Non è facile trovare un uomo simbolo della vittoria Azzurra ai Mondiali del 2006. Si parlò tanto del concetto di “gruppo”, dove ogni singolo elemento poteva risultare determinante. E così fu: a distanza di 11 anni ci rimangono delle diapositive di vario genere, da proiettare sul nostro muro dei ricordi. Uno spazio speciale lo occupa Gennaro Ivan Gattuso, in arte Ringhio, che oggi compie 39 anni. Nato a Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza, si è sempre dimostrato attaccato alle proprie origini pur non avendo mai giocato in un club calabrese.
A very happy 39th birthday to our warrior, the one and only Gennaro #Gattuso! Tanti auguri al nostro guerriero rossonero! ????#weareacmilan pic.twitter.com/26CG6ICyKC
— AC Milan (@acmilan) January 9, 2017
Infatti, i primi passi professionistici di Gattuso li muove in Umbria. Nel 1995 ragazzo è aggregato alla prima squadra del Perugia e conquista la promozione in A, a fianco di un futuro eroe di Berlino come Marco Materazzi. Nella stagione successiva – poco brillante per i biancorossi – esordisce nella massima serie collezionando otto presenze. Il proto-Perugia degli esperimenti internazionali dell'era Gaucci retrocede all'ultima giornata; Gattuso ingaggia un tira e molla col club per svincolarsi a parametro zero e vola a Glasgow per vestire la casacca dei Rangers. Nei Teddy Bears nasce la leggenda di Ringhio, che inizialmente riceve il più “lusinghiero” soprannome di Braveheart, ovvero Cuore Impavido. Anche la squadra scozzese è una multinazionale del calcio, dove spiccano vecchie conoscenze della Serie A come Sergio Porrini, Paul Gascoigne, Jonas Thern e il sempiterno Brian Laudrup. In mezzo alle anziane stelle della Premier scozzese, Gattuso diventa leader e protagonista con 40 presenze e 4 reti stagionali. Ha la piena fiducia del leggendario allenatore Walter Smith. Peccato che i Gers quell'anno non vincono il gioco a due con i Celtic e la stagione successiva puntano sull'olandese Advocaat come allenatore. Tra lui e il centrocampista coriglianese non scatta il feeling e questi torna in Italia per sposare la causa della neopromossa Salernitana.
Gli uomini di Delio Rossi lottano per non retrocedere fino all'ultimo, ma il bel gioco non viene premiato. Gattuso è troppo forte per scendere in B e nell'estate del 1999 approda al Milan. Il centrocampo dei rossoneri è da ringiovanire e lui conquista subito spazio in mezzo a stelle come Demetrio Albertini, Leonardo e Zvonimir Boban. Il pubblico apprezza la sua indole battagliera, che lo porta persino ad affrontare a brutto muso Ronaldo in occasione del suo primo derby con la maglia del Diavolo. Nel febbraio del 2000 arriva anche l'esordio in Nazionale, entrando a far parte del gruppo trapattoniano della duplice delusione nippo-lusitana.
Happy 39th birthday to the man who personifies grinta and success, Gennaro Gattuso! pic.twitter.com/24EIjuBwWJ
— ItalianFootballDaily (@ItalianFD) January 8, 2017
Per fortuna con i rossoneri arrivano numerose soddisfazioni, a partite dal successo in Champions League del 2002-03 ai danni della Juventus. L'anno successivo arriva anche il primo Scudetto, parzialmente ingrigito dalla disfatta di Istanbul nella celebre finale contro il Liverpool. Gattuso è ormai una colonna del Milan, dove protegge il centrocampo permettendo ai “primi tenori” come Kakà, Pirlo, Rui Costa e Seedorf di esprimere il proprio talento divino senza patemi. Col tempo il mediano calabrese migliora anche a livello tecnico, ma ovviamente lascia che a occuparsi dei gol siano i suoi compagni “davanti”. Rimane nel progetto Azzurro anche con Marcello Lippi e viene convocato per i Mondiali del 2006, dove risulta decisivo con i suoi contrasti impeccabili. Viene inserito persino nella classifica del Pallone d'oro, dove giunge 14° lasciandosi dietro Vieira e Lampard. L'epopea rossonera prosegue e arriva un altro massimo alloro europeo nel 2007, con la “vendetta” ai danni del Liverpool. Prima di lasciare il Milan vince un secondo Scudetto nella stagione 2010-11, l'ultima da titolare. Nella stessa annata rimedia una squalifica di quattro giornate dalla UEFA dopo un… gentile scambio di opinioni con l'ex rossonero Joe Jordan, all'epoca assistente allenatore del Tottenham. Si ritira dal calcio nel 2013, dopo una stagione nell'ambizioso club elvetico del FC Sion.
#Gattuso al comando, la città ai suoi piedi. Insieme sostengono la squadra. Una foto che vale più di mille parole! Auguri #Ringhio ! #Pisa pic.twitter.com/U2gd8IK8wU
— Elvira Mercatanti (@EMercatanti) January 8, 2017
Non passa molto tempo prima di vedere “mister” Gattuso in azione. Già in Svizzera figura per tre partite come tecnico del Sion. Nell'agosto del 2013 siede sulla panchina del Palermo ma viene rimpiazzato preso da Giuseppe Iachini. In seguito viene ingaggiato dall'OFI Creta, club militante nella massima divisione greca. L'esperienza è da dimenticare, in quanto i bianconeri sono funestati da problemi economici; nonostante il supporto dei tifosi, Gattuso rassegna le dimissioni. Sorte analoga ma con esito diverso a Pisa; guida i toscani a una promozione in Serie B con 20 vittorie in 39 partite, ma anche i nerazzurri vivono una situazione societaria complessa. All'inizio della corrente stagione si dimette, tornando sui propri passi quando arriva una promettente schiarita. Sotto l'attuale gestione del nuovo presidente Corrado, all'Anconetani possono ancora contare sull'apporto di un allenatore che, nel palmares, può contare i titoli più prestigiosi. Gattuso tenterà di replicare tali prodezze anche come mister e, comunque vada, darà sempre l'anima. In vita sua non è mai sceso a un livello minore di rendimento!