Il tecnico giallorosso parla in conferenza stampa alla vigilia della sfida ai ducali valida per la 38^ e ultima giornata di Serie A
Quando nel giorno in cui fu sorteggiato il calendario della Serie A 2018-19 i tifosi giallorossi videro Roma-Parma all'ultima giornata, le loro fantasie li hanno portati sicuramente molto lontani rispetto a dove sono in realtà arrivati. Il 17 giugno 2001 i capitolini festeggiavano infatti il loro terzo scudetto proprio all'Olimpico contro i ducali, mentre domenica chiuderanno la loro stagione con tutta probabilità fuori anche dalla Champions League. E c'è di più, perché quella contro il Parma sarà l'ultima partita di Daniele De Rossi con la maglia della sua Roma. In vista di una sfida così sentita per la piazza giallorossa, parla in conferenza stampa il tecnico Claudio Ranieri.
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Le parole di Ranieri
Sull'atmosfera dell'Olimpico: “Mi auguro ci sia l'atmosfera che Daniele merita. Mi auguro uno stadio ricolmo d'amore per Daniele. Deve essere una festa per tutto quello che ha dato alla Roma e per il modo“.
Su De Rossi: “Giocherà dai primo minuto ed entrerà in campo con la fascia. Merita la standing ovation dell'Olimpico. Deve essere una festa e lui deve fare una grande partita, Per me di speciale ha che trasmette la sua passione per la maglia con cui gioca, che sia l'Italia o la Roma. Esprime la sua voglia di impegnarsi al massimo. Non vuol dire che gioca sempre bene, ma cerca di dare sempre il 100%. Un giocatore del genere si può solo apprezzare ed è positivo per lo spogliatoio. Lui è un giocatore di qualità, ma anche con un grosso carattere“.
Sul futuro: “La Roma del futuro credo si sia ripresa. Ha dimostrato di esser squadra, di lottare per un obiettivo. Non riuscirà a raggiungerlo? Faremo i complimenti all'avversario. Noi giochiamo per il gusto di giocare, per la passione, i giocatori devono giocare per questo. Io mi sono sempre sentito un allenatore europeo, quindi dove ci sarà un progetto che mi intriga, vado”.
Su segnali sulla fine carriera di De Rossi: “Non lo ho mai pensato e non ne ho mai parlato. Per me come per lui è stato un fulmine a ciel sereno“.
Sulla seconda esperienza alla Roma: “Ho capito che dovevo incidere molto sull'autostima. Abbiamo lavorato bene sotto l'aspetto difensivo, abbiamo preso meno gol e i ragazzi lo hanno capito sempre di più. Tutti hanno dato il massimo, io non voglio parlare di chi mi ha deluso. Sono convinto che Schick sia un grandissimo giocatore, mi dispiace e l'ho detto anche a lui, perché esploderà a 28 anni magari. Mi sarebbe piaciuto lo facesse ora, spero rimanga e faccia vedere che non mi ero sbagliato. Io la squadra l'ho sentita mia giorno dopo giorno, era una squadra già plasmata e abituata a un tipo di gioco, quindi il lavoro è doppio. Devi usufruire del lavoro fatto e rimodellarla. Sono uno pratico, sapevo nel momento in cui ho firmato come sarebbe andata. Auguro a chi verrà dopo il meglio”.
Sulle sue sensazioni per domani: “Io mi emoziono sempre, ogni volta che vedo la Roma. Non entro prima in campo per non sentire l'inno di Venditti, per cui sono contento ci sarà una festa per Daniele. Lascerò la Roma col cuore aperto, sperando di vederla sempre più in alto“.
Su una rivoluzione sul mercato: “Credo che il gruppo sia valido, ben miscelato con anziani e giovani giusti. Da qualche giovane ci si aspettava di più, ma va bene così. Non si riparte da zero. Si riparte da una classifica deficitaria, ma non da zero. Si riparte con l'allenatore, ma quando si ricomincia a luglio c'è sempre da ricostruire. Un allenatore prende sempre quello che hanno lasciato i predecessori nei giocatori, che devono essere plastici e adattarsi a quello che vuole l'allenatore nuovo”.
Sulla fascia da capitano omologata: “Se vuole reindossare la sua, la multa in caso la pago io, a me sta bene. Non ne avevo sentito parlare ma sono d'accordo”.
Sulla differenza con la prima volta: “Ho trovato una struttura più moderna, forse c'è un po' troppa gente, sono abituato a meno gente. E forse c'è anche un risparmio in questo. Ma la Roma sta diventando una società internazionale e il brand conta molto“.
Su cosa si poteva migliorare: “Si poteva gestire meglio le voci: Dzeko, Zaniolo, Ranieri. Nelle altre squadra all'ultimo esce qualcosa, da noi nel momento in cui tutti dovevamo spingere verso un'unica direzione. Quando tutti spingono in maniera positiva per un obiettivo difficile, c'è bisogno di una linea comune. Ma non è una critica, penso fosse migliore. Magari due punti li avremmo strappati“.