
Ecco i protagonisti del 19^ scudetto nella storia rossonera: da Maignan a Theo Hernandez, da Giroud a Leao, da Ibrahimovic a Pioli, e non solo
Il 22 maggio 2022 rimarrà per sempre negli annali di storia del Milan. Il Diavolo risorge dall’Inferno e torna finalmente grande vincendo il suo 19^ scudetto. Dopo oltre 11 anni, vale a dire più di 4000 giorni di attesa dall’ultima volta, il Milan torna sul tetto d’Italia e si laurea meritatamente campione.
Battuta l’Inter all’ultima giornata, che ha pagato soprattutto la sconfitta di Bologna nel recupero di fine aprile. La squadra di Pioli è stata più costante e coraggiosa nei momenti decisivi, e alla fine ha chiuso davanti a tutti a +2 sui nerazzurri.
Festa grande nella serata di ieri al Mapei Stadium di Reggio Emilia, quando i rossoneri hanno superato in maniera agevole il Sassuolo con un netto 0-3 e mantenuto la vetta della classifica. Inutile il successo dell’Inter a San Siro sulla Sampdoria.
Tanti i momenti decisivi e tanti anche i protagonisti di questa grande cavalcata trionfale. Ecco i principali di questa incredibile stagione rossonera.
Mike Maignan, il miglior portiere della Serie A
Mike Maignan è stato nominato miglior portiere della Serie A. Arrivato in estate a riflettori spenti dal Lille, ha fatto cose sensazionali che non hanno fatto sentire la mancanza di Gigio Donnarumma. Parate mostruose e personalità fuori dal comune, specie se si considera che il ragazzo era alla sua prima vera stagione in una grande squadra europea. Il portiere francese è giunto al Milan da Campione di Francia in carica, chiudendo in classifica davanti ad una corazzata come il Psg nella stagione 2020/21. E oggi ha fatto lo stesso con il Milan, mettendo dietro una squadra come l’Inter.
E poi i suoi numeri. L’anno scorso in Ligue 1 ha subito 23 gol in 38 partite giocate, per un totale di ben 21 clean sheets. E in questa stagione in Serie A si è ripetuto alla grande: solo 21 gol incassati in 32 gare disputate (un po’ meno per via dell’infortunio), condite da 17 partite senza subire gol. Ciò significa che negli ultimi due campionati – entrambi vinti – Maignan ha giocato 70 partite, mantenendo la porta inviolata addirittura in 38 occasioni. Più della metà! Ecco perché ormai tutti lo chiamano Magic Mike.
Fikayo Tomori, leader insuperabile in difesa
Senza troppi giri di parole: Paolo Maldini ha pescato un giocatore sensazionale. Arrivato anche lui in sordina dal Chelsea, il Milan è riuscito a prelevarlo prima in prestito a gennaio 2021 e poi a riscattarlo in estate per 28 milioni: oggi vale almeno 45 milioni di euro. Tomori si è dimostrato uno dei più forti difensori di questo campionato: corsa, fisico, tecnica e grande intelligenza tattica. Tutto ciò lo ha reso il sostituto di capitan Romagnoli, che è sceso decisamente nelle gerarchie.
Al centro della difesa ha guidato la squadra con personalità e coraggio, portando a casa ogni volta prestazioni molto importanti. Il difensore inglese è oggi a tutti gli effetti uno dei leader di questa squadra. In questa stagione, infatti, Pioli lo ha mandato in campo per ben 31 volte, per un totale di 2719 minuti giocati. Tutti, rigorosamente, al massimo.
Pierre Kalulu, piacevole sorpresa al centro della difesa
Anche Kalulu ha dato il suo apporto in questa stagione, dimostrando di valere quello che la dirigenza rossonera sperava. Il difensore francese è arrivato un paio di anni fa dal Lione, ed inizialmente ha faticato ad integrarsi. Per una questione tattica, mister Pioli lo vedeva più come terzino – prevalentemente destro – ma di sicuro il ragazzo non è un giocatore di spinta. Poi però, dopo l’infortunio al ginocchio di Kjaer, Kalulu ha preso il suo posto al centro. E, con grande sorpresa, non ne ha fatto sentire la mancanza.
Chiamato in causa, ha sempre risposto presentissimo. Veloce e molto attento, il classe 2000 si è dimostrato la perfetta spalla di Tomori – difensore comunque sopra la media. Per lui in questa stagione di Serie A, sicuramente la migliore da quando è al Diavolo, un totale di 28 presenze, condite anche da 1 gol – estremamente importante nella vittoria per 1-0 sull’Empoli – e 2 assist.
Theo Hernandez, un treno in corsa sulla fascia sinistra
Per lui, al Milan hanno finito gli aggettivi. Theo Hernandez è letteralmente un treno sulla corsia di sinistra. Velocissimo, fortissimo fisicamente e dotato di un sinistro che sembra una cannonata. È ancora inspiegabile come il Real Madrid, che aveva già in casa il sostituto ideale di Marcelo, se lo sia lasciato sfuggire. Il numero 19 è nettamente uno dei giocatori più forti di questo Milan, se non addirittura sul primo gradino del podio. D’altronde, il suo valore si aggira oggi intorno ai 50 milioni di euro. Sbocciato calcisticamente tardi, è forse la miglior operazione di mercato di Maldini.
In questa stagione ha collezionato 32 partite, 5 gol e 6 assist. Ma è la facilità con cui fa le cose ad impressionare. La rete contro l’Atalanta in cui ha tagliato a metà mezza Dea è davvero da incorniciare. Theo non ha vinto il premio come miglior difensore della Serie A semplicemente perché non è un difensore. Sulla carta parte da terzino sinistro, ma è un’ala pura a tutti gli effetti. Qualcuno lo considera già il degno erede di Roberto Carlos, ma intanto può accontentarsi di essere il miglior terzino sinistro al mondo.
Sandro Tonali, cuore e polmoni a centrocampo
È l’anima di questo Milan. Cresciuto nelle giovanili rossonere, negli anni ha sempre voluto e sperato di tornare a casa un giorno. E due anni fa, dopo le incredibili cose mostrate a Brescia, ci è finalmente riuscito, rifiutando tutte le offerte e pretendendo con forza solo i colori rossoneri. Dopo una prima stagione un po’ complicata per lui, il Milan ha ci ha comunque creduto e lo ha riscattato. E lui ha ripagato alla grandissima. Quest’anno infatti Tonali è diventato leader del centrocampo del Diavolo. Corsa, muscoli, polmoni, ma anche tanta tecnica e qualità. E poi la personalità di un ragazzo che, nonostante sia solo un classe 2000, non ha davvero paura di niente e di nessuno.
Il numero 8 rossonero ha totalizzato in questa stagione 36 presenze, impreziosite da 5 gol e 3 assist. Il ragazzo, che ha sostituito Bennacer in mediana al fianco di Kessié, non ha mai fatto una giocata banale. Anche le reti, che in teoria non sarebbero argomento di sua competenza, hanno avuto tutte un certo peso. Fondamentale la doppietta a Verona nel finale di campionato, ma ancor di più forse il gol al 92’ all’Olimpico contro la Lazio: quella sera Tonali ha regalato 3 punti pesantissimi al suo Milan. Proprio come sognava fin da bambino.
Rafael Leao, l’MVP del campionato
La Lega Serie A lo ha eletto, giustamente, miglior giocatore del campionato. Rafael Leao si è dimostrato infatti devastante e straripante sulla sinistra. Quella fascia, con lui e Theo, bruciava letteralmente il campo. L’attaccante portoghese ha infatti fatto impazzire gli avversari con tutte le sue scorribande: velocità, qualità e determinazione. Quest’anno il numero 17 è anche diventato decisivo e, soprattutto, più continuo. Nei momenti di difficoltà, ha preso per mano la squadra e l’ha trascinata alla vittoria.
Autore di ben 11 gol e 10 assist in 34 gare di campionato, è stato uno spina costante nel fianco delle difese avversarie. Bravo Pioli a trovare il sistema di gioco perfetto che potesse risaltare al massimo le sue caratteristiche tecniche e atletiche. Da segnalare soprattutto i 2 assist a Tonali nella vittoria contro il Verona e poi, ovviamente, i 3 cioccolati regalati a Giroud (2 volte) e a Kessié nella festa scudetto contro il Sassuolo. Il portoghese vale oggi almeno 50 milioni di euro. E il Milan se lo gode eccome. Il premio di MVP è tutto suo.
Olivier Giroud, l’uomo dei gol più importanti
Arrivato a Milano per portare esperienza e personalità, nessuno pensava ad una stagione del genere con numeri del genere. L’attaccante francese ha infatti stupito tutti per statistiche e costanza. Si pensava dovesse essere il sostituto di Ibrahimovic in attacco, ma tra gli infortuni dello svedese e le scelte tecniche del mister alla fine il titolare è stato proprio l’ex Chelsea. Campione del Mondo con la sua Francia senza mai segnare al Mondiale, ha regalato tante gioie in questa stagione ai tifosi rossoneri.
11 gol e 4 assist per lui in 29 gare disputate. Ciò che impressiona, però, non è tanto il numero ma la pesantezza delle reti segnate. In questa stagione, infatti, Giroud è stato sempre maledettamente decisivo. Fondamentale il suo gol all’andata contro il Verona e poi col Torino, ma soprattutto la doppietta nel derby di ritorno contro l’Inter. Sua anche la rete nello 0-1 di Napoli, lo scontro diretto per conquistare la vetta solitaria della classifica. Il francese ha segnato anche nella vittoria sulla Lazio, e infine la doppietta nel giorno della vittoria dello scudetto a Reggio Emilia contro il Sassuolo. Quando conta, Giroud c’è.
Zlatan Ibrahimovic, The King
Di lui si possono dire tantissime cose, ma di certo non che non mantiene le promesse. È arrivato a Milano 2 anni e mezzo fa dicendo che era tornato in rossonero per riportare lo scudetto: detto, fatto. Ibrahimovic ha vissuto di certo una stagione a livello personale diversa da come se l’aspettava. Costretto ai box per diverse settimane per via di molteplici problemi fisici, anche una volta rientrato Pioli gli ha sempre preferito Giroud.
Quello che ha dato al Milan quest’anno, infatti, non sono tanto gli 8 gol e i 3 assist in 23 partite giocate. Quello che ha dato al Milan non si è visto sul campo, né tantomeno nelle telecamere. Zlatan infatti ha portato esperienza, carisma e mentalità vincente. Con lui è fin da subito stato un altro Milan: gioco, personalità e voglia di vincere. A 40 anni, Ibra ha cambiato la squadra, portando un gruppo di ragazzi giovani e promettenti sul tetto d’Italia. Nessun altro, probabilmente, ci sarebbe mai riuscito.
Stefano Pioli, l’artefice di un sogno diventato realtà
Ma più di tutti, forse, questo è lo scudetto di Stefano Pioli. Arrivato al Milan nell’ottobre 2019, ha affrontato molti alti e bassi. L’estate seguente doveva esser sostituito, ma Maldini si è imposto ed ha scelto di confermarlo: ennesimo colpo azzeccato della leggenda rossonera. Dopo il 2^ posto dello scorso anno, proprio alle spalle dell’Inter, stavolta Pioli è riuscito a primeggiare. Dopo una carriera intera da allenatore di squadre di medio-bassa classifica, questo è il primo scudetto per il tecnico nato a Parma.
Quest’anno è stata una vera e propria cavalcata trionfale. Il suo Milan ha infatti totalizzato in 38 partite 26 vittorie, 8 pareggi e 4 sconfitte, per un totale di 86 punti – 2 in più dei nerazzurri del collega Simone Inzaghi. Il mister è stato bravo non solo nel trovare la soluzione tattica giusta, ma ha mostrato anche grandissima personalità nelle scelte mettendo dietro nelle gerarchie giocatori come Ibrahimovic, Bennacer, Florenzi e Romagnoli. È lui infatti ad esser stato eletto come miglior allenatore della stagione 2021/22 di Serie A. È Stefano Pioli l’artefice di un sogno diventato realtà.
