
Gianluigi Buffon ha annunciato il suo addio al calcio: ripercorriamo la carriera del celebre portiere attraverso i momenti indimenticabili
Il termine leggenda è anche utilizzato per celebrare fatti o personaggi fondamentali per la storia di un popolo. Se – usando un po' di immaginazione – questo popolo lo intendiamo come popolo calcistico, allora tra i suoi personaggi leggendari va annoverato anche Gianluigi Buffon (o Gigi, come preferite). Il numero uno dei numeri uno, direbbe qualcuno. E numero uno lo è stato per tanti anni, Gigi. Prima nel Parma e poi nella Juventus, con la Nazionale a fare da cornice. Una carriera memorabile. Leggendaria. Irripetibile. Carriera che si chiude oggi, con Buffon che – tramite un video postato sui suoi canali social – ha annunciato il ritiro.
Dall'esordio tra i professionisti all'addio al calcio sono passati 27 anni e 8 mesi. Da Parma a Parma. Da Parma, da sbarbato e con tanti sogni nei guantoni; a Parma, con 29 trofei e più di 1000 presenze da professionista. Da Parma, a 17 anni; a Parma, a 45. Dal 19 novembre 1995 al 2 agosto 2023. Nel mezzo tante, troppe emozioni. Sia gioie che dolori, ma sempre forti. Dal tetto del mondo con la nazionale alle finali di Champions League perse con la Juventus, dal vertice della Serie A al baratro della Serie B. Ma sempre da numero uno. Proviamo a rivivere quelli che sono stati i dieci momenti indimenticabili nella carriera di Gigi Buffon.
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L'esordio in Serie A con il Parma
Si dice spesso che la vita è destino, ed il destino di Gigi Buffon era probabilmente quello di diventare uno dei più grandi (se non il più grande) portieri di tutti i tempi. Questo lo si capisce già dalla storia dietro al suo esordio. Arrivato nel momento giusto, si; ma non solo per merito suo. Luca Bucci, primo portiere di quel Parma, si infortuna. Nevio Scala (l'allenatore) decide di sorprendere tutti, per la partita contro il Milan il titolare non sarà Alessandro Nista, il secondo portiere; bensì il giovanissimo Gianluigi Buffon, all'epoca poco più che 17enne.

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Scala era rimasto impressionato dalle prestazioni del giovane Buffon con le squadre giovanili dei ducali, tanto da aggregarlo alla prima squadra. È il 19 novembre 1995 e per la decima giornata di Serie A davanti ai 28.465 spettatori del Tardini arriva un Milan ricco di talenti. Tra i calciatori del Parma e quelli dei rossoneri in campo c'è gente del calibro di Weah, Zola e Baggio (sia Roberto che Dino), solo per citarne alcuni. Il meno conosciuto. Anzi, lo sconosciuto è proprio quel numero 12 che difende la porta del Parma, un tale Gigi Buffon. Un “bambino” di 192 centimetri dallo sguardo determinato. Novanta giri di lancette dopo sembra come se gli sconosciuti fossero gli altri 21. Il migliore in campo è proprio Buffon, che para il parabile ed inizia la sua carriera con una porta inviolata contro il Milan. Milan che al termine del campionato si laurea campione d'Italia.
L'esordio in nazionale maggiore
Per vederlo esordire con la nazionale maggiore, nonostante sia ormai un titolare nella porta del Parma, bisogna aspettare altri due anni rispetto al debutto in Serie A. L'esordio con l'Italia dei grandi arriva il 29 ottobre del 1997, nel match contro la Russia valido per le qualificazioni ai mondiali del 1998. Tra i pali della porta azzurra parte titolare Gianluca Pagliuca (primo portiere dell'Inter). Anche qui, però, il destino viene in soccorso di Buffon. Al 32esimo nel corso del primo tempo Pagliuca si fa male e Cesare Maldini manda in campo Buffon, ormai maggiorenne. La partita termina sul risultato di 1-1 e Buffon mette in bacheca la prima di una lunga serie di presenze con la maglia dell'Italia.
La vittoria della Coppa UEFA con il Parma
Probabilmente l'unica pecca, a livello di trofei, nella carriera di Gigi Buffon sono state le coppe europee. Una vera e propria maledizione per il portierone di Carrara, che con la Juventus ha perso per ben tre volte la finale di Champions League (2003, 2015 e 2017). Uno solo il trofeo internazionale alzato con le squadre di club, la Coppa UEFA vinta con il Parma al termine della stagione 1998/99.

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Era un Parma pieno di talenti, che arrivò a giocarsi la finalissima contro il Marsiglia dopo un percorso eccezionale. Quattro i gol segnati ai Rangers agli ottavi di finale, sette quelli rifilati al Bordeaux ai quarti e cinque quelli segnati contro l'Atletico Madrid in semifinale. Una squadra nettamente superiore rispetto alle contendenti. Superiorità manifestata anche nella finalissima di Mosca, il 12 maggio del 1999. Netto il 3-0 rifilato al Marsiglia. Protagonisti Crespo, Vanoli e Chiesa, autori dei tre gol; ma anche Gigi Buffon, autore di due parate decisive. Primo ed unico trofeo internazionale della sua carriera.
Il passaggio alla Juventus
Nell'estate del 2001 alla porta del Parma si presenta Luciano Moggi che, dopo aver fatto cassa con la cessione di Zidane (venduto per 77,50 milioni al Real Madrid), decide di reinvestirne la maggior parte (52,88) per strappare Buffon al Parma. Dopo sette anni Gigi lascia Parma e si trasferisce a Torino, a 23 anni. Ancora oggi è il quarto portiere più pagato nella storia del calcio, e fino al 2016 è stato l'acquisto più oneroso nella storia della Juventus. Storia della Juventus che ha contribuito a scrivere, eccome. Diverse pagine, se non diversi capitoli, della storia del club bianconero portano la firma indelebile di Gigi Buffon.

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Sono 19 le stagioni totali giocate con la Vecchia Signora. Diciassette consecutive e due da secondo portiere dopo un anno al Paris Saint-Germain. Con la Juve ha vissuto la maggior parte dei momenti più importanti della sua vita calcistica, come il primo scudetto di sempre vinto alla prima stagione in bianconero. E sono arrivati proprio con i bianconeri quasi tutti i trofei vinti in carriera. In totale con la Juventus ha vinto 12 scudetti di Serie A (2 dei quali poi revocati), sette Supercoppe italiane e sei Coppe Italia, più un campionato di Serie B.
La finale di Champions League di Manchester contro il Milan
Oltre alle gioie, con la maglia della Juventus ha vissuto anche alcuni momenti dolorosi. Tra questi va sicuramente annoverata la prima delle tre finali di Champions League perse, quella persa ai rigori contro il Milan nella stagione 2002/03. Finale che tutti ricordano perché è un po' un emblema per il calcio italiano. Si tratta infatti della prima, e fino ad ora anche unica, finale di Champions tutta italiana.

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Una partita molto avvincente e combattuta tra due squadre quasi completamente alla pari. Dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari, a reti inviolate finirono anche i tempi supplementari, con il verdetto che venne dunque rimandato ai calci di rigore. Dagli undici metri un errore di troppo per i bianconeri, che sbagliarono tre penalty contro i due sbagliati dal Milan (e parati da Buffon, su Seedorf e Kaladze), per il risultato finale di 3-2 in favore dei rossoneri. Buffon venne eletto come miglior calciatore della competizione, prima volta nella storia della Champions per un portiere.
La vittoria del mondiale del 2006 con l'Italia
Il momento più alto della carriera di Gigi Buffon, e forse anche il più indimenticabile, è sicuramente la vittoria del Mondiale del 2006. Tutti i tifosi che hanno visto la partita ricordano sicuramente dove si trovavano al fischio finale, nel match del 9 luglio del 2006. Una cavalcata pazzesca quella della nazionale allenata da Marcello Lippi. Cavalcata che vide tra i suoi protagonisti anche Gigi Buffon, secondo dietro a Cannavaro nella lotta al Pallone d'Oro.

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Un mondiale da incorniciare per il numero uno azzurro, che si rese protagonista di alcune parate tra le migliori realizzate in carriera. Su tutte quella su Podolski in semifinale e quella sul colpo di testa di Zidane in finale. Finale che, dopo l'1-1 dei tempi regolamentari, confermato anche ai tempi supplementari, si decise solamente dopo i calci di rigore. Costò caro alla Francia l'errore di Trezeguet dal dischetto, nessun errore invece per gli azzurri, con il rigore decisivo trasformato da Fabio Grosso.
La retrocessione in Serie B con la Juventus
L'estate del mondiale di Buffon non è però caratterizzata solamente dai festeggiamenti, come avrebbe giustamente meritato. È infatti l'estate di Calciopoli. La Juventus si vede revocare gli ultimi due scudetti e viene retrocessa in Serie B, con 9 punti di penalizzazione. Fresco vincitore del campionato del mondo e considerato come il miglior portiere in circolazione, Buffon riceve decine di offerte dai più grandi club europei. I suoi pensieri, però, sono solo in bianco e nero. Fa una scelta di cuore e decide (insieme a Del Piero, Trezeguet, Nedved, Camoranesi, Marchisio e Chiellini) di rimanere alla Juventus. Anche in Serie B. Anche in mezzo alle critiche. Anche all'inferno. È una scelta che lo farà entrare definitivamente nel cuore di tutti i tifosi della Vecchia Signora.
Il record di imbattibilità in Serie A con la Juventus
La Juventus torna dal baratro e dopo qualche stagione torna anche a dominare in Serie A, con Buffon ancora protagonista in mezzo ai pali. Nonostante le primavere sul groppone siano ormai aumentate, il portiere di Carrara continua ad essere uno dei migliori in circolazione. E la conferma arriva anche dai numeri, oltre che dalle prestazioni in campo. In particolare, nella stagione 2015/16, porta a casa il record di imbattibilità nella storia del campionato di Serie A. A 38 anni. Oltre 20 anni dopo riesce a superare il primato di Sebastiano Rossi, stabilito con il Milan nella stagione 1993/94. Il portiere della Juventus tiene la porta inviolata per poco più di nove partite di Serie A consecutive, per un totale di 974 minuti consecutivi senza subire gol. Primato ancora oggi suo.
L'eliminazione con la Svezia e l'addio alla nazionale
L'ultimo momento negativo ma, ahinoi, indimenticabile è un Italia-Svezia del 13 novembre del 2017. La nazionale italiana si gioca la qualificazione al mondiale del 2018. Dopo qualche passo falso di troppo gli azzurri si trovano costretti a dover passare dallo spareggio contro la Svezia per potersi qualificare ai gironi. Nel match di andata, forse troppo sicuri, i ragazzi di Ventura cadono in casa degli svedesi, che si impongono per 1-0. Ma nulla è ancora perduto.
Al ritorno, a San Siro, le cose non vanno però come auspicato. L'Italia è confusa, senza idee. La Svezia si chiude bene e manda gli azzurri in panico, in campo e fuori. Tutti ricorderanno il siparietto tra Ventura e De Rossi. Al fischio finale nessuna delle due squadre è riuscita a segnare, ma una delle due esulta…è la Svezia. Grazie alla vittoria dell'andata ai mondiali vanno infatti gli svedesi. Eliminazione clamorosa per l'Italia, che prima di quel match aveva mancato i gironi della coppa del mondo solamente nel 1958, proprio nell'edizione svedese.

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Al termine della partita molti scappano negli spogliatoi, compreso il commissario tecnico Gian Piero Ventura. A presentarsi davanti alle telecamere e davanti agli italiani è il capitano, Gigi Buffon. Il portiere degli azzurri non riesce a trattenere le lacrime, e piange per tutta l'intervista. Cercando al tempo stesso di rimanere lucido per rispondere alle domande. Di quel giorno, però, restano solo le lacrime.
Il record di presenze con la maglia della nazionale italiana
Quella contro la Svezia è la penultima presenza di Buffon con la maglia della nazionale maggiore, l'ultima arriva pochi mesi dopo: il 23 marzo del 2018, in una gara amichevole giocata – e persa – contro l'Argentina. Presenza numero 176 con la maglia della nazionale maggiore per Gigi Buffon. È il calciatore con più presenze nella storia dell'Italia, ben 40 in più rispetto a Fabio Cannavaro secondo. Si chiude così dunque la sua avventura in nazionale, 176 presenze e 77 reti inviolate dopo l'esordio del 1997. In totale 20 anni e mezzo di maglia azzurra.
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