La Champions League sta per ricominciare, si parte martedì con le prime due partite e mercoledì sarà la volta della prima italiana, il Napoli. I partenopei saranno impegnati al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid. Proprio un ex conoscenza della Serie A, oggi ai blancos, ha rilasciato un'intervista esclusiva al Corriere dello Sport, si tratta di Alvaro Morata. Morata ha parlato della sfida contro il Napoli, della Juventus, del Real Madrid, di Donnarumma, di Kovacic e dei campioni con i quali ha giocato in carriera.
Sulla sfida di mercoledì contro il Napoli: "Come arriviamo? A gennaio abbiamo perso due partite, ma è meglio uscire dalla Coppa del Re che dalla Champions, adesso stiamo bene, siamo una squadra unita e ci piacerebbe vincere la Liga perché è da tanto che il Real non la conquista e poi la Champions è sempre la Champions e non vediamo l'ora di giocare contro il Napoli. Punti di forza del Napoli? Giocano molto bene palla al piede e i loro capovolgimenti di fronte, con Callejon, Hamsik e Insigne sono molto pericolosi. Poi ci sono Pavoletti e Milik che immagino proverà ad esserci. E’ una grande squadra, quest'anno non sembrano in lotta per il campionato e questo potrebbe dare loro ancora più forza in Europa. Ci possono battere, ma anche noi possiamo batterli: è la magia della Champions. Sono sicuro che in questi Ottavi il Napoli lotterà per vincere. Io voglio sempre vincere, ma ammetto che sarei ancora più felice di battere il Napoli per il mio passato alla Juventus. Sarri? Già il suo Empoli mi aveva stupito, è un mister a cui piace giocare bene a calcio, è difficilissimo vedere una brutta partita degli azzurri."
Sulla Juventus: "La Juve è la Juve e sempre può aspirare al massimo. Finale contro i bianconeri? Ammetto che non mi piacerebbe, ma pur di esserci metterei la firma. E poi se proprio dovessi perdere una finale, preferirei perderla contro la Juventus che contro altre squadre. Ma adesso dobbiamo concentrarci sul Napoli. E se pensiamo già a un'ipotetica finale, il Napoli ci manderà a casa. Cosa mi manca? Tutto il gruppo degli italiani: Bonucci, Barzagli, Chiellini, Marchisio, Buffon, sono stati fondamentali per il mio adattamento nella Juventus e a Torino. Se avessi trovato uno spogliatoio un po' “cattivo” non avrei fatto così bene nella Juve. La Juve mi ha reso più forte? Sì, ma gli infortuni e i periodi “no” fanno parte del calcio, se devo dire la verità, e questo non l'ho mai detto prima, ho sofferto di più per il fatto di non essere al 100% di proprietà della squadra, ero condizionato dall'opzione di “recompra” e questo mi ha un po' limitato. Perché in certe partite il club, giustamente, puntava su giocatori di proprietà perché sapeva che in estate, come poi è successo, mi potevano perdere. Forse se fossi stato al 100% della Juventus le cose sarebbero andate diversamente. Ritorno? L'importante è che parlino sempre di me, io qui sono felice e voglio sfondare nel Madrid, ma è anche vero che vorrei giocare di più. Adesso però dobbiamo provare a vincere la Liga e la Champions, poi vedremo se il mister punta su di me o no. Nostalgia? Io non sono italiano, ma ho dato tutto per la maglia bianconera ed ero disposto a rimanere lì molti anni, la Juventus lo sapeva, l'unico problema era la chiamata del Madrid che era il mio sogno fin da piccolo. Senza “recompra” avrebbero dovuto cacciarmi per farmi andare via da Torino."
Sul Real Madrid: "Perchè fischiano Ronaldo? Non solo Cristiano, il Bernabeu ha fischiato molti campioni, i nostri tifosi sono solo molto esigenti. Però è vero che in Italia siete più passionali, mi viene ancora la pelle d'oca quando ripenso all'accoglienza dei tifosi bianconeri al rientro a Torino dopo aver perso la finale di Champions. Numero 21? Era l'unico che c'era qua al Real, ma appena posso lo cambio perché non mi porta bene. Zidane? È un allenatore e una persona amichevole, da giocatore ha vinto la Coppa del Mondo e la Champions, per questo sa quello che dobbiamo fare. Parla molto con noi giocatori ed è bravissimo nel gestire il gruppo, che è la cosa più difficile in una grande squadra. Giocare con Ronaldo? È facile e difficile allo stesso tempo, perché le difese sono sempre concentratissime e danno il 110%, ma è anche più semplice perché a volte lo raddoppiano e ti lasciano solo. Con chi ho più intesa? Isco, perché quando vuole fa la differenza e poi io gioco con lui da quando ho 13 anni, ci capiamo al volo."
Su Donnarumma: "Nuovo Buffon? Non lo so, perché Buffon è della Juventus, ma sicuramente il futuro portiere della nazionale italiana è lui. Perché uno può essere bravo a 17 anni, ma Donnarumma gestisce la pressione come se ne avesse 27."
Su cosa ha imparato dai grandi campioni con i quali ho giocato: "Quando ti alleni al fianco di questi fenomeni devi approfittare di ogni momento, ai miei figli racconterò che ho giocato con Pirlo, che ero dietro a Ramos quando ha segnato il gol di Lisbona o che ho giocato con un Pallone d'Oro come Cristiano. E poi colleziono dei ricordi, a casa ho le scarpe di Andrea e di Cristiano firmate e il pallone della Decima firmato da Sergio."
Su Kovacic: "È tra i migliori giocatori che ho visto, ha solo 22 anni e ha tutto per entrare nella storia del calcio. Prima o dopo al Real dovrà esserci un cambio generazionale e, se fossi nella società, Mateo sarebbe fondamentale a metà campo."