Il padre di Lazar Samardzic ha parlato del mancato trasferimento del figlio dall'Udinese all'Inter in questa sessione di calciomercato
È stato probabilmente uno dei tormentoni della sessione di calciomercato estiva della Serie A, il possibile passaggio di Lazar Samardzic dall'Udinese all'Inter. La trattativa sembrava viaggiare spedita verso la chiusura positiva, con il calciatore serbo che era già a Milano ed aveva sostenuto le visite mediche con il club meneghino, mancava solamente la firma sul contratto.
Un cambiamento di alcune carte in tavola da parte del calciatore ha però fatto saltare l'affare, affare che non ha lasciato delle buone impressioni sia nel calciatore che nel padre. Ed è stato proprio il padre, in una intervista esclusiva rilasciata a Sportitalia, a parlare della trattativa e dei nerazzurri.
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Calciomercato, perché è saltata la trattativa Samardzic tra Udinese ed Inter
L'accordo tra i due club era già stato trovato. Si trattava di un trasferimento a titolo definitivo per una cifra compresa tra i 15 ed i 20 milioni, più il cartellino del giovane Fabbian. Come detto era stato trovato un accordo di massima anche con il calciatore serbo, che era già volato a Milano, dove aveva anche sostenuto le visite mediche. Nel momento della firma sul contratto avrebbe però aumentato le sue pretese rispetto a quelli che erano gli accordi iniziali, facendo saltare il tutto.
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— Inter (@Inter) August 21, 2023
A commentare la vicenda ci aveva già pensato il direttore sportivo dell'Inter Piero Ausilio, che ai microfoni di Sky Sport aveva dichiarato: “Avete già raccontato tutto voi su Samardzic. La ricostruzione è molto attendibile, avevamo trovato l’accordo con l’Udinese ma da parte di Samardzic ci sono stati parecchi cambiamenti, diciamo così“. Adesso a parlare è stato il padre del ragazzo, e lo ha fatto ai microfoni di Sportitalia.
Inter, le accuse del padre di Samardzic
Le dichiarazioni del padre in merito alla trattativa saltata con l'Inter: “L'inter ha fatto un errore: ha fatto tutta la trattativa e ha chiuso l'affare con una persona che non aveva il permesso per farlo“. La persona in questione è l'agente Rafaela Pimenta, successore di Mino Raiola: “Certo, lei. Ma io l'ho vista una volta sola nella mia vita. Non so lei come abbia fatto a infilarsi in questa cosa, perché la trattativa era tra Udinese e Inter: poi ci siamo trovati lei in mezzo, che voleva chiudere l'affare senza il nostro permesso. Quindi quando ho ricevuto la bozza di contratto dall'Inter e abbiamo visto che c'era lei come intermediaria e rappresentante di Lazar, abbiamo chiesto che questo fosse cambiato. Abbiamo chiesto di parlare direttamente con l'Inter, di avere un incontro con loro e di cambiare questo aspetto: ma loro ovviamente non hanno voluto più fare l'operazione così, senza di lei, sostenevano che l'agente di Lazar fosse lei“.
Ed ancora sui tentativi di dialogo con la società nerazzurra: “Se non hanno risposto alle chiamate a ferragosto? Certo, li abbiamo chiamati. Abbiamo anche scritto una mail. Nessuna risposta, perché per l'Inter era finito tutto perché volevano trattare solo con la Pimenta. Avevano chiuso l'accordo con lei, ma non con noi. Lei non ha nessun permesso da parte nostra: aveva fatto l'operazione con l'Inter perché ovviamente lei ha tanti giocatori lì e ha un buon rapporto con il club, ma non c'era nessun accordo con noi, né nessuna autorizzazione“. Un incontro con la dirigenza dell'Inter era però avvenuto: “Ci siamo incontrati quel venerdì a Milano e ho spiegato a loro tutto. Gli ho spiegato che non c'era nessun permesso per la Pimenta di parlare a nome di Lazar. Ma non hanno voluto parlare più di nulla perché erano molto arrabbiati perché continuavano a dire che era lei l'agente. Ma potete controllare ovunque, anche su internet, che la Pimenta non è mai stata l'agente di mio figlio. Il “problema di comunicazione” è stato solo questo, perché mio figlio voleva andare all'Inter, l'Udinese voleva venderlo all'Inter e l'Inter voleva prenderlo. Era tutto ok, se non fosse stato per questo “problema di comunicazione“.
Smentite quindi le dichiarazioni dei nerazzurri circa il cambiamento di pretese da parte del ragazzo: “Guardi, non abbiamo mai parlato di soldi con l'Inter. Non abbiamo mai contrattato su nulla, non abbiamo avuto l'opportunità perché nel momento in cui ho spiegato che la Pimenta non era l'agente, automaticamente per l'Inter era già tutto chiuso e non erano più interessati, perché, non si sa perché, pensavano che Rafaela Pimenta fosse l'agente. Io ho detto “scusate mi dispiace ma è un errore, se voi avete delle prove riguardo questa cosa ok, ma visto che non le avete non è colpa nostra”. Mi dispiace, ma abbiamo dimostrato che noi volevamo andare all'Inter e che non abbiamo mai parlato di soldi“.
Il padre del serbo sostiene inoltre di non aver ricevuto nessun dettaglio circa il contratto: “Ho chiesto a Mr. Ausilio dove avrei sbagliato, di dirmelo. E mi ha risposto che non sapeva chi fossero gli agenti. E allora ho ribattuto, “Non è colpa mia, potevi chiedere”. E allora a quel punto sono stato io a dire “Vogliamo vedere i contratti, vogliamo vedere l'offerta con una email scritta e non solo al telefono. Vogliamo vedere l'ingaggio, i bonus”. E invece non abbiamo visto nulla di scritto, nessun documento. Perché loro avevano mandato tutto a Rafaela Pimenta e avevano sbagliato. La prima volta che mi sono seduto nell'ufficio dell'Inter, ho detto a Mr. Ausilio “Guarda, io non ho mai visto nessun contratto finora, nessuna offerta”. Allora lui me l'ha stampata in quell'appuntamento e io gli ho detto “Ecco, ora è la prima volta che vedo questi numeri”. Ed è finito tutto, ha detto che non avevamo più nulla di cui discutere, ha detto che l'Inter ha 150 anni di storia, che ha fatto la Finale di Champions… E io gli ho risposto “Certo hai ragione, ma qui c'è stato un errore di comunicazione, mi spiace“.
Un piccolo commento anche sul comportamento della società nerazzurra: “Io non ho esperienza in questi affari, io sono solo un padre che vuole il meglio per suo figlio. A Udine gioca, perchè lui ama il calcio: sicuramente vuole migliorarsi sempre e vuole giocare un giorno in Champions, ma questo è possibile solo se crescerà, giocando sempre meglio con l'Udinese. Non ci importa dei soldi: se li volevamo, potevamo andare in Arabia Saudita. Noi vogliamo una carriera e l'Inter sicuramente era una buona situazione, ma sinceramente… Non è stato possibile fare l'operazione. Magari con un altro club, la prossima volta. Noi non abbiamo nulla di cui pentirci, perché non avrei potuto fare nient'altro, visto che l'Inter non voleva parlare con noi. La stessa cosa l'ho detta a Mr. Pozzo, a Udine, che ha capito la situazione. Questa è tutta la verità, poi di certo i giornalisti, che hanno buoni rapporti con l'Inter, scrivono e riporta un'unica versione, ma la verità non è quella. Non importa. Mio figlio è molto contento a Udine e se rimarremo qui, lo faremo felici, non c'è problema“.
Infine, sul futuro di Samardzic e sull'inserimento di un altro club nella trattativa: “Abbiamo un ottimo rapporto con l'Udinese, con Mr. Pozzo, con il Direttore Collavino e con il nuovo ds Balzaretti: lavoriamo tutti insieme per il futuro e se l'Udinese ci dirà che avranno avuto un'offerta che reputano valida, ne parleremo con mio figlio. Se l'Udinese dirà di sì e noi diremo di sì, sarà la decisione giusta da prendere, ma non è necessario che vada via per forza quest'anno. Ha 3 anni di contratto e un futuro davanti per cambiare club: quando troveremo una situazione perfetta per tutte le parti in causa, per il club e per noi, vedremo. Non abbiamo nessuna squadra. Non abbiamo fretta per il futuro. Anche per questo era importante raccontare la verità: i grandi club hanno una comunicazione potente e noi no, ma non può passare all'opinione pubblica una ricostruzione falsa e sbagliata e che ci danneggiava“.