Storia di Silvio Piola, bomber italiano del dopoguerra. 290 gol in Serie A, il titolo mondiale e un cuore biancoceleste
Nato il 29 settembre 1913 a Robbio (Pavia), Silvio Piola è stato il giocatore simbolo dell’Italia in tempo di guerra. Dopo esser esploso nella Pro Vercelli, per volere dei gerarchi fascisti passa alla Lazio, con cui gioca per 9 stagioni. Ragazzo decisamente umile e tranquillo, non ha mai amato apparire eccessivamente in pubblico: secondo alcuni, proprio questo gli ha permesso di resistere molto più a lungo di alcuni suoi compagni. Dopo gol e record in maglia biancoceleste, Piola sceglie Torino: due brevi esperienze, prima i granata e poi la Juventus. Chiude la sua carriera tra le file del Novara, prima di passare alla sua seconda vita: c’è infatti ancora spazio per fare l’allenatore, prima della nazionale italiana e poi del Cagliari.
Pur non avendo mai vinto uno scudetto, l’attaccante è stato per due anni il capocannoniere del massimo campionato italiano. Silvio Piola è il calciatore ad aver realizzato il maggior numero di gol in Serie A, con 290 reti 290 (comprese 16 con il campionato diviso in due gironi per motivi bellici), record praticamente inattaccabile. Muore a Gattinara (Vercelli) il 4 ottobre 1996.
Gli esordi e l’esplosione nella Pro Vercelli
Il primo club ufficiale di Silvio Piola è la “Veloces”, società nata nel 1925. Dopo i sorprendenti risultati iniziali, la Veloces viene inglobata dalla più famosa Pro Vercelli nel 1928. Il ragazzo fa dunque tutta la trafila nel suo nuovo settore giovanile, fino ad arrivare all’esordio in prima squadra in Serie A il 16 febbraio 1930 nel pareggio di Bologna. Dopo un buon finale di stagione, Piola viene definitivamente aggregato ai “grandi”. Pian piano, l’attaccante si fa notare da tutti ed il suo nome inizia a circolare nelle maggiori piazze. Critici e giornalisti parlano di lui come un giovane prodigio, sicuro futuro della Pro Vercelli. Nonostante i disperati tentativi di trattenerlo a vita in Piemonte, però, Piola lascia dopo 5 stagioni con l’obiettivo di approdare in uno dei club più importanti d’Italia. Il centravanti totalizza con la Pro Vercelli 51 gol in 127 partite.
9 stagioni con la Lazio: 2 titoli di capocannoniere
Nel 1934 Piola cambia casacca. Nonostante i forti interessi di Inter e Torino, alla fine la spuntò la Lazio, società molto vicina al regime fascista. Il ragazzo debutta ufficialmente il 30 settembre dello stesso anno nella vittoria casalinga sul Livorno, segnando anche un gol. Le prime due stagioni del vercellese in maglia biancoceleste non sono però esaltanti, complice anche il suo nuovo ruolo da mezzala. L’annata 1936/37 è invece spettacolare. La Lazio costruisce una squadra vincente – che chiuderà il campionato seconda dietro al Bologna – e Piola, tornato centravanti, vince il suo primo titolo di capocannoniere con 21 gol in 28 partite.
Un altro calo aspetta però Piola nella Capitale. In seguito infatti alle continue incomprensioni col presidente Gualdi, arrivano le sue dimissioni. La Lazio comincia quindi a perdere giocatori importanti, scendendo sempre più in classifica. Nel 1940/41 la squadra scampa all’ultimo la retrocessione, mentre Piola non sembra più lui: spento, autore di 41 reti negli ultimi 4 campionati, valuta l’addio. Piola lascia due stagioni più tardi, nel 1942/43, togliendosi però un’altra grande soddisfazione: secondo titolo di capocannoniere coi biancocelesti, totalizzando addirittura 21 gol in 22 partite.
Ritorno al nord: Torino e Juventus
L’attaccante sente il bisogno di tornare al nord e di avvicinarsi a casa. Per via del blocco dei campionati dovuto alla guerra, il ragazzo ottiene il permesso temporaneo di giocare per il Torino, che disputa il campionato d’Alta Italia. In coppia col grande Valentino Mazzola, Piola mette a segno 27 reti in una sola stagione, ma non riesce sorprendentemente a portare a casa il trofeo. Il vercellese però vuole vincere, e sogna di farlo trasferendosi definitivamente in Piemonte. Nel 1945 lo acquista così la Juventus, che versa nelle casse della Lazio circa 2 milioni di lire – trasferimento record per il calcio italiano dell'epoca.
Le sue due stagioni in maglia bianconera sono però una beffa. La formazione era delle più forti, ma in entrambi i casi deve piegarsi proprio al Torino. Svanisce così ancora una volta il sogno di Piola di vincere lo scudetto: inutili le sue 26 reti in 57 partite. Nel 1947 Piola entra così nella fase calante della sua carriera, o almeno così sembrava. Un certo Giampiero Boniperti scalpita, e l’attaccante classe 1913 non può far altro che lasciare la Vecchia Signora.
Fine carriera a Novara
Convinto dal presidente Francescoli, accetta la corte del Novara. Il club è in Serie B, ma sogna di tornare subito nella massima serie. Piola trova una squadra costruita attorno a lui, e si trova subito a meraviglia. Il centravanti -ormai un po' datato – è protagonista dell’immediata promozione in Serie A nel 1947/48. Rimanendo stabilmente a giocare tra i più forti, Piola infila 7 stagioni con gli azzurri, regalando loro 86 gol in 185 match. Nonostante l’età, Piola continua a segnare a ripetizione e in ogni modo, senza mai abbandonare il suo gesto tecnico più famoso: la rovesciata. Il ragazzo originario di Pavia segna il suo ultimo gol tra i professionisti il 7 febbraio 1954 nel pareggio casalingo contro il Milan. Alla fine di quell’anno, saranno solo 5 le marcature per lui in 9 partite. La sua ultima partita ufficiale risale invece al 7 marzo 1954, in quel disastroso 0-4 contro l’Atalanta. Al termine della stagione, Silvio Piola decide quindi di appendere le scarpette al chiodo.
La nuova vita da allenatore, tutt’altro che ricca di gioie
Piola non abbandona il campo da gioco. Intraprende la carriera da allenatore ancor prima di dire addio a quella del giocatore. Nell’ultima stagione col Novara, infatti, l’attaccante fa parte anche dello staff tecnico della Nazionale italiana. Prese parte, nonostante i complicati rapporti con il CT Czeizler, alla selezione che disputò il Mondiale del 1954 in Svizzera, poi vinto dalla Germania Ovest. La stagione seguente accetta la chiamata del Cagliari, che lo vuole come condottiero per la promozione in Serie A. I risultati non rispettarono però le aspettative. Il primo anno solo una salvezza, e poi un quinto posto nella stagione 1955/56. Esonerato in estate, viene richiamato nel gennaio 1957 in sostituzione di mister Rigotti, incarico che mantiene fino al novembre dello stesso anno. In totale, Piola totalizza in Serie B sulla panchina del Cagliari 85 partite: 29 vittorie, 27 pareggi e 29 sconfitte.
Il forte legame con la Nazionale italiana
Durante tutta la sua carriera, il rapporto tra Piola e l’Italia fu molto stretto. L’esordio del centravanti con la squadra B avviene a Novara il 2 aprile 1933 nella rotonda vittoria contro la Svizzera, di cui è protagonista segnando una doppietta. Le sue ottime prestazioni – sia prima che dopo il trasferimento alla Lazio – non gli bastano però per la convocazione con la Nazionale maggiore al Mondiale del 1934. Grande delusione questa per Piola, che però riesce a risollevarsi. L’esordio nella selezione A arriva il 24 marzo 1935 a Vienna contro l’Austria: il ragazzo viene convocato a sorpresa per via dell’infortunio di Meazza, e segna la doppietta decisiva. Col passare del tempo, entra stabilmente nel giro della Nazionale, conquistando il posto da titolare in attacco. Il CT Pozzo lo ha messo al centro del progetto, arretrando a centrocampo Meazza, suo grande rivale.
Il più grande trionfo di Piola con la maglia dell’Italia è sicuramente il Mondiale del 1938 giocato in Francia e vinto dagli azzurri, trascinati proprio dall’allora attaccante della Lazio, autore di 5 reti nella competizione. Negli anni '40 comincia la sua fase calante con la maglia della Nazionale, anche complice l’arrivo di un esplosivo Boniperti. In totale, Silvio Piola colleziona 34 partite con l’Italia, mettendo a segno ben 30 gol: l’ultimo risale al primo dicembre 1946, nella vittoria casalinga contro l’Austria. L’ultima apparizione in campo si registra invece addirittura il 18 maggio 1952, a Firenze, nell’1-1 con l’Inghilterra: Piola aveva 38 anni e 7 mesi.
Curiosità su Silvio Piola
Nle 1933 Silvio Piola, nella gara tra Pro-Vercelli e Fiorentina terminata 7-2, mette a segno ben 6 gol. Record mai battuto e solo eguagliato da Omar Sivori nel famosissimo 9-1 del 1961 tra la Juventus e i giovani dell'Inter, mandati in campo per protesta dopo una decisione della corte federale favorevole alla Juventus.
Piola è sempre stato un ragazzo abbastanza riservato, umile, schivo. Complice l’epoca di guerra, non era facile scovare notizie e informazioni private sul suo conto. Mentre militava nella Juventus, l’11 gennaio 1945 si diffuse tra i giornali la notizia della sua morte. Il secondo conflitto mondiale era prepotentemente arrivato anche in Italia e, secondo Eugenio Danese, Piola sarebbe rimasto vittima di un bombardamento su Milano. Per circa 4 mesi, il popolo italiano ha creduto a questa falsità. Sono state organizzate messe in sue onore, momenti per ricordare e celebrare il suo nome – sia come uomo che come calciatore. In realtà nessuno aveva scavato abbastanza a fondo. Piola si era semplicemente trasferito al nord, di nuovo in Piemonte, dove rimase a giocare con la maglia del Novara fino all’età di 41 anni. Il tutto fu ufficialmente smentito dal quotidiano “Nuovo Sport”, dopo grande confusione e incertezza, il 20 maggio 1945. La vicenda però non turbò tanto lo stesso Piola, che era solito anche scherzare sull’episodio.