Oggi tutti gli appassionati di calcio hanno provato un pizzico di nostalgia quando hanno letto l'annuncio del ritiro di Gerrard. Un centrocampista completo capace di segnare e di difendere ma soprattutto una bandiera del Liverpool che ha vissuto ogni emozione con i reds.
La vita di Steven cambia per sempre quando nel 1989 i suoi genitori non gli comprano il biglietto per la semifinale di FA cup, Liverpool-Nottingham Forest. Destino diverso invece per suo cugino, apparentemente più fortunato e da Steven invidiato. La vita però sa essere ingiusta e quella fortuna diventò tragedia, più precisamente la strage di Hillsborough, dove 96 persone ( 79 avevano meno di 30 anni ) persero la vita mentre altre 200 riportarono ferite più o meno gravi. Il cugino “fortunato” era rimasto schiacciato e a soli 10 anni perse anche lui la vita.
Il dolore è forte ma nasce in Steven anche una consapevolezza: un angelo da lassù lo proteggerà e lo sosterrà, aiutandolo nei momenti di difficoltà a superare tutte le sfide che gli si presenteranno.
Il 29 novembre 1998 arriva l'esordio con il Liverpool, subentrando al posto di Vegard Heggem. Ci mette poco a convincere tutti e qualche anno più tardi è già considerato una vera e propria stella del calcio inglese. Inutile l'assalto del Chelsea e degli altri club interessati: il suo cuore batte solo per il Liverpool, Anfield è la sua casa.
L'arrivo di Benitez e la Champions di Istanbul 2005 rappresentano il momento più alto della sua carriera, ma quanta fatica: durante la finale, a fine primo tempo, il Milan comanda 3 a 0. Negli spogliatoi Steven sa dove trovare la forza, sa che Jon-Paul (suo cugino) è ancora con lui. Una preghiera e una speranza, un secondo tempo da giocare e la voglia di portare i reds più in alto di tutti in Europa. No, non è finita. Calcio d'angolo e manco a dirlo, Gerrard salta più in alto di tutti, Dida non può arrivarci ed è 3 a 1, goal che da il via ad una delle rimonte più incredibili che la storia del calcio conosca. La vittoria ai rigori, i miracoli di Dudek e del suo balletto, fanno da cornice al capitano che alza la coppa dalle grandi orecchie al cielo: Liverpool campione d'Europa, 31 anni dopo. La vittoria è anche per Jon-Paul.
Qualche anno più tardi c'è il rimpianto di una Premier sfumata nelle ultime giornate, le lacrime sincere di chi ha dato tutto per quella maglia e che ancora una volta avrebbe voluto rendere omaggio con un trofeo, la vittoria del campionato, da regalare ai suoi tifosi.
L'esperienza al Liverpool si concluderà dopo 690 partite e 180 goal. Una Champions, una coppa Uefa, due supercoppe europee, due FA cup, tre coppe di lega inglese e due supercoppe d'Inghilterra. Premi personali? Manco a dirlo, nel 2009 è lui il calciatore dell'anno in Premier. E in Nazionale? 114 presenze, condite da 21 goal.
A fine carriera l'avventura in MLS, per salutare poi definitivamente il calcio a 36 anni.
“Quando staranno per terminare i miei giorni, non portatemi in ospedale, ma ad Anfield. Qui sono nato e qui voglio morire”. Per questo caro Steven, c'è ancora tempo, ma dalle parti di Anfield siamo sicuri che, dopo aver letto la notizia del tuo addio, qualcuno sta piangendo.