L’allenatore bianconero è in bilico da settimane a causa dell’assenza di risultati e prestazioni: è giusto continuare con lui alla guida della Vecchia Signora?
È ancora molto presto per tirare le somme e fare i primi bilanci, ma dopo due mesi e mezzo di stagione le prime valutazioni si possono fare. Ciò che emerge dal campionato di Serie A e dalle coppe europee, è che non ci sono dubbi su quale sia la squadra italiana maggiormente in difficoltà in questo momento: si tratta della Juventus di Massimiliano Allegri.
Le assenze in casa bianconera pesano, ma non possono essere un alibi. Specie con la rosa di livello costruita in estate dalla società e considerando alcuni avversari affrontati. Senza mezzi termini, la Juventus ed il suo allenatore stanno deludendo su tutti i fronti e, continuando così, questa sarà la stagione più deludente degli ultimi 12 anni.
I numeri bianconeri sono ad oggi impietosi. Le prestazioni, pure. La sosta per le nazionali è passata e, per il momento, mister Massimiliano Allegri è rimasto sulla panchina della Juventus. Alla luce della situazione così disastrosa, però, i dubbi sorgono spontanei. Anche perché il tecnico toscano non sembra neanche aver un’idea ben precisa di come poter risollevare le sorti di questi ragazzi.
Ad oggi quindi, la Juventus dovrebbe continuare con Massimiliano Allegri in panchina? Perché sì e perché no.
La Juventus dovrebbe continuare con Allegri in panchina? Perché sì
Più le settimane passano e più, effettivamente, i motivi per continuare con Allegri in panchina per la Juventus diminuiscono. Di sicuro, uno dei temi che continua a tenere banco alla Continassa è la questione degli infortunati. Più volte il mister ha ribadito come in realtà questa squadra fosse stata pensata in maniera diversa, soprattutto da un punto di vista tattico: un 4-3-3 ricco di qualità con Paredes in cabina di regia, Pogba e Rabiot ai lati come mezzali, e un tridente da sogno formato da Di Maria, Vlahovic e soprattutto Federico Chiesa.
Di problemi però i bianconeri ne hanno avuti tanti. Paredes è arrivato nelle ultime ore di mercato e non sembra ancora esser entrato pienamente in condizione fisica – e forse neanche mentale. Chiesa e Pogba non hanno ancora visto il campo: l’esterno azzurro sta ancora recuperando dalla rottura del legamento crociato avvenuta lo scorso gennaio, mentre invece il centrocampista francese ha rimediato una lesione al ginocchio nei primi giorni della sua nuova avventura a Torino. A loro si aggiunge un avvio a dir poco turbolento per Di Maria: prima l’infortunio, poi la ricaduta e quindi l’espulsione di Monza.
Insomma, gli infortuni non devono esser un alibi, ma fino ad un certo punto. E’ ovvio che per battere le squadre di medio-bassa classifica del campionato italiano non servano tutti i campioni di cui dispone la Juve, ma per giocarsela in Europa con Paris Saint Germain e – evidentemente – Benfica, sì.
In secondo luogo, bisogna comunque riconoscere qualcosa a Massimiliano Allegri. È passato qualche anno e tante squadre si sono evolute, è vero, ma l’allenatore toscano è lo stesso che è stato in grado di vincere con la Juventus 5 scudetti in altrettante stagioni dal 2014 al 2019. A queste si aggiungono anche le due finali di Champions League, perse rispettivamente contro Barcellona nel 2015 a Berlino e Real Madrid nel 2017 a Cardiff.
Ecco quindi che ovviamente le critiche ci stanno tutte, ma Allegri ha dimostrato in passato di esser tutt’altro che uno sprovveduto. Un eventuale esonero è una scelta che va presa con calma e ponderazione, ben consci di quanto ha fatto il tecnico per i colori bianconeri e di come abbia già rialzato la squadra in passato in momenti di seria difficoltà.
Infine, un aspetto senz’altro influente in questa vicenda è la questione economica. Inutile nascondersi: nel calcio di oggi i soldi fanno quasi sempre la differenza, ed anche in questo caso giocano un ruolo importante. I soldi sono uno dei motivi principali per cui la Juventus sta temporeggiando così tanto – e lo sanno un po’ tutti gli addetti ai lavori, Allegri compreso.
Arrivato la scorsa estate dopo l’esonero di Pirlo, Allegri ha firmato con la Juventus un contratto di 4 anni a 9 milioni di euro a stagione. Ciò significa che, salvo esoneri improvvisi, il tecnico toscano rimarrà sulla panchina bianconera fino a giugno 2025. Questo mette però in seria difficoltà la società, che non può permettersi – con il bilancio perennemente in rosso – di esonerare il tecnico toscano e pagare altrettanto un altro grande allenatore – Zidane ad esempio, da anni il sogno del presidente Agnelli. Senza trovare un accordo economico su un’eventuale buonuscita, quindi, la Juventus non può esonerare Allegri. Pagare due allenatori per oltre due stagioni e mezze non è sostenibile per le casse bianconere.
La Juventus dovrebbe continuare con Allegri in panchina? Perché no
Inutile girarci troppo intorno: Allegri sta facendo malissimo in questa stagione sotto ogni punto di vista.
In primis per quanto riguarda i risultati, che sono sempre stati la priorità per questa storica società. Non siamo neanche a metà ottobre, e la situazione è a dir poco drastica: 13 punti in classifica e 8^ posizione dietro a tutte le altre grandi del nostro campionato. Con la netta sconfitta di sabato sera a San Siro contro il Milan, Allegri ha collezionato 6 sconfitte consecutive in trasferta: non succedeva dal 2010, quando in panchina c’era Zaccheroni. Ciò significa che l’obiettivo scudetto è già quasi sfumato ad ottobre e che diventa a dir poco complicato il percorso per arrivare fra le prime 4 – e quindi in Champions League.
A proposito di Europa, le cose sono disastrose anche lì: i bianconeri si ritrovano infatti al terzo posto nel girone dietro a Paris Saint Germain e Benfica, quindi a forte rischio “retrocessione” in Europa League. La Juventus ha al momento solo 3 punti dopo altrettante partite, mentre invece francesi e portoghesi sono a quota 7. L’eliminazione anzitempo dalla Champions League comporterebbe gravi ripercussioni su tutto il movimento, oltre che ingenti perdite in termini di bilancio per la mancata qualificazione agli ottavi di finale.
In secondo luogo, oltre ai risultati mancano anche le prestazioni. Fin dall’anno scorso, infatti, la Juventus dimostra di non avere un gioco: mancano idee e l’input che il mister dà alla squadra sembra tutt’altro che offensivo e propositivo. I bianconeri sono una squadra che si chiude costantemente in difesa nella speranza di segnare un gol in ripartenza, su un calcio piazzato o in seguito ad un errore avversario. È quasi umiliante per la storia, anche recente, di questo glorioso club.
Inoltre, sembra mancare qualcosa anche a livello caratteriale, mentale ed emozionale. Un tempo la Juventus era una vera e propria corazzata, una squadra fatta davvero di 11 leoni in grado di lottare dal primo all’ultimo minuto l’uno per l’altro. La Vecchia Signora era una formazione temutissima da tutti in Italia, ma anche in Europa – come dimostrano d’altronde le due finali di Champions raggiunte. Oggi invece tutto questo manca. Manca coraggio, orgoglio, e forse anche un po' di semplice e pura passione per il gioco del calcio.
Poca convinzione, poca voglia di lottare, tanta superficialità e tanta fretta di fare le cose; per non dire, addirittura, paura – una parola che non dovrebbe mai esistere a questi livelli, specie se si veste una maglia pesante come quella della Juventus.
Tutto ciò, in quasi un anno e mezzo dal suo ritorno, Allegri non riesce a risolverlo. Quello che spaventa di più infatti è che nonostante sembrino stati individuati i problemi principali, lo stesso non si possa dire per una soluzione. Mancano idee, sia in campo che fuori. E se la filosofia calcistica di Allegri non aiuta, lo stesso fanno alcuni giocatori che – in certi momenti – sembrano quasi remargli contro. Volendo estremizzare, la Juventus è ad un passo dall’ammutinamento.