Il tecnico italiano è il primo ed unico a vincere il torneo nazionale nei top 5 paesi d’Europa: Italia, Inghilterra, Francia, Germania e Spagna
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- Il tecnico italiano è il primo ed unico a vincere il torneo nazionale nei top 5 paesi d’Europa: Italia, Inghilterra, Francia, Germania e Spagna
- Italia, Serie A: Milan nel 2003/04
- Inghilterra, Premier League: Chelsea nel 2009/10
- Francia, Ligue 1: Psg nel 2012/13
- Germania, Bundesliga: Bayern Monaco nel 2016/17
- Spagna, Liga: Real Madrid nel 2021/22
Ci sono voluti 18 anni. 18 anni straordinari di onorata carriera tra vittorie, record e leggende. E alla fine ce l’ha fatta: Carlo Ancelotti è diventato il primo ed unico allenatore del pianeta a vincere il campionato nei top 5 paesi d’Europa.
L’avventura gloriosa è cominciata proprio 18 anni fa in Serie A con il Milan, suo primo vero e grande amore. Poi sono iniziati i viaggi in giro per l’Europa, a dimostrazione della sua grandezza.
Ancelotti ha allenato il Chelsea di Abramovic e vinto la Premier League nel 2010. Quindi la Francia: più precisamente il Paris Saint Germain, che aveva bisogno di un grande tecnico per gestire i tanti campioni sbarcati all’ombra della Tour Eiffel. La vittoria della Ligue 1 arriva infatti nel 2013.
Ma è già il tempo di lasciare con destinazione Germania: il Bayern Monaco lo ha scelto come sostituto di un certo Pep Guardiola. Ripetere quanto fatto dal tecnico spagnolo non era semplice, ma neanche il tempo di arrivare che l’allenatore emiliano aveva già vinto la Bundesliga nel 2017 – nell’unica stagione in Baviera.
E infine il Real Madrid. Questo weekend è arrivata l’ufficialità: Ancelotti ha vinto anche la Liga e i Blancos sono campioni di Spagna. Non ci era riuscito nella sua prima esperienza alla corte di Florentino Perez – quando però in compenso aveva portato in bacheca la décima Champions League nel 2014. È tornato nella capitale spagnola nel 2022 con l’obiettivo principale di vincere il campionato, e ce l’ha fatta.
Unico Carletto Ancelotti, Re d’Europa.
Italia, Serie A: Milan nel 2003/04
Dopo essersi fatto conoscere al Parma ed aver “deluso” alla Juventus, nel novembre del 2001 mette gli occhi su di lui il presidente Silvio Berlusconi. E Carlo Ancelotti, che aveva lasciato Torino e non aspettava altro che una chiamata del genere dopo la carriera da giocatore, non ci pensa due volte ad accettare l’offerta del Diavolo. Non poteva fare una scelta più azzeccata.
Insieme al Direttore Generale Adriano Galliani costruirà infatti una delle squadre più forti di sempre. Un Milan ricco di campioni e leggende in grado di portare a Milanello vittorie, record e trofei. Su tutti le due Champions League vinte: la prima nel 2003 proprio contro la Juventus a Manchester ai calci di rigore, mentre la seconda nel 2007 ad Atene nella rivincita contro il Liverpool.
Nel mezzo, nella stagione 2003/04, è arrivato il primo ed unico scudetto italiano per il tecnico. Nulla da fare per la Roma: ad avere la meglio con largo anticipo è il Milan di Maldini, Nesta, Gattuso, Pirlo, Seedorf, Rui Costa, Kakà, Shevchenko, e chi più ne ha più ne metta.
Rimarrà al Milan fino all’estate del 2009, dopo aver rifiutato proposte su proposte. Oltre a scudetto e 2 Champions League, Carlo Ancelotti ha sollevato anche la coppa di Campione del Mondo per club nel 2008, la Supercoppa Italiana nel 2005, la Coppa Italia nel 2003 e la Supercoppa Europea nel 2004 e 2008. Inoltre, nel 2006 è stato eletto anche come allenatore dell’anno.
Inghilterra, Premier League: Chelsea nel 2009/10
Nell’estate del 2009 però la sua esperienza in rossonero è giunta al capolinea, e il mister decide di firmare con il Chelsea. La Premier League è un mondo che lo ha sempre affascinato, e stavolta rifiutare l’offerta di Abramovich era davvero impossibile.
Pronti via e, neanche il tempo di svuotare le valigie, che alla sua prima partita ufficiale ha già vinto il Community Shield ai calci di rigore contro il Manchester United. Questo fu il primo segnale: la sua prima stagione sulla panchina dei Blues sarà infatti trionfale.
Non bene in Champions League, ma a fine anno arriveranno la FA Cup e soprattutto la Premier League – vinta con pieno merito. Carlo Ancelotti è quindi il primo allenatore italiano nella storia del Chelsea a vincere il campionato al suo primo anno.
Da qui in poi però la sua avventura col Chelsea andrà in discesa. Risultati non all’altezza e record negativi portano il divorzio tra lui e il patron russo nel 2011.
Francia, Ligue 1: Psg nel 2012/13
Dopo un periodo di pausa, nel dicembre 2012 il tecnico emiliano accetta la corte del Psg – convinto dal progetto di una ricca famiglia araba allora semisconosciuta.
Nonostante una squadra ricca di campioni, però, la sua prima stagione non è esaltante – anzi. Dopo un grande inizio, i parigini vengono eliminati ai quarti della Coppa di Francia e si fanno recuperare in classifica in campionato dal Montpellier – che riuscirà clamorosamente a vincere all’ultima giornata.
L’anno seguente però è tutta un’altra storia. Con gli “italiani” Ibrahimovic, Cavani, Lavezzi, Maxwell, Beckham e Thiago Motta, il Psg si impone in campionato e vince la Ligue 1 con due giornate d’anticipo: è il terzo titolo nella storia del club francese, conquistato ben 19 anni dopo il precedente.
Ora che aveva iniziato a vincere anche in Francia, però, Ancelotti non riesce a rifiutare l’offerta del Real Madrid nell’estate del 2013.
Germania, Bundesliga: Bayern Monaco nel 2016/17
Dopo l’esperienza a dir poco vincente in Spagna – senza però vincere il campionato, causa Barcellona e Atletico Madrid – Ancelotti saluta Cristiano Ronaldo e compagni per una nuova esperienza, del tutto diversa dalla precedente: la Germania. Nel 2016, infatti, il Bayern Monaco ha scelto l’allenatore italiano per sostituire un fenomeno come Pep Guardiola, che aveva appena firmato per il Manchester City.
Con la calma e l’eleganza che lo contraddistinguono, quindi, Ancelotti si è seduto in panchina ed ha fatto ciò che gli viene meglio: gestire i grandi campioni che la società gli ha messo a disposizione. Poche indicazioni, ma semplici e fondamentali.
In agosto vince subito la Supercoppa di Germania contro il Borussia Dortmund, e a fine anno – manco a dirlo – la Bundesliga. Con 3 giornate d’anticipo. Qui si toglierà anche la soddisfazione di vincere la sua millesima partita in carriera da allenatore: un fantastico 8-0 contro l’Amburgo nel febbraio 2017.
Con questo titolo nazionale entra ufficialmente nella cerchia ristretta degli allenatori in grado di trionfare in 4 paesi diversi: con la vittoria del campionato insieme ai bavaresi, infatti, Carletto si è aggiunto a Trapattoni, Happel, Ivic, Mourinho e Gerets.
E oggi li ha superati.
Spagna, Liga: Real Madrid nel 2021/22
Nell’estate del 2021, infatti, dopo le esperienze poco felici e non vincenti a Napoli e all’Everton, Ancelotti torna a “casa”: non al Milan o a Roma, ma al Real Madrid – ovviamente. Florentino Perez aveva infatti bisogno di lui per riportare i Blancos in alto dopo l’addio di Ronaldo e poi di Zidane, e allora si è affidato proprio a Carletto – uno dei migliori allenatori che gli spagnoli abbiano mai avuto.
Qui riparte con un obiettivo molto chiaro: riportare in bacheca il campionato o la Champions League. Detto, fatto.
A gennaio 2022, intanto, porta subito a casa la Supercoppa Spagnola con l’Athletic Bilbao (primo italiano a farcela), ma è solo l’inizio. Con un Benzema mostruoso e un Modric che sembra esser tornato ai livelli di quello che aveva vinto il Pallone d’Oro, il Real Madrid è oggi nuovamente una delle squadre più forti d’Europa.
Lo scorso weekend infatti, con 4 giornate d’anticipo, i Blancos hanno vinto la Liga ben davanti al Barcellona di Xavi. È festa grande nella capitale spagnola, soprattutto per Re Carlo – oggi unico allenatore del pianeta a vincere nei top 5 campionati europei.
E manca ancora la Champions League. Dopo esser diventato il primo allenatore nella storia della competizione a qualificarsi per le semifinali per 4 decenni consecutivi, ora c’è da superare una montagna: mercoledì sera ci sarà infatti la semifinale di ritorno al Bernabeu contro il Manchester City, che ha meritatamente vinto 4-3 l’andata all’Etihad. Dovesse riuscire a compiere anche questo miracolo, dopo aver eliminato Psg e Chelsea, a Madrid gli farebbero quantomeno una statua.
Comunque vada, i suoi numeri, i suoi record e le sue vittorie parleranno per lui. Ma a renderlo diverso da tutti, o quasi, è solo la sua classe – aspetto in questo mondo, oggi, sempre più raro.