Spegne 43 candeline l'ex attaccante di Bologna, Lazio e soprattutto Inter. Leader silenzioso dentro e fuori dal campo, e sempre puntuale all'appuntamento con il gol
Julio Ricardo Cruz compie 43 anni. Una ricorrenza che non può di certo passare inosservata, per i tifosi interisti sicuramente, ma anche per tutti gli amanti del gioco del calcio. Una vocazione, quella per il pallone, scoperta quasi per caso da questo ragazzone alto più di un metro e novanta, e che l'ha portato a far battere il cuore di migliaia di appassionati a suon di gol decisivi e prestazioni mai scontate.
Nato a Santiago del Estero, cittadina del nord Argentina di quasi 300.000 abitanti, il giovane Cruz passa la sua infanzia in maniera abbastanza normale, studiando e contribuendo anche al sostentamento della sua famiglia lavoricchiando come giardiniere. Ed è proprio lo svolgimento di questa professione che gli spalanca le porte del destino. Mentre lavorava al prato dello stadio del Banfield, alcuni giocatori lo invitarono a prendere parte all'allenamento: “Ehi, jardinero, vieni a giocare con noi!”. Da quel momento in poi, con grandissima umiltà e tanta determinazione, questo giovane si mette a disposizione del club argentino, divenendone presto uno dei migliori realizzatori, al fianco di un certo Marcelo Salas, anche lui abbastanza “ricordato” dalle difese avversarie del nostro campionato.
A 23 anni avviene poi il grande salto di qualità: arriva una chiamata importante dall'altra parte del mondo, quella degli olandesi del Feyenoord. Nel team biancorosso, “el jardinero” si fa subito conoscere nel più prestigioso palcoscenico europeo, la Champions League, realizzando due dei 18 gol complessivi di quella stagione (compreso il campionato) a quella che poi sarebbe diventata una delle sue vittime predilette in Italia: la Juventus di Marcello Lippi, finalista della stagione precedente.
Cruz resta al Feyenoord per quattro stagioni, vincendo Eredivise e Supercoppa d'Olanda, confermando sempre di più le sue qualità di bomber e assist-man. Qualità notate dalla dirigenza del Bologna, che nel 2001 lo porta in Serie A. Tre anni di ottimo livello in Emilia, dove Cruz raggiunge con i suoi compagni anche il piazzamento necessario per disputare la Coppa Intertoto, realizzando complessivamente 27 reti. Nel 2003 arriva poi l'avventura più importante della sua vita calcistica. L'Inter di Massimo Moratti ha appena ceduto Hernan Crespo al Chelsea, ed è alla ricerca di un attaccante che affianchi Vieri, Recoba e il giovane Obafemi Martins, a pochi giorni dalla chiusura del mercato estivo. Il profilo dell'argentino sembra fare proprio al caso dei nerazzurri: quasi 30 anni, tanta esperienza e buon fiuto per il gol. Un'ottima riserva insomma. Ma molto presto non si rivelerà tale. Il primo gol arriva, tanto per cambiare, in Champions League, nello storico 3-0 all'Highbury Stadium contro l'Arsenal degli invincibili. Ma la partita che gli farà fare definitivamente breccia nel cuore dei tifosi nerazzurri sarà quella dello stadio Delle Alpi. Avversaria, ovviamente, di nuovo la Juventus.
Julio Cruz con la maglia dell'Inter segnerà in totale 75 gol in 197 presenze, 10 solo ai bianconeri. Reti di testa, reti su punizione, reti su calcio di rigore, da dentro e fuori l'area di rigore, da titolare e soprattutto da subentrante. Quando gli avversari vedevano che si toglieva la pettorina erano sicuri che il pericolo era ormai imminente. Una sentenza in tutti i termini. La sua permanenza in nerazzurro terminerà, purtroppo, alla vigilia della stagione del Triplete, dopo aver vinto praticamente tutto, e passando alla Lazio di Claudio Lotito, con la quale soffia proprio ai suoi ex compagni il primo trofeo stagionale, la Supercoppa Italiana. Una stagione che segnerà la fine della gloriosa carriera del non più giovane “giardiniere”, che farà ritorno in patria per svolgere la carriera di dirigente.
Non aveva rastrello e idranti, ma due piedi d'oro, abbinati a tante qualità umane che gli hanno conferito il rispetto di compagni e avversari. Uno che, è il caso di dire, nasce davvero una volta ogni cento anni. Tanti auguri “jardinero”, cassazione delle difese!