Sergio Aguero ha annunciato il suo addio al calcio giocato a causa dei problemi al cuore: ripercorriamo la carriera del Kun, il campione di un'epoca
Contents
- Sergio Aguero ha annunciato il suo addio al calcio giocato a causa dei problemi al cuore: ripercorriamo la carriera del Kun, il campione di un'epoca
- Aguero, dalle giovanili alla prima squadra dell'Independiente
- Aguero, l'approdo all'Atletico Madrid e l'esplosione
- Aguero, il passaggio al Manchester City e la gloria
- Aguero, l'addio al Manchester City per chiudere la carriera al Barcellona
“Sono qui per dire che smetto di giocare a calcio. È un momento durissimo però sono molto felice della decisione che ho preso, prima viene la salute“.
È iniziata così la conferenza del Kun Aguero. L'ultima conferenza del Kun Aguero. Dopo lacrime, tante lacrime, solo lacrime. Giusto, perché la carriera di Aguero è stata un tornado di emozioni. Perché il Kun ci ha messo il cuore, proprio quel cuore che alla fine lo ha “tradito”. Ma non solo cuore, anche tanta garra, quella tipica dei sudamericani. Ed infine passione, non può mancare. Mai. Per questo le lacrime sono giustificate, anzi sono sacrosante. Basta guardare lo sguardo affranto, devastato, inerme di Aguero durante la conferenza stampa per capire quanto ci tenesse. Testa bassa e occhi rossi, gonfi, ricolmi di lacrime. È lampante che lo facesse per passione, non per soldi, mai per soldi. Però con la salute non si scherza, ed è proprio per questo motivo che l'attaccante argentino ha deciso che, per i problemi cardiaci scoperti lo scorso ottobre, è meglio darci un taglio.
Si chiude così, 438 gol e 18 anni dopo la carriera da professionista di uno degli attaccanti più forti di sempre. La carriera di un campione che ha segnato un'epoca, la nostra epoca. Nato a Buenos Aires, capitale dell'Argentina nonché città più importante della Nazione, dove il calcio lo si respira, Sergio Aguero ha conosciuto la sua fortuna (calcisticamente parlando) proprio nel nostro continente, in Europa. Approdato all'Atletico Madrid nel 2006, dopo tre anni da professionista con l'Independiente, Aguero ha scritto una pagina di storia importante soprattutto nel Manchester City.
Per ultimo aveva scelto il Barcellona, per chiudere una carriera tutt'altro che banale. Al fianco dell'amico di sempre Leo Messi. Purtroppo però, a differenza delle favole, nella vita vera non sempre c'è il lieto fine. E così prima l'addio, inaspettato, di Messi. Poi la notizia, ancor più brutta, dell'aritmia cardiaca. Un'aritmia incompatibile con la pratica dello sport professionistico: “Sono stato in ottime mani. I medici mi hanno detto che la cosa migliore per me era smettere di giocare. Ho fatto tutto il possibile per vedere se c’era qualche speranza ma ho capito che non ce n’erano tante“. Continua così, dopo aver ripreso un po' di fiato, la conferenza dell'argentino. Aguero è però consapevole che ha lasciato un segno indelebile nella storia di questo sport: “Sono molto orgoglioso della mia carriera, e sono felice. Me ne vado a testa alta“. Allora ripercorriamola, brevemente, questa carriera: dall'esordio in Argentina con l'Independiente all'approdo all'Altetico Madrid, passando per Manchester, sponda City, ed infine Barcellona.
Aguero, dalle giovanili alla prima squadra dell'Independiente
“Ho sempre sognato di giocare a calcio dai 5 anni quando ho toccato la mia prima palla“.
I primi passi, quelli veri, li ha mossi proprio in Argentina Aguero. Lui che ha iniziato la sua carriera battendo un record, quasi da predestinato. Debuttando nel massimo campionato (Primera Division) il 7 luglio del 2003 all'età di 15 anni e 35 giorni, Aguero è infatti diventato il più giovane di sempre ad esordire nel massimo campionato argentino nell'era professionistica. Record niente male. Specialmente se lo fai in Argentina e lo togli ad un certo Diego Armando Maradona. Che, tra le altre cose, è stato – oltre che suo allenatore nella nazionale – anche suo suocero e nonno del suo primogenito.
Che il ragazzino, soprannominato El Kun fin da piccolo per la somiglianza – a detta del nonno – con il protagonista del cartone animato giapponese Kum Kum il cavernicolo, avesse qualcosa di speciale lo si era capito subito dunque. Molto prima dell'approdo in Europa e della definitiva esplosione. Approdo in Europa arrivato al termine di tre stagioni da professionista con l'Independiente che, dopo essersi inizialmente opposto alla sua partenza, decise di cedere alle avance dell'Atletico Madrid.
Aguero, l'approdo all'Atletico Madrid e l'esplosione
Nell'estate del 2006, ormai diciottenne, Aguero lascia dunque la sua patria con una valigia piena di speranze. Direzione Madrid. Inseguendo il sogno di diventare un grande attaccante. Ed è proprio a Madrid che il suo talento inizia a ricevere apprezzamenti e, soprattutto, riconoscimenti. Dopo una stagione iniziale di adattamento, dalla seconda conferma quanto fatto intravedere in Argentina. Tant'è che nel 2008, al termine della sua seconda stagione con la maglia dei colchoneros, riceve il Premio Antonio Puerta, come miglior giocatore del campionato. La sua avventura spagnola prosegue a gonfie vele e nel 2011, al termine del quinto ed ultimo anno spagnolo, festeggia due traguardi importanti: i 100 gol con la maglia dell'Atletico Madrid e l'ingresso nella top 10 dei migliori marcatori di sempre nella storia del club.
Aguero, il passaggio al Manchester City e la gloria
Nel 2011 decide che è tempo di cambiare aria. È tempo di sposare un nuovo progetto. Il suo destino si incrocia dunque con quello del Manchester City, nel frattempo passato nelle mani degli sceicchi. Il 28 luglio del 2011 viene ufficializzato come nuovo attaccante dei citizens. Scelta più che azzeccata da parte del Kun, che alla prima stagione si rende già protagonista assoluto.
Al termine di una stagione super, fatta di 30 gol in 48 presenze, il Kun segna il gol che forse sarà il più ricordato della sua carriera. Dopo un anno intero a lottare per il titolo contro i cugini del Manchester United, il Manchester City si trova costretto a dover vincere l'ultima gara per vincere il campionato, quella contro il QPR. Al 91′ però, i citizens sono clamorosamente sotto 2-1, per giunta in casa. Tutto sembra ormai perduto. Le speranze per il titolo infrante. I tifosi presenti allo stadio hanno il volto scuro, c'è anche chi prende a pugni le sedie. Ma, per citare Boskov, partita finisce quando arbitro fischia. Il City, con le ultime energie, continua ad attaccare a pieno regime. Al 92′ ci pensa Dzeko a pareggiare i conti su assist di David Silva. Due giri di lancette dopo, nell'ultimissima azione della partita, succede poi qualcosa di magico. Aguero riceve palla, scambia con Balotelli, e – dopo aver saltato l'ultimo difensore – batte il portiere avversario con un potente destro a fil di palo. El Kun si toglie la maglia ed esplode di gioia. Lo stadio è una bolgia. Mancini è impazzito. Questa volta un lieto fine c'è stato, e che lieto fine. Erano ben 46 anni che il Manchester City non si laureava campione d'Inghilterra. La gloria è tutta di Aguero, diventato una vera e propria leggenda in quel di Manchester. Dopo appena una stagione.
L'esperienza al City prosegue in discesa, fatta eccezione per qualche infortunio. Diversi i titoli portati a casa da Aguero, che batte anche svariati record. Insieme ad Henry è l'unico calciatore capace di segnare almeno 20 gol in campionato per cinque stagioni di fila. Con 184 marcature è il miglior realizzatore straniero nella storia della Premier League, nonché quarto miglior realizzatore in generale. Detiene inoltre il primato per il maggior numero di gol in campionato con una sola squadra. Dopo 10 anni era arrivato però il momento di dire addio al City, nell'estate del 2021 decide quindi di non rinnovare il contratto per unirsi al Barcellona.
Aguero, l'addio al Manchester City per chiudere la carriera al Barcellona
L'avventura in blaugrana è, senza ombra di dubbio, la più sfortunata della sua carriera. Partita con l'addio di Messi, prosegue infatti con un infortunio che lo costringe a stare fuori per 10 settimane. Al rientro riesce a giocare appena cinque partite, solamente due delle quali dal primo minuto. Uno solo il gol segnato con il Barca, quello tanto speciale quanto inutile nel Clasico contro il Real Madrid, vinto proprio dalle merengues. Poi il nuovo stop, questa volta definitivo, e la decisione di dire basta. Forzata ma sensata. Triste ma necessaria. Però tranquillo Kun, hai lasciato la tua impronta. Adesso goditi la tua nuova vita, che a noi hai dato abbastanza.
Fonte foto: twitter.com/fcbarcelona