L'incredibile epopea del calciatore-tronista per eccellenza, terzino con il senso del gol e con il record di presenze all'Hollywood
Da che mondo è mondo, il calciatore in Italia è sempre visto come un amante della bella vita, rigorosamente affiancato dalla modella o dalla velina di turno e pronto a sfrecciare sulla sua auto di lusso. C'è chi, però, ha incarnato questo stereotipo come se fosse una missione, mettendolo addirittura davanti al calcio. Un esempio su tutti? Nientepopodimeno che il buon Francesco Coco, protagonista dell'episodio odierno della nostra rubrica Fantameteore verso Inter–Milan. Perché, ne siamo sicuri, almeno il 90% dei fantallenatori più longevi ci ha investito qualche credito, anche solo per una volta.
Milan: abbiamo il nuovo Maldini?
No, non siete ubriachi: lo abbiamo scritto davvero. Questo perché effettivamente Coco a inizio carriera veniva paragonato a Maldini. Certo, questo ingombrante paragone negli anni successivi è caduto anche sulle spalle del povero De Sciglio, quindi possiamo dire che non è che sia stato usato proprio con parsimonia. Il problema è che le aspettative sul bel Francesco erano altissime. E giustificate: esordio in Serie A a 18 anni, con una maglia impegnativa come quella del Milan e in un calcio diverso, in cui i debutti precoci erano una rarità. Coco gioca la sua prima partita in rossonero nel 1995/96, stagione in cui raccoglierà ben 20 presenze e a fine anno vincerà anche lo scudetto. Eppure non tutti sono ancora convinti. Secondo alcune indiscrezioni, il tecnico rossonero Fabio Capello, un po' per pungolarlo e un po' per scetticismo, gli avrebbe addirittura detto:
“Se diventi un calciatore professionista, io mi taglio i co….ni”
Ciò nonostante, dopo un paio di prestiti tra Vicenza e Torino, il buon Coco non solo risulta essere un calciatore professionista, ma anche un titolarissimo del Milan. Il nuovo allenatore Zaccheroni, infatti, va matto per il suo giovane difensore e non vi rinuncia praticamente mai, né in campionato, né in Champions. Lui, dal canto suo, lo ripaga con 4 reti e 4 assist nella sua migliore stagione, quella 2000-01. Conquista anche il ct azzurro Trapattoni, che lo convoca con regolarità nell'Italia. L'idillio è però destinato a rompersi ben presto: nell'estate del 2001 approda a Milano l'Imperatore Fatih Terim. Poco conta che sia destinato a rimanere sulla panchina rossonera solo per qualche mese: in breve tempo fa capire a Coco di essere di troppo e lo spinge alla cessione in prestito al Barcellona. Non solo: come emergerà dall'inchiesta Vallettopoli nel 2006, ai tempi della sua esperienza milanista il povero Francesco subisce anche un ricatto da Fabrizio Corona, per via di alcune fotografie che lo ritraggono nudo con alcuni amici.
Inter: bello il calcio, ma vuoi mettere con la vita da tronista?
Come detto, Coco nel 2002 si trasferisce in prestito al Barcellona, dove colleziona diverse presenze ma non convince. A fine stagione, torna a Milano, ma si rende presto conto che in rossonero non c'è più posto per lui. Nel frattempo, sulla sponda nerazzurra, il dramma del 5 maggio è ancora una ferita aperta per i tifosi dell'Inter. Il nemico pubblico numero uno è Gresko, autore di una prestazione ai limiti dell'imbarazzante proprio nello scontro decisivo contro la Lazio. Tanti interisti preferirebbero vedere una sedia al posto dello sfortunato biondino sulla fascia sinistra. E allora ecco la pazza idea: perché non puntare sullo scaricato Coco per tappare quel buco? Non è tanto quest'idea in sé a risultare malsana, quanto le folli condizioni della trattativa. L'Inter propone uno scambio alla pari con Seedorf. E passi la cessione di Pirlo, ancora incompreso, un anno prima: ma che l'olandese fosse forte si era già visto da un pezzo… Coco gioca pure una stagione a livelli discreti, prima di piombare in un circolo vizioso di infortuni e acciacchi.
Se la vita da calciatore va male, altrettanto non si può dire di quella da vip: a queste date risale infatti la celeberrima storia d'amore con Manuela Arcuri, nonché i picchi più alti della sua carriera mondana. Le sue presenze in campo sono ai minimi storici – appena sei partite – , ma all'Hollywood è titolare fisso. Peccato che ai fantallenatori che hanno creduto nel suo ritorno in Italia – e presumibilmente sborsato non pochi crediti per aggiudicarselo – non interessino questi record. E probabilmente si imbufaliscono ancora di più i tifosi dell'Inter, che vedono la “pedina di scambio” Seedorf alzare una bella sfilza di trofei. Quando finalmente Coco ritorna disponibile in pianta stabile, sulla panchina nerazzurra siede Mancini, che non lo fa giocare praticamente mai.
Un finale inglorioso
Nel 2005 un nuovo infortunio spinge l'Inter a cedere Coco in prestito al Livorno, dove il terzino recupera e disputa una stagione tutto sommato ottima. Riscatto in vista? Macché, Francesco si fa male un'altra volta e Mancini, disperato, cerca di fargli sostenere provini in giro per il mondo – Manchester City, QPR, Sant'Etienne – pur di liberarsene. Un fallimentare prestito al Torino prima del ritiro dal mondo del calcio, a soli trent'anni. Coco non ne fa un dramma e si reinventa uomo di spettacolo – non di altissimo profilo, a dirla tutta. Negli anni successivi vanta una partecipazione a L'Isola dei Famosi, breve e assai poco incisiva come la sua carriera, qualche anno nelle pubbliche relazioni al Billionaire e un tentativo fallito di riciclarsi come attore negli Stati Uniti. Un magro bottino, per il nuovo Maldini.
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