A due giorni dalla “Finalissima” che vedrà fronteggiarsi Italia e Argentina, rispettivamente detentrici di Europeo e Copa America, il commissario tecnico azzurro Roberto Mancini ha diramato la lista dei 30 convocati per il match. Tra i tanti nomi noti, tuttavia, spicca una sorpresa nel reparto avanzato, e questa risponde al nome di Wilfried Gnonto. Cresciuto nelle giovanili dell'Inter, il giovane attaccante ha deciso di intraprendere il proprio percorso professionistico in Svizzera, con la maglia dello Zurigo, dove è riuscito subito a imporsi a ottimi livelli, al punto di distinguersi anche con le selezioni under-17 e under-19 della Nazionale italiana. Il tutto fino a questa prima, grande occasione concessagli dal tecnico di Jesi.
La carriera di Wilfried Gnonto: la crescita e l'esplosione a Zurigo
Wilfried Gnonto nasce a Verbania il 5 novembre 2003, da genitori originari della Costa d'Avorio. Il ragazzo cresce umanamente e professionalmente in riva al Lago Maggiore tra le scuole calcio locali, mostrando sin da subito un'ottima attitudine con la palla tra i piedi. Qualità che non passano inosservate ai talent scout dell'Inter, un club da sempre abituato a pescare giovani talenti, e a soli otto anni Gnonto, tra l'appoggio e la gioia della propria famiglia, entra a far parte dell'universo nerazzurro. Una trafila importante che lo aiuta a crescere sotto tutti gli aspetti, sviluppando soprattutto le proprie doti atletiche in velocità e nei dribbling uno contro uno. E progressivamente riesce a incidere con continuità in zona gol, realizzando 14 centri e 7 assist tra le varie competizioni con la formazione under-17 prima e la Primavera poi.
Nell'estate del 2020, poi, Gnonto ha la grande occasione di firmare il primo contratto da professionista con l'Inter, ma dopo un'attenta riflessione decide di declinare l'offerta, lanciandosi nell'avventura elvetica. Una scelta dovuta sicuramente al fatto che difficilmente in nerazzurro avrebbe trovato subito il giusto spazio per crescere in mezzo ai campioni, tra compagni di squadra e avversari. E il primo ingaggio importante, infatti, come accennato, arriva dallo Zurigo, dove il giovane attaccante viene utilizzato in 31 occasioni tra campionato e altre competizioni, totalizzando 4 gol e altrettanti assist. Numeri incoraggianti e figli dell'utilizzo del giocatore di origini ivoriane in tutte le zone del fronte offensivo, come punta, seconda punta ed esterno d'attacco. E nella stagione appena terminata le prestazioni migliorano in maniera vistosa, con 10 gol e 5 assist per i propri compagni. E un talento così non poteva sfuggire al radar di Roberto Mancini.
Wilfried Gnonto: il primo passo per la svolta dell'Italia
Nel momento in cui dovesse scendere in campo contro l'Argentina, Wilfried Gnonto sarebbe il nono calciatore più giovane di sempre a esordire con la maglia della Nazionale italiana. Un'ulteriore conferma, questa, del grande potenziale che si cela nell'ancora diciottenne attaccante, il quale però, come visto, ha già dimostrato di poter recitare un ruolo da protagonista in un campionato professionistico. La cosa che più ha colpito gli addetti ai lavori e i tifosi, dei quali è subito diventato un beniamino, è la serietà con la quale si approccia ai propri impegni dentro e fuori dal campo. Una cosa non molto comune in un'epoca in cui molti potenziali “astri nascenti” del pallone bruciano rapidamente le carte a propria disposizione a causa dei vizi che sviano dalla professione. E Gnonto, almeno per ora, pare aver afferrato il concetto, continuando a dare il meglio in ogni allenamento, alla ricerca di una crescita sempre costante.
Tra l'altro, il movimento calcistico italiano, alla luce della consecutiva seconda mancata partecipazione alla rassegna Mondiale, ha bisogno come il pane di coltivare talenti di un certo livello, che possano competere con potenze come Spagna e Germania, note da sempre per la formazione dei propri giovani, visti anche i continui successi a livello internazionale. Una delle grandi e palesi falle della selezione azzurra, nonostante il successo a Euro 2020, sta proprio nel reparto avanzato, con giocatori dal grande potenziale ma che mai hanno inciso con costanza sotto porta. Il giovane Gnonto, dal canto proprio, ha già dato dimostrazione di non sentire il peso della maglia della Nazionale italiana, preferita a quella ivoriana, realizzando 3 reti con l'under-17 al Mondiale di categoria, e altri due con l'under-19, ricevendo addirittura l'onore e la responsabilità di indossare la fascia da capitano.
In una situazione di “smarrimento tecnico” come quella attuale, un allenatore da sempre abituato a crescere i giovani prospetti come Roberto Mancini è chiamato a tornare alle origini del proprio mandato. Dopo l'eliminazione per mano della Svezia ai playoff Mondiali, l'allenatore ex Inter diede ampio spazio a un ricambio generazionale che avrebbe poi portato a un filotto di 37 gare senza sconfitte, intervallate dall'importante successo agli Europei a distanza di 33 anni dall'unica affermazione, nel 1968. Nel frattempo molti altri elementi sono giunti alla fine del proprio ciclo, e probabilmente è mancata la lucidità, dovuta anche alla gratitudine per il fresco trofeo vinto, di correre ai ripari prima che si consumasse la seconda eliminazione di fila dalla rassegna internazionale per eccellenza, stavolta per mano della Macedonia. Ora però è tempo di un nuovo cambiamento, ed è necessario dare sempre maggiore spazio alle nuove leve, con Wilfried Gnonto in prima fila.