Da sempre i calciatori baciano lo stemma sulla maglia della loro squadra, ma non sempre poi lo rispettano. Vediamo chi sono gli amanti fedeli e chi invece i traditori
Oggi, 6 luglio, è la giornata mondiale del bacio. Questa è una festa nata negli anni '90 in Inghilterra, divenuta poi internazionale. Psicologi e ricercatori dicono che baciare faccia bene: allevia lo stress, rafforza i rapporti e addirittura allunga la vita. Il bacio è sempre stato celebrato nell'arte, nella musica, nella letteratura. E nel calcio. Innumerevoli sono i giocatori che negli anni hanno baciato lo stemma stampato sulla propria divisa da gioco. Durante le partite o durante gli allenamenti, persino nelle conferenze stampa di presentazione. A volte come segno d'affetto, altre volte per esultare, altre ancora per far ingelosire vecchi tifosi. Ma il punto è che solo alcuni hanno rispettato e dato un peso a questo gesto. In tanti, infatti, hanno poi tradito la propria amata, vinti dalla novità e da una proposta semplicemente migliore.
L'ultimo caso, in ordine di tempo, è quello dell'attuale portiere del Milan Gianluigi Donnarumma. Il classe 1999, infatti, al termine della partita persa a Torino contro la Juventus fra mille polemiche, aveva giurato amore eterno al Diavolo baciando la sua maglia color oro in mondovisione. Alla luce però di quello che sta succedendo in queste settimane, o meglio, di quello che sarebbe potuto succedere – il condizionale è ancora d'obbligo poiché manca ancora la firma – quel gesto sembra irrilevante. Ci è mancato poco infatti che Gigio decidesse di non rinnovare con il suo Milan, ma che accettasse offerte più allettanti. Si è sfiorata, per un pelo, la tragedia sportiva.
Ma l'azzurro di certo non è il solo. Donnarumma è solo l'ultimo di una lunga lista che ha baciato lo stemma della propria squadra per poi rinnegarne – o quasi – il suo amore. Il caso più eclatante è senza dubbio quello di Zlatan Ibrahimovic, che ha più volte dichiarato di “essere finalmente arrivato nella sua squadra del cuore, quella per cui tifa fin da bambino”, baciandone puntualmente la casacca. Altre situazioni rumorose sono il caso Balotelli, che ha ripetutamente baciato lo stemma del Milan dopo esser stato all'Inter, o la recente vicenda Pogba, che dopo aver baciato la maglia della Juventus non ci ha pensato un attimo ed è volato al Manchester United. Un caso che questi siano tutti assistiti del procuratore Mino Raiola?
Ci sono però altre vicende che non riguardano i giocatori dell'agente portoghese. Ricordiamo ad esempio Cesc Fabregas, che dopo aver baciato più volte la maglia dell'Arsenal – ed esserne stato colonna e capitano – ha deciso di tornare in Premier ma al Chelsea – squadra rivale – dopo la sua esperienza a Barcellona. Caso che conosciamo da più vicino è quello che riguarda il bosniaco Miralem Pjanic che, dopo aver giurato e mostrato più volte fedeltà eterna alla Roma, si è trasferito alla sua acerrima rivale, la Juventus: decisione ovviamente accolta da insulti e polemiche da parte dei tifosi giallorossi.
D'altra parte, esistono ancora in questo sport alcuni – rari – inguaribili romantici. Giocatori che se promettono amore eterno ad una maglia, baciandola e rilasciando dichiarazioni a cuore aperto in pubblico, poi ne rimangono fedeli. Su tutti da evidenziare sono le cosiddette “bandiere” che, secondo qualcuno, oggi, non esistono più.
Calciatori come Totti, Del Piero, Zanetti, Maldini e tanti altri hanno compiuto questo gesto e non vi hanno mai mancato di rispetto. Ma nella lista ci sono anche campioni di adesso: De Rossi con la Roma, Buffon con la Juventus o Messi – che ha appena rinnovato – con il suo Barcellona.
Questi sono giocatori che hanno amato fin da subito e fino all'ultimo la propria squadra, i propri tifosi, la propria maglia. La propria donna. E non l'hanno mai tradita. Perché un bacio, soprattutto per i tifosi – ma per fortuna ancora anche per qualche calciatore – è qualcosa di molto serio.
Fonte foto: twitter.com/UEFAcom_it