In una lunga intervista sulla sua carriera, il campione svedese commenta anche l'addio alla Juventus nell'era di Calciopoli
Zlatan Ibrahimovic non se la sta passando benissimo in Inghilterra. Ieri pomeriggio il suo Manchester United ha infatti perso in casa il grande derby contro il City, ed ora i Red Devils sono scivolati a 11 punti di distacco dai cugini. A livello personale, l'attaccante svedese non ha ancora recuperato al meglio dalla rottura del crociato di fine aprile. In questi giorni ha però rilasciato una lunga intervista sulla sua carriera: dagli inizi col Malmoe all'Ajax, passando per l'Italia, la Spagna, la Francia e l'Inghilterra. Le dichiarazioni più interessanti le ha però fatte sulla Juventus, club in cui il classe 1981 ha giocato tra il 2004 e il 2006. “Con Calciopoli nel 2006 cambiò tutto. Moggi e Giraudo se ne andarono, ed il team manager Secco divenne direttore sportivo. Il mio rapporto con lui era strano: prima mi chiamava solo per dirmi dell'allenamento, un giorno invece mi disse che dovevamo parlare del mio contratto” – confessa lo svedese ai microfoni di “Sky Sport”.
L'attuale numero 9 dei Red Devils si sofferma quindi sulle sue sensazioni dell'epoca. “Ero convinto che la Serie B non facesse per me. Semplicemente, accettando di rimanere avrei perso un anno prezioso della mia carriera. Sarebbero passate troppe stagioni per ritornare a grandi livelli” – spiega Ibrahimovic, che continua – “Pensavo: il primo anno sarà molto dura, il secondo sarà solo una fase di passaggio, ed il terzo sarò dove sono ora. Io ero ad un livello superiore e non volevo perdere tempo. Sapevo che la Juventus non sarebbe tornata grande prima di qualche anno: quella squadra era la migliore possibile, sia per i giocatori che per l'allenatore“.
? Pillola di Fanta
Quell'anno fu drastico per tutti in casa Juve. Tanti i campioni bianconeri che decisero di non accettare la Serie B e di abbandonare quindi la barca che stava affondando: insieme a Ibrahimovic, anche Cannavaro, Thuram e Zambrotta. Hanno invece scelto di rimanere le bandiere, campioni prima fuori dal campo che dentro: uomini veri come Del Piero, Nedved, Buffon, Camoranesi, Trezeguet. Quattro di questi cinque sono passati dalla finale di Berlino all'esordio a Rimini nella serie cadetta. BANDIERE
Fonte foto: manutd.com