Riportiamo alla luce una delle più ambigue e controverse figure della Serie A degli ultimi anni: il ‘malaka', da eroe a Catania a stipendiato della Juventus
Bluff: Vanteria infondata, montatura, finzione, soprattutto al fine di far credere ai fantallenatori di avere possibilità che in realtà non si hanno.
semicit. Treccani
Clamoroso al Cibali!
Che Sandro Ciotti abbia davvero pronunciato questa espressione ormai entrata nella storia è poco importante. Sta di fatto che quel 4 giugno del 1961 il Catania sconfisse l'Inter 2-0 all'ultima giornata di campionato. Bisognerà aspettare circa 50 anni per poterla ripetere nuovamente, con altrettanta sorpresa. È il 12 marzo del 2010 e all'Angelo Massimino arriva la super corazzata di Josè Mourinho, lanciatissima verso il triplete. Ed è il Principe dei Principi, il futuro eroe di Madrid Diego Milito a portare avanti quella sera i nerazzurri e a far pensare all'ennesima pratica sbrigata. Niente di più sbagliato, perché negli ultimi 15 minuti succede l'imponderabile: prima Maxi Lopez pareggia, poi Muntari entra al 79′, si fa ammonire dopo 20 secondi per un'entrataccia e prende il secondo giallo sulla stessa punizione per fallo di mano, concedendo il rigore agli etnei. Mascara segna con il più classico (si fa per dire) dei cucchiai, il pubblico è in delirio per la magia del ragazzo ‘meglio di Maradona e Beckham‘. Ma non hanno ancora visto nulla.
Minuto 90, Andujar rilancia più lungo che può sulla fascia dove un suo compagno chiomato lotta con il fortissimo Lucio. Il brasiliano va a vuoto, il rossoblu vola sulla fascia, si fa beffe due-tre volte del campione del mondo toccando la palla prima di stinco, poi con l'esterno destro e infine con un'accelerazione impressionante. Ma il numero 25 non è ancora contento, non è stanco e continua a correre in area, rientrando verso il centro. Dà l'ennesimo tocco alla palla, sempre e solo con l'esterno destro, e salta anche Julio Cesar, il miglior portiere al mondo in quel momento. Con il piattone poi la mette dentro in scivolata e fa esplodere Catania e tutta l'Italia. Tristemente, il più bello dei suoi gol in Serie A sarà anche l'ultimo. Ladies and Gentlemen, per la nuova puntata di Fantameteore tutti in piedi sul divano per Jorge Andrés Martinez Barrios.
Tutti pazzi per il pazzo
Catania è una città accogliente e calorosa anche dal punto di vista calcistico, con un tifo scatenato e divertente come pochi in tutta l'Italia. Per questo motivo tra la fine degli anni '00 e i primi di questo decennio, è diventata porto di molti giocatori sudamericani. Una colonia che ha fatto letteralmente impazzire i supporter del liotru per più di un quinquennio, fino alla triste decadenza. Uno di questi è stati proprio Jorge Martinez, giocatore uruguaiano arrivato direttamente dal Nacional, uno dei club più gloriosi di tutta Montevideo. Sbarca in Sicilia a 24 anni tra l'indifferenza generale, ma i più esperti sospettano sia l'ennesimo colpo di Pulvirenti e Lo Monaco. Se ve lo state chiedendo, si è quel Lo Monaco citato da Mourinho.
Dalle sue parti lo chiamano il malaka, tradotto in greco il pazzo (anche se questo nome si deve ad un paio di scarpe che indossava da bambino) e non è di certo il migliore dei biglietti da visita. La prima stagione però è sorprendente, ed è proprio lui a realizzare il gol del pareggio all'ultima giornata contro la Roma che regalerà ai rossoblu la permanenza in Serie A. Saranno 8 le reti nella stagione 2007/2008 che faranno di lui un oggetto del desiderio della successiva asta di fantacalcio. La seconda stagione però è un po' sottotono e i gol alla fine saranno soltanto 5, quasi tutti a campionato ormai finito e con una salvezza già conquistata degli etnei.
Ma, come avete detto anche voi prima dell'ennesimo tentativo (fallito) di superare l'esame della patente, “la terza volta è quella buona”. Martinez esplode definitivamente, diventando un giocatore completo sotto la guida di Atzori prima e Mihajlovic dopo. E la sua parabola ascendente tocca il vertice, come già detto, giorno 12 marzo 2010 con il super gol all'Inter. È l'apoteosi, la realizzazione di un campione che finalmente è riuscito ad esprimere a pieno tutto il suo talento e la sua classe. Martinez in quella stagione realizza 9 gol e a 27 anni è pronto per il grande salto dopo tre anni ai piedi dell'Etna. Pronto a trascinare in alto una gloriosa nobile decaduta, e soprattutto tanti fantallenatori altrettanto in declino.
Tre uomini e una pippa
-Tu non hai mai rischiato?
-Si, una volta. Ho speso 12 milioni per Jorge Martinez.Ipotetico dialogo tra Giovanni Storti e Beppe Marotta
Il 28 giugno 2010 la nuova Juventus di Agnelli, Marotta e Paratici strappa un assegno da 12 milioni di euro per portare l'uruguaiano a Torino. La critica è sicura: è lui la freccia che ci vuole per il 4-4-2 tutta corsa e fantasia del nuovo mister Gigi Delneri, pronto a riportare la Vecchia Signora al posto che le compete. “Ecco Martinez, il giocatore spettacolo”, titola la Gazzetta dello Sport (nessuno vuole colpevolizzare nessuno, eh). E i fantallenatori ci credono, rivedendo nella sua folta capigliatura e nelle sue movenze un erede di Mauro Camoranesi. Anzi meglio. E quel suo piedino fatato poi sembra proprio adatto per le qualità di un bomber altrettanto folle come Fabio Quagliarella. Senza dimenticare che a Catania si è dimostrato davvero l'uomo della Provvidenza, quello dai colpi geniali, quello dei gol pesanti. E, dettaglio non indifferente, può anche giocare da seconda punta. Insomma, i soldi da spendere son tanti ma più che giustificati.
I CONSIGLI DI FANTACALCIO SEMPRE AGGIORNATI: CHI SCHIERARE E CHI EVITARE
La Kryptonite è bianconera
E invece complice la sfortuna, i tanti infortuni, una stagione più nera che bianca di tutta la rosa e varie incomprensioni con Delneri (ma chi non le avrebbe?), Jorge si rivela la più grande delusione di quella stagione in relazione al prezzo speso. Saranno soltanto 12 le presenze e come detto nessun gol all'attivo. Per non parlare dei voti, più disastrosi di quelli di cugino Vincenzo che ha frequentato quattro volte la seconda media perché gli piaceva troppo. Ma sul banco degli imputati l'uruguaiano è in buona compagnia e la prima testa che cade è quella di mister Delneri, esonerato a fine stagione.
Con l'arrivo di Antonio Conte, però, le cose si fanno se possibile ancora più complicate per Martinez. Infatti, non appena mette piede a Vinovo, il mister leccese impone subito le sue rigidissime regole. Ad esempio una di queste stabilisce che tutti coloro i quali hanno più capelli di lui non vedranno mai il campo. Si spiega così la totale sparizione sia dell'uruguaiano sia di Milos Krasic, una delle poche note non negative della precedente stagione bianconera. Troppo per il malaka, costretto a cambiare lido e a trasferirsi a Cesena. Qui sembra pronto a ritrovare lo splendore di Catania, e così la pensano tanti fantallenatori che ripiegano nuovamente su di lui. E difficile a credersi, ma l'annata è anche più orribile della precedente. Martinez passa quasi tutte le domeniche a guardare i compagni dall'infermeria. Quando viene chiamato in causa, poi, il niente: nessun lampo di genio, nessun tocco elegante e nessun gol. È come se d'un tratto la sua classe fosse sparita nel nulla, o forse come se non fosse mai esistita. La sua esperienza in Serie A finisce in un anonimo Cesena-Siena quando, dopo 30 minuti di gioco, l'allenatore Mario Beretta è costretto a sostituirlo per l'ennesimo infortunio. Guarda caso due squadre bianconere, così come lo era la squadra che ha segnato l'inizio della sua fine calcistica. Che sia soltanto una coincidenza?
Lui non crede…
Voglio una vita da Jorge Martinez
Con il senno di poi, Jorge Martinez si è rivelato il più grande errore di valutazione di Marotta da quando è alla Juventus. Infatti i bianconeri saranno costretti a tenerlo a bilancio, prolungandogli anche il contratto da cinque a sei anni per poter ammortizzare il costo del suo cartellino, fino al 30 giugno 2016. Insomma, uno stipendiato di lusso mandato in giro per il mondo: dopo Cesena, infatti, la Juventus lo ha mandato al Cluj, al Novara e infine allo Juventud, con ingaggio pagato sempre dalla squadra torinese e rigorosamente in prestito gratuito. Poi il nulla, tanto che di lui non si hanno più notizie. Attualmente, secondo Transfermarkt, risulta svincolato (ma noi non ci giuriamo).
Il meglio di Jorge Martinez alla Juventus. Noi ci dissociamo
Aspettate, lasciateci sfogliare per bene il vocabolario. E sì, proprio come sospettavamo: malaka in greco vuol dire anche ‘genio' . Ed effettivamente si fa fatica a chiamare scemo uno pagato per giocare meno di 1300 minuti in sei anni (media di circa 3 ore e mezzo all'anno). Bravo Jorge, tutti nella vita vorremmo essere proprio come te. Oppure no: perché al di là del lato divertente della questione, la sfortuna che ha colpito questo ragazzo è stata impressionante, con un numero di infortuni che si fa fatica sia a contare che a comprendere. Un giocatore che aveva un gran talento, o forse no, ma che purtroppo non ha mai potuto dimostrare né l'una né l'altra tesi. E ha lasciato tutti quelli che lo hanno amato a Catania con l'amaro in bocca e con la certezza che fosse veramente un fuoriclasse. Ma questo, ahinoi, non lo sapremo mai.