I due sono diventati grandi amici, ma in campo non riescono a trovarsi. L'Italia, dopo un prova deludente in Nations League, aspetta una reazione
Il deludente pareggio contro la Polonia, nella gara d'esordio della Nations League, ha lasciato alcuni spunti di riflessione interessanti. Uno di questi è la brutta prova di Balotelli e Insigne. I due, grandi amici fuori dal campo, come dimostrano i post sui social, in campo faticano molto a trovarsi. Mancini crede molto nei due e, per questo motivo, una loro brutta prestazione condiziona non poco la prestazione collettiva. Da Insigne, dopo anni di alto livello a Napoli, è lecito aspettarsi qualcosa di più anche in nazionale, mentre la questione Balotelli resta più complicata.
Balotelli sì, Balotelli no: Mario divide l'Italia
Balotelli è rimasto fuori dal giro della nazionale per quasi quattro anni. Dalla fine del mondiale brasiliano, dove, dopo il gol all'esordio, aveva deluso – così come tutto il gruppo – non era stato più chiamato. Fino alle amichevoli di fine maggio. Mancini punta molto su di lui, ma, se alla prima convocazione avevano corrisposto buone prestazioni, non si può dire lo stesso di questa seconda chiamata.
Con la Polonia era lecito aspettarsi la presenza di uno tra Immobile e Belotti, più in forma di Balotelli. Il centravanti del Nizza ha giocato solo 76′ in questo inizio di stagione e non è apparso al meglio fisicamente, come affermato anche dallo stesso Mancini. La sua prestazione è stata, infatti, molto opaca. Balotelli, a causa della sua staticità e della fatica degli azzurri nel creare azioni pericolose, è apparso fuori dal gioco e non ha ricevuto molti palloni, non riuscendo, quindi, a incidere.
Italia-Polonia, Mancini: “Troppi errori nel primo tempo, bravissimi nella ripresa. Balotelli fuori condizione”
Mario è, forse, l'attaccante con più classe in Italia, ma, spesso, solo la classe non basta. Non è un caso, infatti, che l'ingresso di Belotti, meno estroso di Balotelli, abbia aiutato a cambiare la partita. L'attaccante del Nizza gode della piena fiducia di Mancini e, dopo un'altra occasione sprecata, è chiamato a una reazione per non tradire il ct azzurro e perdere, ancora una volta, il treno della nazionale.
Insigne, troppa differenza tra Napoli e Italia
Dopo le polemiche su Ventura, colpevole, tra le altre cose, di non puntare su Insigne, Mancini ha affidato le chiavi della nazionale proprio al classe 1991, investendolo anche del numero 10. Lo scugnizzo, però, sta disattendendo le aspettative e, come spesso gli capita, anche ieri non è riuscito a replicare ciò che fa con la maglia del Napoli. Dalla prima convocazione a oggi, Insigne ha realizzato solo quattro gol con la maglia azzurra in 27 partite. Pochi se si considera che, nello stesso periodo, ha realizzato 64 gol al Napoli e ha offerto un rendimento altissimo, soprattutto negli anni di Sarri.
Proprio il gioco di Sarri potrebbe essere la causa di questa diversità di rendimento. Nel Napoli di Sarri Insigne è stato inserito in un contesto che si muoveva seguendo uno spartito a memoria, mentre in nazionale ciò non può avvenire. L'esterno partenopeo fatica a trovare quelle giocate che riescono con il Napoli e, spesso, durante le partite, finisce per nascondersi. La nuova Italia di Mancini non può prescindere da un giocatore con il talento di Insigne che, infatti, è stato investito di un ruolo chiave nel nuovo progetto.A 27 anni, però, l'esterno azzurro deve cambiare marcia e prendere per mano l'Italia. Anche perchè dietro di lui, come visto ieri, c'è un Chiesa in grande forma, che potrebbe soffiargli il posto.