Paulo Dybala è l’unico in grado di accendere la luce: mai come in questa stagione la Juventus ha bisogno del suo numero 10
In estate, il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha fatto – secondo molti – un passo indietro: esonerato Pirlo, ha richiamato sulla panchina bianconera Massimiliano Allegri.
Il tecnico toscano ha fatto benissimo nella sua prima avventura a Torino, vincendo 5 scudetti in altrettante stagioni e portando la squadra per 2 volte in finale di Champions League. Tuttavia, sono in molti a pensare che la classica “minestra riscaldata” non possa funzionare, soprattutto stavolta. Al momento, i numeri – e non solo – danno ragione a questa filosofia di pensiero.
Alla seconda sosta stagionale per le nazionali, la Juventus si ritrova clamorosamente indietro in campionato. Dopo 12 gare di Serie A, i bianconeri sono all’8^ posto in classifica – a pari merito con Fiorentina e Bologna – con un forte ritardo sulle prime: a causa di sconfitte pesantissime (come quelle contro Empoli, Sassuolo ed Hellas Verona), la Juve è a -14 dalla vetta.
Al di là dei risultati, però, quello che più preoccupa di questa squadra è il gioco. O meglio, l’assenza di gioco.
Per i giocatori in rosa, Allegri avrebbe il materiale per proporre qualcosa di molto più spumeggiante. Ma l’ex allenatore di Cagliari e Milan non cambia, rimane fedele alle sue idee di gioco e ai suoi principi tattici. Tutto molto statico, prevedibile, oserei dire “vecchio”.
Eccetto per una cosa. Un giocatore. “Il” giocatore. Paulo Bruno Exequiel Dybala, per tutti la Joya.
Classe ed eleganza: Dybala è il punto di riferimento
Strappato al Palermo nell’estate del 2015, la Juventus lo ha subito messo al centro del progetto. Dopo l’addio di Tevez, mister Allegri si è ritrovato in casa un altro fenomeno argentino. O forse anche qualcosa in più.
Arrivato in punta di piedi e col numero 21 sulla schiena, ha fin da subito mostrato lampi di genio. Piccolo e gracilino, non ci ha messo molto a far capire ai senatori bianconeri che questo era uno “da proteggere”. Ed era vero.
In poco tempo, si è preso la Juve. La maglia numero 10. E, all’occorrenza, la fascia da capitano.
Gli anni passano e gli attaccanti pure, ma non lui. Non Paulo Dybala. La Joya è sempre lì, al centro del progetto, protagonista e uomo simbolo in ogni stagione, con ogni compagno o allenatore.
Perché è semplicemente impossibile discutere Dybala. La sua classe e la sua eleganza vanno oltre gli infortuni e le prestazioni discontinue: quando sta bene, il ragazzo originario di Laguna Larga ha veramente pochi eguali al mondo.
Lo sa bene Allegri. Lo ha sempre saputo. E infatti, complice anche l’addio di Cristiano Ronaldo, lo ha subito elevato a punto di riferimento, in campo e fuori.
I compagni si affidano a lui nei momenti complessi della partita, quando sono marcati o semplicemente per muovere la palla. Se a posto fisicamente, il numero 10 della Juventus è una certezza. Il suo sinistro lo è. Da questo punto di vista, è degno del paragone coi più grandi nella storia del calcio mondiale.
Il ragazzo è stato spesso fuori per infortunio, ma nel suo Palmares spiccano già numeri invidiabili. Questa è la sua 7^ stagione con la maglia della Juventus: in 265 partite fra tutte le competizioni, ha collezionato 106 gol – superando pochi giorni fa il record di Platini – e 46 assist. Tra questi, si contano anche 50 presenze in Champions League, condite da 18 gol e 3 assist.
Ha vinto tutto a livello nazionale con la Juve, tra cui anche il premio di Giocatore della Stagione nella Serie A 2019/20.
Paulo Dybala è probabilmente la cosa più simile ad Alex Del Piero in questi ultimi 10 anni.
Questa Juve è Dybala-dipendente: tutto gira attorno a lui
Allegri e Dybala si conoscono molto bene, sia da un punto di vista umano che sportivo: questa è la loro 6^ stagione insieme. L’uno sa molto bene che cosa gli può dare l’altro.
Il mister ha dato al ragazzo le chiavi del gioco: dal centrocampo in avanti, tutti hanno il dovere di cercare Paulo e di fargli arrivare una palla giocabile, anche se marcato. Anche se ha due uomini addosso. Dal terzo in su, allora si può cominciare a guardare anche altri compagni.
L’impressione è che mai come quest’anno la Juventus abbia bisogno del miglior Dybala. A 28 anni, è maturo e nella sua miglior forma psicofisica. Oggi più che mai, la Juventus è dipendente dal suo numero 10.
Dalla scarsa qualità della rosa al ricambio generazionale, da una sensazione generale di appagamento ad un modo di giocare “vecchio stile”: oggi l’unica luce nella Juve si chiama Paulo Dybala.
In ogni partita, sembra che la squadra di Allegri abbia sempre e comunque bisogno di una scintilla di Dybala per accendersi. Indipendentemente dal palcoscenico, dall’avversario e dall’andamento della gara.
Il 4-4-2 abbastanza scolastico proposto in questo inizio di stagione dal tecnico toscano è piuttosto prevedibile. Tutto cambia e tutto può succedere solo quando prende palla tra i piedi la Joya. Tra le linee nemiche, il numero 10 argentino è in grado di inventare qualsiasi cosa in ogni momento: un dribbling, un passaggio filtrante, una finta di corpo, un tiro. Qualsiasi cosa sia, stai certo che sarà bella da vedere. Ma anche efficace.
Dybala non è quel giocatore semplicemente appariscente. Non fa doppi passi o elastici. Qualche tunnel con la suola o con l’esterno al massimo, ma è nella sua natura. È pur sempre un argentino. Per il resto, il classe 1993 è concreto. Scaltro. Letale.
Alle spalle della prima punta – solitamente Morata, oppure Kean o Kaio Jorge – il 10 dà il meglio di sé. Libero di svariare a seconda del suo istinto – quindi partendo spesso e volentieri dal centro-destra – è costantemente una spina nel fianco delle difese avversarie. Ma fin qui, sembra esser l’unico in grado di cambiare il corso della gara.
In questo avvio di stagione, tra Serie A e Champions League, Dybala ha giocato 11 partite, totalizzando 6 gol e 4 assist. Ma è tutto il resto che incanta: quando la sfiora lui, la palla fa un rumore diverso.
Allegri non ha quindi potuto far altro che metterlo al centro di tutto. La sua Juve gira attorno al suo numero 10. Se la Vecchia Signora vince, potrebbe non esser merito solo di Dybala ovviamente; ma se la Vecchia Signora perde, puoi star certo che Dybala non sia riuscito ad incidere.
Senza Dybala in grado di accendere la luce ad ogni minuto, la Juve è un’altra squadra. Ecco perché diventa fondamentale per Agnelli rinnovargli subito il contratto, in scadenza proprio nel giugno 2022.
Il ragazzo è un patrimonio di questa squadra. E Allegri lo sa bene.