverpool deve spendere 25 milioni di euro.
Dejan Lovren: statistiche e caratteristiche tecniche
Nella sua carriera, Dejan Lovren ha ricoperto sempre il ruolo di difensore centrale. Abile nel colpo di testa, sfrutta questa qualità sia per anticipare gli attaccanti avversari che per risultare pericoloso sulle palle inattive. Discreto infatti il suo rapporto con il gol (16 in 388 partite), così come con le sponde che mettono i compagni in condizione di segnare (10).
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