L'argomento di oggi della rubrica “Perché sì e perché no” è il regolamento. Polemiche sul VAR e sul suo utilizzo: perché sì e perché no?
La grande novità regolamentare di quest'anno è l'introduzione del Video Assistant Referee (da qui, VAR). L'innovativo strumento dovrebbe consentire agli arbitri di ridurre drasticamente il numero degli errori, avendo la possibilità di vedere nuovamente le immagini dell'azione nella quale si è verificato qualcosa di dubbio. L'intento del “legislatore” è quello di ridurre il numero di errori arbitrali ma il rischio maggiore è quello di spezzettare la partita e spezzare la tensione agonistica tra le due squadre. A questo punto il mondo del calcio si divide in due: chi trova il VAR una grande innovazione e chi trova che sia solo un'inutile perdita di tempo. Vediamo perché sì e perché no.
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PERCHÉ SÌ: Nelle prime due giornate il VAR è stato utilizzato per ben 13 volte in 8 gare, portando a valutazioni più o meno corrette. Il lato maggiormente positivo della “moviola in campo” riguarda il modo in cui vengono accolte le decisioni assunte dopo che l'arbitro ha consultato lo schermo: le proteste sono quasi del tutto annullate. I giocatori accettano le decisioni, così come i tifosi e gli allenatori, consci del fatto che un arbitro di Serie A sia assolutamente in grado di valutare correttamente un episodio dopo diversi replay. Gli stessi arbitri lo reputano uno strumento di grandissima utilità, in grado di risolvere situazioni complicate con il minimo sforzo. Il VAR ha trovato la sua applicazione già nelle prime due partite della prima giornata di Serie A: in Juventus-Cagliari ha permesso a Maresca di fischiare un rigore agli ospiti e in Hellas Verona-Napoli ha aiutato l'arbitro a convalidare una rete per gli ospiti. In 13 casi in 8 gare il VAR ha permesso di assegnare 6 rigori, negarne 3, convalidare 2 reti e annullarne 2: tutte valutazioni corrette. Ecco perché sì.
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PERCHÉ NO: Utile, ok. Corretto, ok. Ma quanto tempo ci si impiega? Ogni intervento con il VAR ha portato via almeno 2-3 minuti, arrivando ad avere anche 7 minuti di recupero: come successo il SPAL-Udinese, dove il maxi recupero ha permesso ai padroni di casa di raggiungere la rete del 3-2. I lunghi tempi richiesti dall'impiego del VAR rischiano di nuocere allo spettacolo in quanto il match potrebbe essere spezzettato in continuazione per permettere agli arbitri di consultare le immagini. In questo modo la tensione agonistica potrebbe essere spezzata anche nei momenti più importanti: una squadra costretta a difendere un vantaggio di misura potrebbe fare pressione sull'arbitro per utilizzare il VAR negli ultimi minuti di gara con il solo scopo di interrompere l'offensiva avversaria e raffreddare l'azione. Inoltre il Video Assistant Referee non fa parlare di sè solamente quando viene utilizzato, ma anche quando non viene chiamato in causa: è successo in Roma-Inter, dove l'arbitro si è rifiutato di consultare il VAR, che in realtà avrebbe consentito di assegnare un prezioso rigore ai padroni di casa. La sostanza è: il VAR può certamente essere utile, ma deve essere utilizzato con criterio, con maggiore rapidità e con maggiore efficienza
E voi? Da che parte state?
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Fonte foto: fifa.com