Il primo scudetto della carriera di Luciano Spalletti: dopo le esperienze con Udinese, Roma ed Inter, questo è il primo vero trionfo in Italia per il tecnico toscano
Contents
- Il primo scudetto della carriera di Luciano Spalletti: dopo le esperienze con Udinese, Roma ed Inter, questo è il primo vero trionfo in Italia per il tecnico toscano
- Gli esordi all’Empoli tra Serie C e Serie B
- La Serie A: Empoli, Sampdoria, Venezia e Udinese
- La crescita all’Udinese, l’esplosione alla Roma
- L’esperienza in Russia allo Zenit San Pietroburgo
- L’Italia chiama, Spalletti risponde: Roma ed Inter
- Napoli, la sua nuova casa
Il Napoli ha appena fatto qualcosa di incredibile. Dopo 33 anni, il club partenopeo è tornato a vincere lo scudetto. Non accadeva dai tempi di un certo Diego Armando Maradona, la sua seconda ed ultima volta nel 1990. È risuccesso ora con Giovanni Di Lorenzo, il nuovo capitano dopo il 10 argentino a sollevare il trofeo.
Nonostante la vittoria di ieri della Lazio sul Sassuolo, al Napoli basta il pareggio esterno alla Dacia Arena contro l'Udinese: 1-1 firmato Lovric-Osimhen. Sono quindi 80 i punti in classifica della squadra di Spalletti; si ferma invece a 64 quella di Sarri. Con 16 punti di vantaggio in 5 partite, il club partenopeo è ufficialmente Campione d'Italia! Dopo 33 anni il Napoli torna sul tetto d'Italia, e lo fa davvero con grandissimo merito.
È la vittoria di tutti. Del club in primis, di un gruppo di ragazzi incredibili che hanno letteralmente dominato i propri colleghi. Dei tifosi ovviamente che non hanno mai smesso di sostenere la squadra. Di De Laurentiis anche, che ha preso la società dalla Serie C e l'ha portata tra le migliori d'Europa e sul tetto d'Italia.
Ed ovviamente, questo è anche lo scudetto di Luciano Spalletti, l'allenatore di questo Napoli che ha reso possibile il miracolo. È il primo successo storico per il mister toscano in Serie A, che non aveva mai vinto il campionato nelle sue precedenti esperienze con Udinese, Roma ed Inter.
Vediamo quindi insieme le sue precedenti stagioni prima di questa, tra gioie, soddisfazioni e fallimenti.
Gli esordi all’Empoli tra Serie C e Serie B
Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo all’inizio degli anni ’90, Luciano Spalletti diventa subito allenatore. Riparte da dove aveva concluso: Empoli. Prima con il settore giovanile, e poi con la prima squadra. L’esordio fra i professionisti arriva il 24 aprile del 1994, quando i toscani perdono 3-1 contro la Massese in Serie C. Dopo sole 8 partite termina la prima stagione di Spalletti, che conclude vincendo la finale del playout contro l’Alessandria per rimanere nella terza serie italiana.
Dopo un altro anno fra le giovanili, viene quindi richiamato dal club azzurro per cominciare il campionato di Serie C nella stagione 1995/96. Qui arriva fino alla finale playoff, dove vince 1-0 all’ultimo atto contro il Como ed ottiene così la sua prima storica promozione in Serie B. Il mister viene di conseguenza confermato l’anno seguente per affrontare con la stessa squadra la serie cadetta. Qui addirittura totalizza 68 punti in 38 partite, chiudendo il campionato al 2^ posto in classifica – la prima vera medaglia d’argento della sua carriera, ma non l’ultima.
Per la prima volta quindi, Luciano Spalletti si guadagna sul campo la Serie A, cominciando dalla stagione 1997/98.
La Serie A: Empoli, Sampdoria, Venezia e Udinese
Il suo esordio nella massima serie italiana non è però dei migliori, visto che pronti via il suo Empoli deve subito affrontare due grandi squadre – curiosamente, due formazioni che poi lo stesso mister ha allenato. Prima la Roma in casa, perdendo 1-3, e poi proprio il Napoli in trasferta, dove è andato ko per 2-1. Il primo storico successo in Serie A per lui arriva la settimana dopo, alla terza giornata di campionato: 1-0 davanti ai propri tifosi contro la Lazio. La prima stagione in A di Spalletti è comunque positiva: il suo Empoli chiude infatti al 12^ posto della classifica, totalizzando 37 punti in 34 gare.
Nell’estate del 1998, però, il mister riceve la chiamata della Sampdoria. Dopo un po’ di tentennamenti, decide di accettare per cercare di fare il suo primo vero salto di qualità. D’altronde, ha dimostrato di avere i numeri per poterci stare. Qui in blucerchiato il tecnico toscano inizia a giocarsi qualcosa di più importante, a dimostrazione anche della sua partecipazione alle coppe europee: la Samp infatti disputa l’allora Coppa Intertoto, dove supera tutti i turni e viene eliminata solo in semifinale nel derby italiano dal Bologna.
Tuttavia, le cose in campionato faticano ad ingranare. Dopo esser stato eliminato anche agli ottavi di finale di Coppa Italia, Spalletti viene infatti esonerato prima della fine della stagione lasciando la squadra al 16^ posto. L’estate successiva l’allenatore riparte dal Venezia, sempre in Serie A, ma anche qui i risultati non arrivano: dopo appena 20 partite, a seguito del 5-0 subito per mano della Roma, Spalletti è costretto a lasciare anche il Veneto nel febbraio del 2000.
Il tecnico toscano quindi si ferma un attimo per riflettere e studiare, poi però nell’aprile del 2001 torna in panchina – ovviamente in Serie A. Punta su di lui l’Udinese, che lo sceglie per risollevare le sorti della sua stagione nelle 11 partite rimanenti: Spalletti però non riesce ad ottenere le soddisfazioni sperate e, con sole 2 vittorie conquistate, lascia anche il Friuli dopo un 12^ posto.
Delusione e amarezza per il mister, che è quindi costretto a ripartire dal basso. Ridimensionatosi, dopo qualche mese di stop, sceglie di tornare in Serie B: nel gennaio del 2002 punta su di lui l’Ancona. Qui rimane 20 partite, fino alla fine del campionato, chiudendo con un buon 8^ posto in classifica.
La crescita all’Udinese, l’esplosione alla Roma
Nell’estate del 2002 quindi lo richiama l’Udinese, che vuole proprio puntare su di lui per alzare l’asticella. È finalmente arrivato il suo momento. La società friulana gli costruisce infatti attorno una formazione perfetta per le sue caratteristiche di gioco. E insieme si divertono tanto.
Spalletti chiude la sua prima stagione coi friulani al 6^ posto in classifica, collezionando 56 punti in 34 partite. Ciò significa una cosa molto importante: Coppa Uefa. La stagione seguente infatti l’Udinese si gioca l’Europa, ovviamente con il suo allenatore toscano alla guida. La stagione 2003/04 è comunque positiva: nonostante l’eliminazione al primo turno dalla Coppa Uefa e quella ai quarti di finale in Coppa Italia contro l’Inter, l’Udinese chiude il campionato di Serie A al 7^ posto in classifica.
Ma il meglio deve ancora arrivare. L’anno seguente infatti, il primo per noi a 38 squadre, l’Udinese chiude clamorosamente al 4^ posto in classifica. Spalletti porta a casa la bellezza di 62 punti, con ben 17 partite vinte. Tradotto: Champions League. È il momento più alto della sua carriera da allenatore.
L’estate del 2005 è quella della svolta per la sua carriera. I traguardi ottenuti con l’Udinese gli fanno infatti guadagnare la chiamata della Roma: la famiglia Sensi lo sceglie per puntare niente meno che allo scudetto.
Mister Spalletti ha fatto grandi cose alla Roma, coccolandosi un Francesco Totti al massimo del suo splendore. Qui nelle sue prime tre stagioni ottiene tre 2^ posti consecutivi: 69, 75 e addirittura 82 punti nella stagione 2007/08. Tante vittorie e tante belle soddisfazioni per il tecnico toscano partito da lontano, ma ancora la gioia più grande non arriva. Il tecnico deve “accontentarsi” della medaglia d’argento per tre stagioni di fila. In compenso però la Roma gli regala anche quelli che per tanti anni – fino a questo magico scudetto con il Napoli – sono stati i suoi unici trofei in Italia: due Coppe Italia vinte nel 2007 e nel 2008 ed una Supercoppa Italiana sollevata sempre nel 2008.
Poi arriva un periodo ben più complicato. I primi nervi tesi si fanno sentire e, dopo aver nel frattempo esordito in Champions League ed aver ottenuto qualche bella soddisfazione – vedasi la vittoria contro il Real Madrid al Bernabeu – Spalletti termina la stagione 2008/09 al 6^ posto in classifica. E qui qualcosa si rompe con la società.
All’inizio della nuova stagione, il mister fa appena in tempo a qualificarsi per i gironi della neonata Europa League e a perdere le prime due partite di campionato che nell’agosto del 2009 viene esonerato. Le strade di Spalletti e della Roma quindi si dividono. Anche se solo temporaneamente.
L’esperienza in Russia allo Zenit San Pietroburgo
Dopo qualche mese di pausa, mister Spalletti sceglie di fare un’esperienza diversa: accetta l’offerta generosissima dello Zenit San Pietroburgo in Russia. Altro mondo, altro calcio, altra cultura. Ma Spalletti ci prova. E ci riesce.
Qui rimane infatti per quasi 4 stagioni. Pronti via e vince subito il titolo nel 2010: anche se nel campionato russo, questo è il primo “scudetto” nazionale nella carriera di Luciano Spalletti. Non contento, il tecnico si ripete l’anno dopo, collezionando ben 88 punti in 44 partite stagionali.
Le due stagioni seguenti non sono però così positive. Lo Zenit San Pietroburgo arriva infatti al secondo posto in entrambi i casi. Dopo aver riportato il club sul tetto di Russia, quindi, il mister viene clamorosamente esonerato nel marzo del 2014. E pazienza se intanto, oltre ai due campionati, ha sollevato anche la Coppa di Russia e la Supercoppa di Russia.
L’Italia chiama, Spalletti risponde: Roma ed Inter
L’amore per l’Italia però è troppo forte e, dopo quasi 2 anni lontano dai campi, Luciano Spalletti torna in Serie A. E non su una panchina qualunque, ma su quella della Roma – ambiente che conosce benissimo.
Le cose però non vanno esattamente come sperato. Nonostante l’entusiasmo iniziale da parte di giocatori – Totti in primis – e tifosi per quanto fatto nella sua prima esperienza in giallorosso, il tecnico si rivela diverso, sia da un punto di vista sportivo che soprattutto nella gestione del gruppo.
In questa sua seconda avventura nella Capitale, comunque, risultati alla mano, Spalletti ha bene o male raggiunto gli obiettivi richiesti da parte della nuova società. Prima il 3^ posto nella stagione da subentrato, e poi addirittura la 2^ posizione – sempre dietro alla Juventus – collezionando ben 87 punti in classifica. Tutto bellissimo, ma ancora manca la gioia più grande.
Nell’estate del 2017 quindi, l’allenatore di Certaldo sceglie di lasciare di nuovo la Roma: c’è infatti la chiamata dell’Inter. A Milano però è tutt’altro che semplice: i tifosi sono più freddi e i giocatori abituati ad una gestione diversa. Le discussioni attorno al mondo nerazzurro, spesso con l’allora capitano Mauro Icardi, sono quasi all’ordine del giorno.
L’Inter chiude la stagione 2017/18 e 2018/19 al 4^ posto. Spalletti conquista quindi in entrambi i casi la Champions League, anche se all’ultimo, ma non è sufficiente per il club nerazzurro che vorrebbe alzare l’asticella. Ci riuscirà definitivamente la stagione successiva solo con l’arrivo di Antonio Conte, che l’anno dopo riporterà lo scudetto.
Anche l’Inter quindi sembra non fare per lui. In Champions League il mister non è mai arrivato oltre i quarti di finale, mentre in campionato si è potuto godere al massimo il quarto posto a Milano.
Napoli, la sua nuova casa
E qui la storia cambia. Nel giugno del 2019 Spalletti si ferma per altri due anni, in cui studia calcio in giro per il mondo. Nell’estate del 2021 riceve però la chiamata del presidente De Laurentiis, con cui a pelle si trova subito bene. Dire di no al Napoli diventa impossibile, e Spalletti sbarca dunque in Campania con l’obiettivo di riportare il club partenopeo in alto e di togliersi finalmente quella grande soddisfazione che manca alla sua buonissima carriera.
La sua prima stagione al Napoli è molto positiva. In campionato Spalletti chiude al 3^ posto in classifica dietro a Milan ed Inter, totalizzando la bellezza di 79 punti in 38 partite.
I tempi ormai però sono maturi. Ed ecco che arriva la stagione dei record. Quella 2022/23.
Quella corrente è la più grande di sempre, sia da un punto di vista dei numeri che delle prestazioni, per il Napoli e per Luciano Spalletti. Non ci sono più aggettivi per descrivere quanto fatto da questa squadra quest’anno. Questo Napoli ha sbaragliato tutte le concorrenti sotto ogni aspetto, e per poco non si è anche tolto la soddisfazione della Champions League: gli azzurri sono arrivati fino ai quarti di finale – massimo storico – cedendo però il passo al Milan.
Poco importa però stavolta, perché a Napoli è ritornato lo scudetto dopo ben 33 anni. E gran parte del merito, oltre ai giocatori, va ovviamente al mister di Certaldo, che sale per la prima volta nella sua vita sul tetto d’Italia.
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