Dopo le varie indiscrezioni susseguitesi nella giornata di ieri, la notizia ha assunto contorni sempre più concreti nel corso della giornata, con la conferma da parte del direttore sportivo Morgan De Sanctis. La Salernitana ha deciso di esonerare Davide Nicola, stavolta in maniera definitiva, dopo il dietrofront di metà gennaio, pagando una serie di risultati prevalentemente negativa, eccezion fatta per la vittoria di Lecce, che ha risucchiato i campani a pochi punti dalla zona retrocessione. Al suo posto, la dirigenza granata ha deciso di affidare la panchina a un profilo di rilevanza internazionale quale il portoghese Paulo Sousa. L'ex allenatore della Fiorentina, reduce dalle esperienze alla guida della Nazionale della Polonia e del Flamengo, avrà quindi il compito di condurre la squadra all'ambizioso traguardo della permanenza in massima serie. L'allenatore ha firmato un contratto di 6 mesi con opzione per le due stagioni successive in caso di raggiungimento dell'obiettivo, con la possibilità di ambire a un progetto sempre più ambizioso. Analizziamo insieme, perciò, la carriera del tecnico originario di Viseu e come cambia con lui in panchina la Salernitana, con i conseguenti risvolti in ottica fantacalcio.
La carriera di Paulo Sousa: vincente da calciatore, cultore del bel gioco da allenatore
La carriera da calciatore di Paulo Sousa è tutt'altro che un mistero. Centrocampista dalle grandi doti tecniche sia in fase di interdizione che in quelle di inserimento in zona offensiva, il portoghese, campione del mondo under-20 del 1989, ha vestito prestigiose maglie proprio in patria, ovvero quelle di Benfica e Sporting Lisbona, vincendo nel primo caso campionato, Coppa nazionale e Supercoppa nazionale. Stesso palmares anche nella sua prima, importante esperienza all'estero, con la maglia della Juventus, alla quale si aggiunge anche la vittoria della Champions League nel 1996, ripetendosi poi, la stagione successiva con in Borussia Dortmund, proprio ai danni della sua ex squadra. Con i tedeschi vince anche la Supercoppa di Germania e la Coppa Intercontinentale. Successivamente ha modo di giocare anche con Inter, Parma, Panathinaikos ed Espanyol, prima di appendere gli scarpini al chiodo e di intraprendere una nuova carriera nelle vesti di allenatore.
Le prime esperienze sono vissute proprio in Nazionale, prima alla guida della formazione under-16 e poi nello staff della selezione maggiore, guidata da Carlos Queiroz. Successivamente esordisce alla guida di una prima squadra nella Championship inglese, al Queens Park Rangers, ma il cammino è tutt'altro che esaltante, così come nelle tappe successive allo Swansea e al Leicester. Netta inversione di tendenza quando si trasferisce in Ungheria, più precisamente al Videoton, dove vince due Supercoppe nazionali e una Coppa nazionale, prima di passare al Maccabi Tel Aviv, dove vince il campionato israeliano. Altro giro, altra affermazione, stavolta in Svizzera, dove vince il campionato alla guida del Basilea. Il tutto prima di tornare in Italia, alla guida della Fiorentina, dove colleziona 6 vittorie nelle prime 7 partite, ma chiude il campionato al quinto posto, fallendo la stagione successiva anche in Europa. In seguito vive tante altre e variegate esperienza, in Cina al Tianjin Quanjian, in Francia al Bordeaux e, come accennato, con la Nazionale polacca e il Flamengo in Brasile. Il tutto prima del nuovo ritorno in Italia, col chiaro obiettivo di fare meglio e portare idee di gioco e nuovo entusiasmo in una piazza vogliosa di calcio come Salerno.
Paulo Sousa alla Salernitana: cosa cambia al fantacalcio
La scelta di Paulo Sousa da parte della Salernitana appare tutt'altro che casuale: l'allenatore portoghese, infatti, predilige la difesa a quattro, e in particolare il 4-2-3-1, andando quindi in netta controtendenza col predecessore Davide Nicola. Viste le grosse difficoltà degli ultimi mesi, il tecnico piemontese aveva sperimentato l'inserimento del trequartista dietro le due punte, mantenendo la difesa a tre, ma non riuscendo comunque a trovare i miglioramenti sperati, mentre un piccolo miglioramento si era registrato proprio nella vittoria di Lecce, quando aveva adottato il 4-3-3. Il nuovo allenatore, di conseguenza, ripartirà proprio da questo modulo ma anche dal credo tattico a lui caro e che la squadra sarà chiamata ad assimilare nel minor tempo possibile, cercando di introdurre alcuni principi di gioco fondamentali e ampiamente visti nelle sue squadre: la compattezza degli undici titolari nella fase difensiva e la continua ricerca del gioco palla a terra fino alla porta avversaria. Il tutto senza disdegnare l'idea di ritornare al suo modulo preferito, inserendo perciò il trequartista. Dal punto di vista degli uomini utilizzati, certamente Sosa punterà sui titolarissimi della gestione precedente, cercando di recuperare anche quegli elementi patrimonio della società ma che finora hanno avuto molte difficoltà, tra infortuni e prestazioni decisamente incolore.
Tra i pali il titolare resterà Guillermo Ochoa, con Luigi Sepe pronto a fargli concorrenza una volta ripresosi dall'infortunio. In difesa i titolari saranno William Troost-Ekong e Flavius Daniliuc, senza dimenticare gli scalpitanti compagni di reparto, vogliosi di scalare le gerarchie. In attesa del rientro di Pasquale Mazzocchi le fasce, uno dei reparti chiave per il gioco del trainer portoghese, saranno presidiate ancora da Junior Sambia e Domagoj Bradaric, mentre nella linea mediana Emil Bohinen sarà supportato dalla tecnica e dalla corsa di Lassana Coulibaly e Tonny Vilhena, senza dimenticare la freschezza atletica di Hans Nicolussi Caviglia e in attesa che Giulio Maggiore e ritrovi condizione e continuità. In avanti Antonio Candreva, Boulaye Dia e Krzysztof Piatek, allenato già da Sousa in Nazionale, partono in pole per tre posti da titolare, senza dimenticare un Federico Bonazzoli voglioso di rivalsa e gli oggetti misteriosi Diego Valencia ed Erik Botheim. Una rosa, quella granata, sicuramente valida, ma che dovrà ritrovare col nuovo allenatore la giusta quadratura del cerchio per il raggiungimento di un obiettivo ambizioso, ovvero quella permanenza in Serie A guadagnata con tanti stenti la scorsa stagione.