Oggi è l'anniversario dell'ultimo scudetto rossonero prima dell'egemonia bianconera, e Gattuso sogna di fare lo scherzetto al suo ex allenatore
Il Milan è pronto. Con l'agevole vittoria casalinga sul Verona, i rossoneri hanno dimostrato di stare bene sia fisicamente che mentalmente. Finalmente la squadra di Gattuso ha la possibilità di misurarsi in una gara secca con la squadra che da 7 anni a questa parte domina la nostra Serie A, la Juventus. Mercoledì sera allo Stadio Olimpico di Roma, infatti, il Diavolo sfiderà la Vecchia Signora per la finale di Coppa Italia. Sarà Juventus-Milan ancora una volta, e non è mai stata una gara come tutte le altre. In campionato, la squadra di Allegri ha vinto sia all'andata a San Siro che al ritorno all'Allianz Stadium, ma sono stati proprio i rossoneri a spuntarla nell'ultima finale di un torneo: la Supercoppa Italiana di Doha del 2016 ha infatti visto prevalere gli sfavoriti ai calci di rigore.
La sfida è tra due giorni, ma oggi è un giorno importante per i rossoneri. Esattamente 7 anni fa, nel 2011, il Milan vinceva il suo ultimo scudetto. E lo faceva pareggiando 0-0 proprio allo Stadio Olimpico, contro la Roma. Quello era il Milan di Ibrahimovic, di Robinho, di Thiago Silva. E, siccome il calcio non è mai banale, di Massimiliano Allegri, l'attuale tecnico della Juventus. L'allenatore toscano fu l'ultimo a vincere il Tricolore prima dell'egemonia bianconera, avviata da Antonio Conte e tutt'oggi alimentata proprio da lui stesso. Perno e leader di quel Milan era ancora Gennaro Gattuso, che – sempre più vicino alla fine della sua gloriosa carriera – era in campo a correre e a lottare come se fosse solo un ragazzino. Ma il 7 maggio non è l'unica data speciale per Gattuso. L'attuale allenatore rossonero non si scorderà mai di sicuro neanche il 5 marzo dello stesso anno, quando proprio lui segnò – di sinistro – un gol fondamentale per lo scudetto. E indovinate a chi? Alla Juventus ovviamente, togliendosi la soddisfazione di superare Gianluigi Buffon, che mercoledì sarà ancora lì a difendere la propria porta.
Quell'anno fu fantastico per il Milan, che superò la Juventus al Delle Alpi ed andò a vincere il suo 18^ scudetto. Allegri si era affidato ciecamente a Gattuso, che lo ripagò a dovere. Poi però qualcosa si ruppe. L'anno successivo Rino non stava bene: tra problemi fisici e l'operazione agli occhi, il numero 8 totalizzò soltanto 6 presenze in campionato nella stagione 2011/12. Anche quando tornò, l'ex allenatore del Cagliari non lo riteneva pronto: preferiva a lui Van Bommel, appena arrivato dal Bayern Monaco. I rapporti si incrinarono notevolmente. Rino voleva giocare, non accettava la panchina: non capiva di non essere pronto. Al termine della stagione Gattuso lasciò il Milan e il calcio giocato, appendendo per sempre le scarpette al chiodo per mettere giacca e cravatta. Solo allora, l'attuale tecnico rossonero riuscì a comprendere i motivo delle scelte di Allegri: si è quindi scusato e i due sono diventati buoni amici, ma – da buon calabrese – non può non essergli rimasto qualcosa dentro da quell'esperienza. Tra due giorni saranno di nuovo uno di fronte all'altro, da avversari. Allegri vuole la sua quarta Coppa Italia consecutiva, Gattuso sogna di alzare la prima da allenatore. Non c'è niente da fare: Juventus-Milan non sarà mai una partita come tutte le altre.
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