
L’attaccante serbo ha fatto innamorare il popolo Viola, ma poi l’ha lasciato a metà stagione per la Vecchia Signora: ci si aspetta un’accoglienza rovente per lui
Mercoledì 2 marzo andrà in scena la semifinale d’andata di Coppa Italia tra Fiorentina e Juventus allo Stadio Artemio Franchi di Firenze. Per molti è una partita come tutte le altre, uno step per accedere alla finale di un trofeo stagionale.
Non la pensavo così però le tifoserie delle due squadre e, di certo, Dusan Vlahovic. L’attaccante serbo ha infatti lasciato la Viola nel mercato di gennaio per cominciare una nuova esperienza con la maglia bianconera. A Firenze ovviamente nessuno l’ha presa bene, ma questo è il calcio.
Ed ora, Vlahovic e Fiorentina si ritrovano da avversari, per di più proprio al Franchi. Di sicuro, il pubblico gli riserverà un’accoglienza speciale al suo ingresso in campo e, probabilmente, ad ogni pallone toccato. Un’accoglienza, ovviamente, non positiva. Il ragazzo però ha un carattere di ghiaccio, è temprato ed ha la personalità per andare oltre i fischi.
Anche per via del pessimo rapporto tra le due tifoserie (quella bianconera infatti non ci sarà), il clima sarà a dir poco rovente e ostile nei confronti della squadra ospite.
Vlahovic in maglia Viola: è nata una stella a Firenze
Il classe 2000 è arrivato a Firenze nell’estate del 2018 dal Partizan Belgrado. All’inizio ci ha messo un po’ ad ingranare. Alla sua prima stagione con la maglia della Fiorentina, infatti, l’attaccante serbo ha collezionato appena 10 presenze in Serie A, senza gol né assist. All’epoca aveva appena 18 anni, il nostro era un campionato troppo duro per lui – che era ancora troppo acerbo come centravanti.
Poi ha cominciato a mettere su massa muscolare, sicurezza nei propri mezzi e, soprattutto, mister Montella gli ha concesso molto più spazio. Muriel è stato venduto e Simeone ha perso il posto da titolare a favore proprio del serbo. Il tecnico ha cominciato a puntare sul classe 2000, facendogli registrare ben 30 presenze in Serie A e 4 in Coppa Italia nella stagione 2019/2020. In quell’anno, il ragazzo realizzò anche le sue prime reti italiane: 6 in campionato e 4 in coppa.
Ormai era chiaro a tutti che stava nascendo una stella. La Fiorentina aveva trovato un ragazzo d’oro, capace di reggere l’attacco da solo e in grado di andare sempre con facilità in doppia cifra. Tutti ormai a Firenze sapevano di aver per le mani una perla, ma forse non così lucente.
La sua esplosione definitiva avvenne la stagione seguente, con in panchina prima Iachini e poi Prandelli. Ben 21 gol in 37 partite in Serie A per il bomber serbo, che così è diventato famoso in tutta Europa. L’ex Partizan ha dimostrato di essere un attaccante moderno: bravo non solo a segnare ma anche a giocare da sponda per i compagni, non solo forte fisicamente ma dotato anche di un ottimo piede sinistro, non solo veloce ma anche intelligente dal punto di vista tattico.
La Fiorentina ha quindi cominciato la stagione 2021/22 sotto la stella di Dusan Vlahovic, che nel frattempo con la sua nazionale ha anche ottenuto la qualificazione al Mondiale in Qatar davanti al Portogallo di Cristiano Ronaldo. Il presidente Commisso ha quindi scelto mister Vincenzo Italiano per tornare ad entusiasmare i tifosi: mai scelta fu più azzeccata. L’ex allenatore dello Spezia ha infatti portato il suo calcio offensivo, ricco di idee innovative e propositive. Su tutti, ne ha giovato proprio il classe 2000.
La Fiorentina ha fatto un grande girone d’andata, chiudendo a ridosso della zona Champions League. Gran parte del merito, ovviamente, va ai numeri del 9, che in 21 partite di Serie A con la casacca Viola ha totalizzato addirittura 17 reti.
A quel punto, chi ancora lo considerava un attaccante di seconda fascia non ha più potuto far finta di non vedere. L’Europa intera avrebbe fatto follie per averlo nella propria rosa a giugno 2022, ma come spesso accade in queste situazioni in Italia è la Juventus il primo club a muoversi.
Dopo lunghe trattative, il presidente Agnelli si aggiudica nel calciomercato di gennaio il fenomeno del momento per ben 75 milioni di euro. Dusan Vlahovic lascia così la Fiorentina a metà stagione dopo 108 presenze, 49 gol e 10 assist.
Una nuova vita: Vlahovic si è già preso la Vecchia Signora
A gennaio Vlahovic ha deciso di cambiare squadra, sentendosi già pronto per fare il grande salto. Il serbo ha scelto una nuova vita, firmando per una delle migliori squadre d’Italia e d’Europa: la Juventus, che ancora una volta soffia alla Fiorentina il suo miglior giocatore – come già era successo in passato con Baggio, Chiesa, Bernardeschi e tanti altri.
Come ha più volte ribadito mister Allegri, Vlahovic era proprio ciò che mancava: un attaccante in grado di far salire la squadra e, soprattutto, di sbatterla dentro a quasi ogni occasione. Pronti via, e Vlahovic si è dimostrato proprio questo: un punto di riferimento, umile, con tanta voglia di fare e dotato di un vero e proprio killer instinct.
Il classe 2000 ha esordito con la maglia della Vecchia Signora il 6 febbraio all’Allianz Stadium contro il Verona. Ci ha messo appena 13 minuti per segnare la sua prima rete con la sua nuova squadra: sfrutta al meglio l’assist di Dybala e batte il portiere con un perfetto pallonetto mancino.
Non contento, è stato estremamente decisivo pochi giorni dopo anche nei quarti di finale di Coppa Italia contro il Sassuolo. Sul punteggio di 1-1, a pochi minuti dal termine ha seminato il panico nella difesa neroverde e, di forza e rabbia, ha propiziato l’autogol che ha regalato il passaggio del turno alla sua Juventus.
Ma non è tutto. Prima della doppietta fondamentale nella vittoria di sabato sera ad Empoli per 2-3, Vlahovic ha colpito anche al suo esordio assoluto in Champions League. Qualcuno pensava che avrebbe potuto patire la pressione o l’assenza di Dybala infortunato, ma il serbo non ha dato loro questa soddisfazione. Nella gara d’andata degli ottavi di finale, addirittura in trasferta in un campo ostico come quello di Villarreal, il nuovo centravanti bianconero ci ha impiegato appena 32 secondi: lancio lungo di Danilo, stop di petto e palla in buca d’angolo con un perfetto diagonale destro – non il suo piede preferito.
Vlahovic è diventato così il più veloce marcatore in Champions League nella storia della Juventus, oltre che il più giovane nella storia del club a segnare in questa competizione – dopo solo ad un certo Alessandro Del Piero, il giocatore più importante nella storia di questa società.
Il serbo però non ha portato solo numeri da capogiro, ma anche grande entusiasmo. “L’effetto Vlahovic” ha scosso tutto il movimento bianconero, che ora pensa alla seconda parte di stagione con grande ottimismo. I bianconeri sono al 4^ posto in classifica e tornati in corsa anche per obiettivi maggiori, poi tra un paio di settimane si penserà al ritorno degli ottavi di Champions dopo l’1-1 in Spagna. Nel frattempo, nel mezzo, c’è da giocare l’andata della semifinale di Coppa Italia proprio contro la Fiorentina, la sua ex squadra.
Non sarà Messi, ma che Vlahovic abbia qualcosa di diverso è stato chiaro a tutti fin da subito. Al di là delle sue capacità, quello che gli permette di eccellere è anche la sua personalità. Dopo i 101 gol segnati da Ronaldo con la Juventus in sole 3 stagioni, il classe 2000 ha pensato bene di accaparrarsi proprio la maglia numero 7.
Se tutto questo non vuol dire essere un predestinato…
