
Classe 2005, nato a Togo ma col cuore in Italia: chi è il nuovo talento osservato dalla Nazionale
Nei suoi cinque anni alla guida della Nazionale italiana Roberto Mancini non ha mai nascosto la volontà e il coraggio di offrire la maglia azzurra a coloro che la meritassero, a prescindere dalla carta d'identità e dal bagaglio d'esperienza. Il primo caso eclatante fu quello di Nicolò Zaniolo, convocato nel settembre 2018 ancor prima del suo esordio in Serie A. Lo scorso novembre il CT ha invece lanciato in campo, all'età di 16 anni e 8 mesi, il classe 2006 Pafundi. Su di lui ha di recente detto: “Prima Pafundi, poi tutti gli altri: questa è la mia idea quando scrivo la lista. Ha qualità incredibili, crediamo molto in lui”. Un'investitura importantissima sul gioiellino dell'Udinese (impegnato con la nazionale Under 20 ai Mondiali), che descrive al meglio il modo in cui il Mancio ha intenzione di gestire la sua Nazionale negli anni a venire.
Un nome nuovo che potrebbe figurare nelle prossime convocazioni è quello di Halid Djankpata, centrocampista 18enne che milita nelle giovanili dell'Everton osservato con interesse dalla Federazione. Lo ha confermato lo stesso Halid, in un'intervista rilasciata a Cronache di Spogliatoio: “Sono davvero felice perché la FIGC ha inviato alcune mail al mio procuratore dove affermava di aver mandato alcuni osservatori a visionarmi per potermi convocare in Nazionale“. Ecco tutta la storia di Djankpata, dai primi calci in Italia all'incontro con Lampard.
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La storia di Halid Djankpata
Halid nasce a Togo da genitori originari del Benin, ma si trasferisce in Italia all'età di appena nove mesi: “Abitavo a Milano – racconta a gianlucadimarzio.com – e giocavo nel Velate. Ho ricordi bellissimi lì, è ancora casa mia. Avevo fatto dei provini anche con il Brescia e l’Atalanta, ma avevo detto di no dato che erano lontani”. Ad 11 anni un altro spostamento, stavolta in Inghilterra: “La decisione di andare in Inghilterra è stata della mia famiglia. Dicevano che lì la vita sarebbe stata migliore, ma sinceramente io non ero d’accordo.Quando me l’hanno detto ho pianto tantissimo. Ma ora gioco nell’Everton quindi non posso lamentarmi”. Lo cercano anche Manchester City e Liverpool, ma ha scelto l'Everton perché affascinato dalla sua storia. Delle giovanili dei Toffees è oggi anche il capitano: “La prima volta che mi hanno dato la fascia ero molto orgoglioso. Non è facile essere il capitano di una squadra così importante, ma è stato un atto di fiducia e mi fa sempre spingere a lavorare di più“.
In Italia era attaccante, ma in Inghilterra viene spostato a centrocampo per via della fisicità. Del suo talento se ne accorge anche Frank Lampard, allenatore dell'Everton fino al 23 gennaio scorso: “Con lui ho avuto un rapporto bellissimo, mi ha fatto sentire a casa”. L'ex capitano del Chelsea lo aggrega anche agli allenamenti della prima squadra: “Al primo allenamento mi ha dato subito la mano e mi ha abbracciato prima di entrare in campo. I ragazzi sono stati un sacco disponibili, mi hanno aiutato. Era bello allenarsi con loro. È tutto molto più veloce, ma non è stato difficile ambientarmi”.
Ora sogna la chiamata dell'Italia, ispirandosi ad alcuni modelli importanti: “Il mio idolo è sempre stato Pirlo dato che sono centrocampista come lui. Ma devo dire anche Balotelli. Di lui mi è sempre piaciuto che quando tutti lo odiavano ma lui andava avanti. Se accetterei la convocazione? Certo assolutamente, accetterei subito“.
