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Che fine ha fatto?

Che fine ha fatto Kerlon “Foquinha”? Lo sfortunato talento che ha illuso il mondo con il dribbling della foca

Che fine ha fatto Kerlon “Foquinha”? Lo sfortunato talento che ha illuso il mondo con il dribbling della foca

“Che fine ha fatto?”. Ce lo chiediamo di un amico che non si fa più sentire dopo che ha copiato i compiti di latino per tutto il liceo, del pantalone dell'abito della laurea che tua madre ha messo in un posto sicuro e che probabilmente verrà ritrovato dai tuoi nipoti, di quella ricevuta di pagamento della multa che è “sempre stata lì” ma ora che ci è arrivata la mora per non averla pagata sembra essere stata ingoiata dall'etere. Ce lo chiediamo anche per quei calciatori che sembrano destinati a prendere a pallate tutti per un'era calcistica ma che dopo pochi attimi di gloria si dissolvono come neve al sole.

Che fine ha fatto è proprio il nome che abbiamo voluto dare a questa rubrica. Per ricordare insieme quei talenti che hanno abbacinato tutti agli esordi e che ora sono dispersi in qualche campo di periferia o come direbbe qualcuno: “hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro e adesso ridono dentro al bar“.

Nei precedenti appuntamenti, siamo passati dal talento sprecato di Mastour, alla rinascita dopo tanto travagliare di Macheda. Questa settimana la dedichiamo ad un ormai ex calciatore, la cui storia è un intreccio di sfortuna e sfrontatezza che convergono in un finale tutt'altro che felice. “Foquinha”, al secolo Kerlon Moura è un calciatore brasiliano classe 1988 cresciuto nelle giovanili del Cruizeiro nel suo Brasile. Il talento nei piedi non gli è mai mancato ma ciò che lo ha reso celebre è il suo dribbling, inventato con suo padre quando era ancora un bambino. Palla alzata, appoggiata sulla testa e corsa tra i difensori allibiti. Una capacità di controllo del corpo mai vista prima, associata all'effetto sorpresa rendeva il suo trick efficacissimo e quasi impossibile da contrastare. A questo si era aggiunta una cura maniacale del dettaglio, implementando la visione periferica e studiando sui libri di fisica le componenti che migliorassero il controllo di palla sopra la testa.

Se avete mai messo piede in un qualsiasi rettangolo verde, dalle partitelle con gli amici fino ai professionisti, sapete benissimo cosa succede in questi casi. Il primo dribbling provoca un “wow”, il secondo rende gli avversari un po' irascibili, al terzo l'entrataccia è quasi inevitabile. La prima di una lunga serie arriva in una stracittadina tra il Cruizeiro e l'Atletico Mineiro che costa quattro mesi di squalifica al terzino vecchia conoscenza del Bologna, Dyego Coelho. 

Foquinha, arriva in Europa a vent'anni, grazie all'intesa tra Mourinho e Mino Raiola che regalano il gioiellino all'Inter che di lì a poco vincerà qualsiasi cosa. L'erede di Ronaldinho, così lo etichetta qualcuno in patria, però, giunge in Italia reduce già da un crociato rotto. Dall'Inter va in prestito al Chievo per mettere minuti nelle gambe, ma si ritrova con 4 presenze a fine stagione. I nerazzurri hanno una rosa intrisa di fuoriclasse e il giovane brasiliano non trova mai spazio. Soprattutto inizia per lui un calvario infinito con gli infortuni che lo perseguitano: altro crociato, poi caviglia. Diversi di questi sono causati (direttamente o indirettamente) da avversari infastiditi che vengono portati a spasso dal dribblig della foca. Kerlon però, non smette, anzi si diverte e rilancia “so che sono destinato a prenderle, ma non mi importa”. Dopo soli due anni in Italia, viene spedito all'Ajax dove continua a fare la comparsa nelle giovanili, in quella che, dopo sole tre stagioni, è sua ultima apparizione nel calcio europeo di un certo livello. Dal 2011 Foquinha inizia una serie di viaggi in giro per il mondo, da fare invidia a mister Fog. Si torna in Brasile, poi Giappone, Stati Uniti, Malta, fino al ritorno in Europa nel campionato slovacco. Nel 2017 arriva l'addio al calcio giocato.

La carriera di Kerlon Foquinha, non è stata per nulla quella che ci si sarebbe potuto aspettare e si è conclusa molto prima del previsto. Se si guardano le statistiche di presenze e gol, è una vera e propria meteora, partita e mai arrivata a compimento: conta un massimo di 12 presenze stagionali. Anche a causa degli infortuni, non ha mai avuto continuità e probabilmente non l'ha neanche mai cercata. Ha passato gli anni che gli sarebbero serviti per diventare un calciatore professionista a divertirsi irridendo qualche avversario qui e lì. Sulla sua strada ha avuto la fortuna di mettere gli scarpini negli spogliatoi di calciatori del calibro di Suarez e Figo. Di un talento riconosciuto da tanti addetti ai lavori è rimasto il ricordo di un dribbling fenomenale che lo ha condannato però ad uscita di scena precoce e senza gloria. Ripercorrendo un attimo le ultime righe però ci accorgiamo che se non fosse per “l'invenzione” di quel dribbling, però, Kerlon Moura sarebbe stato un mediocre calciatore qualsiasi e Foquinha non avrebbe mai spopolato, a suo modo, nel mondo del calcio.

Adesso si gode la vita negli Stati Uniti: con qualche chilo di troppo, ha aperto una scuola calcio. Magari cerca qualcuno che sia in grado di ripetere quel trick spettacolare che lo ha contraddistinto. Siamo sicuri però che se mai dovesse trovarlo, gli spiegherà che l'integrità fisica per un calciatore è una componente necessaria e che il dribbling della foca diverte un sacco il pubblico, ma molto meno gli avversari.


Gianni De Simon

30 anni, nato e (soprav)vissuto a Bari, ingegnere civile ma solo per sbaglio. Appassionato di qualsiasi sport o forma di competizione esistente, calcio e fantacalcio in primis. Se c'è una palla che rotola c'è sempre un bimbo che le corre dietro.

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