
Il centrocampista della Juventus è stato trovato positivo ad una sostanza dopante chiamata “testosterone”, ormone che regola anche il mantenimento della massa muscolare
In queste ultime ore, con la Serie A ferma per la sosta delle nazionali, il calcio italiano ha una ed una sola notizia protagonista – anche più forse della nuova Italia di Luciano Spalletti: il caso di doping che ha colpito Paul Pogba.
Nel pomeriggio di lunedì 11 settembre è infatti emerso come il centrocampista della Juventus sia stato trovato positivo al controllo antidoping dopo la gara disputata il 20 agosto dalla Vecchia Signora sul campo dell'Udinese, match valido per la 1^ giornata della nuova Serie A. In quell'occasione il giocatore francese non disputò nemmeno un minuto, ma era convocato e quindi arruolabile perché presente in panchina. Gli esami appena pubblicati hanno rilevato la presenza di metaboliti di testosterone nelle urine del classe 1993, sostanza ritenuta dopante dalle autorità competenti.
Pogba quindi è stato sospeso in via cautelare in attesa delle controanalisi. Qualora anche queste dovessero confermarne la positività, allora il giocatore della Juventus rischierebbe davvero grossissimo. Si parla di una squalifica da 1 a 4 anni, a seconda dell'eventuale intenzionalità o meno. Un vero e proprio disastro – sotto tutti gli aspetti – sia per il ragazzo che per la stessa Juventus, la quale aveva investito pesantemente nell'estate del 2022 per riportarlo a Torino dopo la deludente esperienza al Manchester United.
Pogba è quindi stato fermato per via di un eccesso di testosterone, sostanza che in realtà per natura è già presente nel corpo umano – soprattutto in quello maschile. Ma quindi, di preciso, cos'è questo testosterone? A che cosa serve? E perché è considerata una sostanza dopante e quindi vietata?
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Doping, Pogba positivo: cos'è il testosterone e a che cosa serve
Il testosterone è un ormone che fa parte del gruppo androgeno prodotto principalmente da cellule presenti nei testicoli e, anche se in minima parte, dalle ovaie e dalla corteccia surrenale. Nell'uomo, il testosterone permette lo sviluppo degli organi sessuali e dei caratteri secondari come barba, peli, voce, forza muscolare e scheletro.
In ambito sportivo, il testosterone può giocare un ruolo molto importante per l'apparato muscolo-scheletrico, la buona salute e la depressione – oltre ai comuni benefici di tipo sessuale e riproduttivo. L'uomo produce per natura dai 5 ai 7 mg di testosterone al giorno, anche se dopo i 30 anni questi numeri tendono lentamente a diminuire.
Fino alla fine 🤍 pic.twitter.com/o8WHyX4AvB
— Paul Pogba (@paulpogba) September 3, 2023
Doping, Pogba positivo: perché il testosterone è vietato
Il testosterone è una sostanza utilizzata da un punto di vista farmacologico sia negli uomini che nelle donne, qualora ve ne sia la necessità. Tuttavia, è vietato superare certi livelli per motivi etici e sportivi, oltre che ovviamente di salute. Un uso eccessivo, può provocare alterazioni delle prestazioni fisiche in maniera non legale.
Gli atleti che assumono quantità eccessive di testosterone sintetico – cioè quello prodotto in laboratorio, e non dal proprio organismo in maniera quotidiana e quindi del tutto naturale – possono sostenere prestazioni sportive oltre alla media, sia in termini di intensità che di durata.
Questo rientra proprio nella considerazione di doping che ha la Lega Serie A: in Italia è infatti vietato utilizzare qualsiasi tipo di farmaco che possa alterare i parametri fisiologici e le prestazioni sportive in maniera artificiale – sia in allenamento che durante la gara, ovviamente. Assumere steroidi definiti “anabolizzanti” infatti – come appunto il testosterone – può causare effetti collaterali a breve, medio e lungo termine anche molto gravi per la salute del soggetto.
Il testosterone quindi, in conclusione, rientra esattamente fra quelle sostanze ritenute dopanti, e quindi vietate dal nostro sistema calcio.
