Dai grandi protagonisti della storia del calcio alle imprese epiche: i migliori libri da non perdere a tutti i costi
Pausa pranzo, in viaggio, disteso in spiaggia sotto l'ombrellone, o semplicemente in un momento di relax. Non importa dove o quando, leggere un libro fa – per un momento – uscire dalla realtà e approdare sul mondo dei sogni. Perchè, come diceva Ugo Ojetti:
“Chi accumula libri accumula desideri; e chi ha molti desideri è molto giovane, anche a ottant’anni“.
Un ragionamento che calza a pennello per tutti gli appassionati di calcio, che sognano di rivivere le gesta dei propri beniamini e di scoprire i loro segreti e le loro origini. Conoscere i retroscena più segreti di un'impresa storica. Il calcio, che è lo sport più seguito al mondo e senza dubbio il più amato in Italia, ha ispirato e continua a ispirare innumerevoli opere che lo omaggiano, che raccontano le storie dei suoi protagonisti e le imprese che sono rimaste nella memoria di tutti, appassionati e non.
Di seguito una carrellata di libri sul mondo dal calcio in ordine alfabetico da leggere assolutamente, per conoscere o riscoprire le sue storie.
999. Le storie vere dei campioni mancati – Paolo Amir Tabloni
Uno su mille ce la fa”, cantava Gianni Morandi. E gli altri 999? Paolo Amir Tabloni nel suo libro ci racconta l'altra anima del gioco del calcio, quella fatta di campioni mancati, rinunce, delusioni e abbandoni. E riscatti. Talenti che si erano illusi e che si sono ritrovati a dover avere a che fare con la dura realtà, con una “ripartenza” che non è sempre facile.
999 racchiude le storie di vita di 29 calciatori che avrebbero potuto essere quell'uno su mille che arriva e ce la fa, ma che per motivi diversi sono rimasti incastrati nella gabbia. 999 scorre leggero e fa da caleidoscopio sulle diverse pieghe che può prendere la vita, anche mentre si sta inseguendo un sogno. Un messaggio forte per qualsiasi lettore: per genitori che spingono i figli verso carriere luminose, per campioni mancati, ragazzini che stanno provando a sfondare e i loro allenatori, ma anche per chi non ha niente a che fare con il mondo del calcio e vorrebbe conoscerlo meglio. Perché 999, più di ogni altra cosa, è un libro che parla di vita.
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A cosa pensiamo quando pensiamo al calcio – Simon Critchley
Per quale motivo il gioco del calcio è amato in un modo così passionale? Cosa lo rende così entusiasmante? Forse dietro le apparenze di un tifo senza freni e affari milionari, c'è molto altro. Applicando al calcio alcuni strumenti della filosofia contemporanea si scopre che il pallone è fondamentalmente socialista. O che una partita è più vitale e coinvolgente del teatro. O ancora che Claudio Ranieri e Nietzsche hanno molte più cose in comune di quanto si possa immaginare.
Questo libro molto raffinato e accessibile ci accompagna passo passo in un'affascinante disamina fenomenologica dello sport più bello del mondo. Il filosofo inglese Simon Critcheley prova a dimostrare che il calcio forse non è solo vittoria o sconfitta, ma soprattutto significa raggiungere – anche solo per un breve ma indimenticabile momento – uno stato di grazia.
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Azzurro Tenebra – Giovanni Arpino
Da molti considerato il più bel romanzo di sempre sul calcio in Italia. “Azzurro Tenebra” è il libro che Giovanni Arpino dedicò alla sfortunata partecipazione della Nazionale italiana ai Mondiali del 1974 giocati nella Germania Ovest. I personaggi sono inventati, ma facilmente riconoscibili nelle loro controparti reali: Gianni Brera e Enzo Bearzot, Giacinto Facchetti e Gigi Riva. Lo stesso autore, protagonista autobiografico, è un inviato speciale che si fima “Arp” e assiste ad una disfatta annunciata che è anche lo specchio dell’Italia – non solo calcistica – di quegli anni.
Insieme all'autore inviato c'è un giovane cronista-scudiero “Bibì”, come un Don Chisciotte del giornalismo affiancato dall'immancabile Sancho. Testimoni di un evento sportivo che presto assume i toni del grottesco, i due uomini sanno leggere in filigrana dentro quello che solo uno sguardo superficiale potrebbe archiviare come “niente altro che calcio”, e vi scorgono il destino desolante di un Paese già votato allo scacco e a un malinconico tramonto. Il libro, si trasforma pagina dopo pagina nel glaciale referto di un doppio fallimento: la sconfitta sul campo e l'insufficienza estetica del gioco degli azzurri rispecchiano la generale carenza di etica e la miseria della condizione politica nel Paese.
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Brilliant Orange. Il genio nevrotico del calcio olandese – David Winner
Se siete appassionati di schemi, allora non potete perdervi “Brilliant Orange”. David Winner racconta quella che probabilmente è stata la più grande rivoluzione tecnica del calcio: la nascita del calcio totale. Tutto prende forma nell’Olanda degli anni '60 con l’occupazione degli spazi, il pressing, i ruoli intercambiabili. Una nuova filosofia di gioco che cambierà il calcio per sempre.
Un libro che non racconta una partita e nemmeno una squadra, ma un’epoca: quella dell’Ajax e della sua rivoluzione. Simon Kuper ha scritto che Brilliant Orange “usa il calcio per comprendere una nazione”. Ma questa lode meritata deve anche essere capovolta: David Winner usa la cultura, la storia, l'arte e il paesaggio dell'Olanda per comprendere il “totaalvoetbal”. “Brilliant Orange” è così un vero e proprio libro totale sul calcio olandese e sulla sua enorme influenza, da Amsterdam a Barcellona e oltre, da Rìnus Michels a Van Basten, da Rijkaard a Guardiola. Winner racconta come un piccolo paese abbia avviato la rivoluzione del football moderno e in Johan Cruijff abbia trovato il massimo esponente di quella genialità nevrotica, il giocatore e poi l'allenatore simbolo.
Cruijff è il giovane che non rispetta le regole e sul campo di calcio fa quello che i giovani Provos facevano per le strade nell'Olanda degli anni Sessanta. Ma l'autore ci mostra che il ribelle e i suoi compagni tanto si opponevano quanto portavano avanti, innovandola, la tradizione. Perché quella modernissima concezione del calcio fondata sullo sfruttamento e il controllo dello spazio di gioco proseguiva, in nuovi modi, la secolare battaglia degli olandesi per strappare terre al mare, e la geometrica perfezione dei quadri di Mondrian ritornava, in diversa forma, nei “Tulipani” su un prato erboso.
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Calciatori di sinistra. Da Sócrates a Lucarelli: quando la politica entra in campo – Quique Peinado
Sócrates, colonna della Nazionale brasiliana degli anni ottanta, Lucarelli, Zampagna, Sollier. Da Agustin Gómez Pagola – inviato in Unione Sovietica durante la Guerra civile spagnola e poi diventato agente del Kgb – al cileno Carrlos Caszely, il Rey del metro cuadrado che si oppose al regime di Pinochet; oppure lo spagnolo Javi Poves, che mollò tutto sul più bello disgustato dal capitalismo imperante nel sistema-calcio. Questi sono soltanto alcuni dei protagonisti dell'opera che raccoglie le storie e la vita di molti calciatori che non hanno mai nascosto la loro appartenenza politica e che, anzi, ne sono diventati portavoce e bandiere.
Il calcio è una cosa seria, molto spesso più vicina alla politica di quanto si possa pensare. Questa raccolta di storie lo conferma: in ogni epoca e luogo ci sono stati calciatori che non hanno avuto paura di svelare il proprio impegno, anche fuori dal rettangolo di gioco. La politica è entrata in campo attraverso gesti coraggiosi. Spaziando dal Sud America alla Russia, dalla Spagna all'Italia, Quique Peinado offre una panoramica completa sui “Calciatori di sinistra”.
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Campionesse. Storie vincenti del calcio femminile – Michele Uva e Moris Gasparri
Mia Hamm, Carolina Morace, Marta, le Nadeshiko, Christine Sinclair, Carli Lloyd, Dzsenifer Maroszan, Kelly Smith, Veronica Boquete, Alex Morgan, Jean-Michel Aulas. Questo libro propone un viaggio nel mondo del calcio femminile. Campionesse che hanno tracciato la via, fino a realizzare delle vere e proprie imprese sportive, ma anche presidenti visionari che hanno aperto la strada dell'integrazione con il calcio maschile. Anche grazie al loro contributo, il calcio femminile è una delle rivoluzioni sportive, sociali e culturali che stanno interessando il nostro tempo globale.
Oltre a esplorare questo fenomeno e a vivere l'epopea vincente della sua affermazione a suon di gol e vittorie, il libro presenta anche un'altra formazione, questa volta sotto forma di parole, per lanciare i suoi emozionanti scenari futuri. “Campionesse” di Michele Uva e Moris Gasparri rende omaggio ad alcune delle protagoniste di questo percorso, raccontando le gesta di 11 donne diventate icone internazionali del calcio femminile. Senza dimenticare uno sguardo all'Italia, nazione protagonista dei primi sviluppi, ora impegnata in un percorso di riscatto e nuove progettualità, pronta a disegnare la “generazione del futuro”.
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Coaching Guardiola – Miquel Àngel Violan
Un libro, che più che trattare la parte tattica e strategica di uno degli ultimi guru del calcio mondiale va ad analizzare la parte gestionale e motivazionale del personaggio Guardiola in un modo che può poi essere benissimo attuato in altri campi lavorativi e non. «Yes, we Pep!» recitava uno striscione di tifosi del Barcellona in occasione del triplete del 2009 (l'anno in cui Guardiola conquistò campionato spagnolo, Champions League e Coppa del mondo per club). Molti da allora hanno definito Pep Guardiola l'”Obama catalano”: l'allenatore e il presidente sono entrambi personaggi giovani, eleganti, sportivi e grandi comunicatori, capaci di far uscire una società e un paese da una situazione di crisi, perché degni di fiducia e in grado di trasmettere valori forti e credibili.
“Non so se vinceremo, ma so che non ci daremo mai per vinti. Allacciate le cinture, perché ci divertiremo”
Il libro di Miquel Àngel Violan non è soltanto utile per gli amanti del calcio, ossia per chi vuole sapere tutto sui metodi del celebre allenatore e sulla sua grande capacità di gestire successi e sconfitte. È anche un libro di ispirazione per chiunque si trovi a guidare un gruppo di lavoro, una società, una classe di studenti. Contiene lezioni di leadership e suggerisce tecniche e strategie utili e applicabili in tanti altri ambiti. Elemento portante del “metodo Guardiola” è il sentire comune. L'allenatore catalano sa promuovere l'intelligenza condivisa, capace di stimolare sinergie e moltiplicare il valore delle capacità individuali.
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Compagni di stadio. Sócrates e la Democrazia Corinthiana – Solange Cavalcanti
All’inizio degli anni '80, in piena dittatura militare, nasceva in Brasile qualcosa di unico e irripetibile. Una squadra di calcio si trasformava in una vera e propria repubblica democratica, riunendo e portando alla luce personaggi leggendari, calciatori dotati di un enorme spessore tecnico e di un ancor più marcato valore umano. Nasceva così la Democracia Corinthiana, una squadra capace di vincere il campionato veicolando, allo stesso tempo, un messaggio di speranza e democrazia. Questa non solo è la storia di un calcio che non c’è più, ma anche quella di un calcio che mai c’era stato prima. La storia dell'ingenua Comune, repubblica democratica o incredibile soviet calcistico, che fiorì e prosperò in Brasile nello Sport Club Corinthians Paulista tra il 1981 e il 1985.
Nella stessa popolare squadra il destino riuscì a riunire un dirigente sociologo, un terzino sindacalista, un centravanti ribelle e un attaccante dal nome di filosofo, laureato in Medicina, Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, per il mondo intero semplicemente Sócrates. A loro si unirono un geniale pubblicitario, i compagni di gioco, di lotta, di vita, di stadio e il popolo brasiliano. Nelle stagioni 1982/83 il Corinthians di San Paolo vinse il campionato con la parola “Democracia” stampata sulle magliette.
Una vittoria che, per Sócrates, fu “probabilmente il momento più perfetto della vita”. Era il punto di arrivo di una battaglia iniziata con la Democrazia Corinthiana, il tentativo di trasformare l'autoritarismo con cui si gestivano le squadre di calcio in un sistema in cui tutti, dai massaggiatori alle riserve, condividevano le decisioni attraverso il voto: salari, contratti, cessioni e nuovi acquisti, arrivando addirittura a mettere in discussione il tabù dei ritiri prima delle partite. Genio e sregolatezza, Sócrates è diventato il simbolo di un calcio impegnato, amato in patria e nel mondo.
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Duellanti – Paolo Condò
Guardiola contro Mourinho, l’estetismo contro il pragmatismo, gli ideali contro la concretezza. Un duello che si rinnova ogni giorno, raccontato da Paolo Condò come fosse un romanzo, che ricalca valori da sempre in antitesi.
Nell'aprile del 2011 il Barcellona e il Real Madrid si sfidano per quattro volte in soli diciotto giorni. Una partita di campionato, la finale di Copa del Rey e due incontri che decideranno quale delle due parteciperà alla finale di Champions League. Guardiola ha tutto dalla sua parte. Il Barcellona è il suo passato e il suo presente. È cresciuto in quel club, ha saputo sviluppare in maniera geniale e autonoma gli insegnamenti di Johan Cruijff e ha dato un gioco unico, collettivo e totale alla sua squadra. Mourinho è arrivato al Real dopo l'annata trionfale del triplete interista. Ha strigliato lo spogliatoio, ne ha rotto l'equilibrio imponendosi come leader assoluto e sta tentando con tutte le sue forze di riportare i blancos alle loro antiche glorie.
Entrambi hanno i propri soldati in campo. Piqué e Busquets sono l'orgoglio indipendentista catalano, Sergio Ramos la fedeltà alla corona di Spagna. Pepe è il killer freddo e spietato, Messi un ballerino velocissimo, imprendibile, acerrimo rivale di Cristiano Ronaldo. Ognuno darà la vita per la propria squadra, in questa serie di incontri ravvicinatissimi che porteranno la tensione a livelli mai visti su un campo di calcio. Mourinho e Guardiola: una sfida totale.
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Essere e gioco. Da Platone a Pelé. Il senso del calcio e della condizione umana – Giancristiano Desiderio
Heidegger era un'ottima ala sinistra, Derrida era un buon centravanti, Camus giocava in porta (come Giovanni Paolo II) e un numero non piccolo di filosofi ha utilizzato il calcio per fare filosofia: Sartre amava dire che il calcio è una metafora della vita, Wittgenstein giunse alla svolta del suo pensiero guardando una partita di calcio, Merleau-Ponty spiegava la fenomenologia parlando di calcio. Come mai? Il calcio si basa su un principio: il controllo di palla. Ma il principio non può essere finalizzato a se stesso. Per giocare bisogna necessariamente abbandonare la palla e metterla in gioco. Controllo e abbandono sono i due princìpi del calcio e della vita.
La filosofia, come gioco della vita, si basa su regole calcistiche: per filosofare bisogna saper mettere la vita in gioco. E per questo motivo in questo libro si spiega l'idea di Platone con Pelé, la contraddizione del non-essere con Garrincha, la virtù e la bellezza con Platini, ma anche l'inverso: il genio di Maradona con la “logica poetica” di Vico, la visione di gioco di Falcao con il mito della Caverna, il cucchiaio di Totti con la metafisica di Aristotele, e tanto altro ancora. Il calcio, infatti, non è solo una metafora, ma un paradigma cognitivo che con la sua connaturata idea di pluralità dà scacco matto al fenomeno politico più drammatico della modernità: il totalitarismo. Hitler e Stalin pretesero di controllare tutto e ci riuscirono. Pretesero di controllare anche il pallone. E persero.
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Febbre a 90° – Nick Hornby
Il calcio britannico da sempre esercita un fascino particolare su moltissimi italiani. Di certo è merito anche dei diversi scrittori del Regno Unito, che con i loro scritti hanno esaltato storie di campioni e tifosi. Febbre a 90° è molto probabilmente il libro sul calcio più famoso al mondo. Un romanzo assolutamente da avere, leggere e rileggere. Il fanatismo delle tifoserie viene stemperato nell'ironia di chi sa davvero raccontare la folle mania per la squadra del cuore. Impossibile non riconoscersi. Dal romanzo è stato tratto anche un film.
Una raccolta di saggi autobiografici e di partite dell’Arsenal che si intrecciano con la vita dell’autore: passione calcistica, destino, amore, delusioni, successi, il calcio intrecciato alla vita, il libro del tifoso che vive ogni domenica in attesa della successiva. Il testo narra della passione smodata del protagonista per il suo Arsenal e per alcuni dei suoi giocatori. Il libro però non è soltanto un inno d’amore per i “Gunners”, ma per l’intero calcio, che occupa la vita di tante persone e incide su di esse indipendentemente da nomi e simboli. I molti appassionati di questo sport possono ritrovare in questo racconto una parte della loro stessa vita. Perché la febbre del calcio, a tutte le latitudini, sembra essere la stessa e sembra rispecchiare le venture e le sventure della vita privata.
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Figurine. I grandi scrittori raccontati come campioni del pallone – Silvano Calzini
Una curiosa opera che intende raccontare cento grandi scrittori come veri e propri assi del pallone. Trovando parallelismi tra il loro stile, la loro opera e la loro vita per trasformarli in veri e propri calciatori. Shakespeare come Bobby Charlton, Machiavelli come Eusebio, Dostoevskij come Maradona. Che cosa c'è di strano? In fin dei conti Hemingway, con quel suo fisicone e quella sua prosa senza tanti fronzoli, è un perfetto centravanti di sfondamento. Quando Garcia Màrquez ci racconta della magica Macondo, sembra proprio di vederlo mentre dribbla gli avversari come birilli. Per giocare in porta non c'è niente di meglio di uno scrittore che andava per farfalle come Nabokov. E il fuoriclasse Kafka, poi, è stato Rivera prima di Rivera.
La ricetta è semplice. Basta scorrere la bibliografia di uno scrittore, avere letto qualche suo libro, conoscerne un po' la vita e la psicologia, andare a scovare qualche tic o mania, mettere insieme il tutto, agitare bene ed ecco che viene fuori il ritratto di una splendida mezzala dai piedi buoni o di un roccioso difensore tutto grinta e ardore agonistico. Figurine è il libro ideale per chi ama due delle più grandi bellezze che l’umanità ha da offrire: la letteratura e, ovviamente, il calcio.
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Fútbol. Storie di calcio – Osvaldo Soriano
Una delle opere più note di Osvaldo Soriano, uno dei romanzieri più amati dell’America latina. Ex-calciatore di belle speranze i cui sogni sono stati infranti da un incidente che però non gli ha tolto l’amore per il gioco del calcio. Soriano diviene innanzi tutto cronista sportivo e solo in seguito, con “Triste, solitario y final”, del 1973, uno dei romanzieri più amati e acclamati dell'America latina. Ma questa sua passione per lo sport, e per il fútbol in particolare, non l'ha mai lasciato.
In “Fútbol” Osvaldo Soriano, attraverso venticinque racconti, ci parla del calcio, anzi, del fútbol sudamericano, e lo fa attraverso uomini noti e meno noti, personaggi di fantasia e partite improbabili. Ci racconta alcune delle storie più assurde mai sentite che lasciano spazio a migliaia di interpretazioni. Scrive con la stessa passione e lo stesso amore di grandi campioni – uno tra tutti Diego Armando Maradona – e di oscuri portieri, di arbitri improbabili, di allenatori in pensione. Storie di calcio, di memoria, di personaggi indimenticabili, come il figlio di Butch Cassidy o il mister Peregrino Fernandez, ma “imperfetti” (come diceva lui stesso), che giocano partite senza fine, contro un avversario o contro la vita. È una sorta di viaggio spazio temporale che permette di conoscere aneddoti del tutto sconosciuti sullo sport più bello del mondo e storie di vita delle quali, altrimenti, nessuno sarebbe mai venuto a conoscenza. Un libro che ogni appassionato deve possedere.
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Futebol. Lo stile di vita brasiliano – Alex Bellos
Nessun Paese al mondo vive il calcio con la stessa passione con cui lo vive il Brasile, terra di miti e leggende sin da quando i primissimi pionieri piantarono il seme del football, diventato presto futebol. L'inglese Alex Bellos ha attraversato l'immensa patria del bel gioco per trovare nel pallone e nei suoi protagonisti la chiave con cui interpretare e spiegare i misteri di un popolo e i suoi successi. Magia, fanatismo e arte di arrangiarsi sono le molte facce di un carattere nazionale inafferrabile
Una raccolta di reportage e ritratti straordinari: da Garrincha e Socrates ai tornei amatoriali giocati sulle rive del rio delle Amazzoni, passando per lo Zerão (lo stadio costruito in mezzo al nulla ma con la linea di centrocampo esattamente sull’Equatore) e la vera storia di colui che ha disegnato la nuova maglia della Seleção dopo il Maracanazo del 1950, il Mondiale perduto in casa contro l’Uruguay. Bellos ci racconta in questo libro il calcio brasiliano, sintetizzando in modo mirabile campioni acclamati e illustri sconosciuti, miti, manie e stranezze di un mondo unico fatto di luci e ombre. Un’opera imperdibile per qualunque appassionato di calcio brasileiro.
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Goals: 98 storie + 1 per affrontare le sfide più difficili – Gianluca Vialli
Gianluca Vialli, campione di Juventus e Sampdoria, racconta 99 storie sportive (l'ultima è autobiografica) che lo hanno ispirato. Ognuna di esse è strumento di meditazione e motivazione ed è collegato a ogni storia. Non si tratta di un'autobiografia e nemmeno di un semplice libro di imprese sportive altrui.Il taglio motivazionale delle storie ne fanno un manuale di ispirazione e meditazione.
L'obiettivo del libro è proprio quello di condividere la morale e gli spunti che emergono dai racconti, nella speranza che possano essere utili nell'affrontare le proprie grandi e piccole sfide di tutti i giorni. “Goals” quindi va tradotto con “obiettivi” e non semplicemente con il suo significato meramente sportivo.
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I Diavoli di Zonderwater. La storia dei prigionieri italiani in Sudafrica che sopravvissero alla guerra grazie allo sport – Carlo Annese
Il campo di Zonderwater fu un campo di internamento inglese vicino a Cullinan in Sud Africa, il più grande campo di prigionia per militari italiani nella seconda guerra mondiale, arrivando ad avere al suo interno oltre 100.000 dei nostri commilitoni. Il libro racconta come in un paesaggio lunare, arido e bersagliato dai fulmini, gli italiani dovettero inventarsi un modo per sopravvivere alla fame, alle malattie, alla noia, alla nostalgia del proprio Paese (e alla mancanza di donne).
Li aveva accolti un altipiano brullo disseminato di tende: alla loro partenza, sei anni più tardi, lasciarono una vera città, con edifici in muratura, due ospedali, trenta chilometri di strade, quindici scuole, ventidue teatri, un monumento. Fu un capo illuminato, il colonnello Hendrik Fredrik Prinsloo, a capire che a quei giovani uomini doveva prima di tutto restituire una vita normale. Così scelse lo sport come alleato: promosse gare di scherma, atletica, ginnastica, oltre a un campionato di calcio vissuto con tale passione da trasformare in divi i più bravi fra i prigionieri.
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I ribelli degli stadi. Una storia del movimento ultras italiano – Pierluigi Spagnolo
C'è chi li etichetta come teppisti e facinorosi. Chi li dipinge come sostenitori colorati e passionali. Come i padroni violenti del calcio, oppure come gli ultimi romantici in un mondo che ha perso gran parte della sua genuinità. Nel bene e nel male, gli ultras degli stadi hanno scritto pagine importanti nella storia del calcio italiano. Rappresentano quasi mezzo secolo di aggregazione e passione, di originalità e folklore. Purtroppo anche di episodi di teppismo e violenza.
Per cercare di comprendere cosa siano gli ultras, bisognerebbe innanzitutto abbandonare i pregiudizi e considerarli come un'aggregazione spontanea, trasversale ed eterogenea, con una forte connotazione ribelle e antagonista al sistema, che incarna le logiche di una dicotomia forte che filtra il mondo attraverso le lenti della contrapposizione amico/nemico. Un multiforme insieme di uomini e donne che amano follemente una squadra e che, insieme alla squadra, amano la città che quella squadra rappresenta, la maglia e i colori che i giocatori portano addosso. Questo volume racconta e spiega il mondo delle curve italiane, mescolando le esperienze dirette con l'analisi di saggi e studi sul movimento ultras, proponendo le autorevoli opinioni di chi ha già studiato il fenomeno e mescolandole con le voci dei protagonisti. Con rigore storico e un pizzico di passione.
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Il Barça – Sandro Modeo
La notte del 28 maggio 2011, a Wembley, il Barcellona ha vinto la Champions League battendo il Manchester United. Non è stato un semplice successo sportivo, ma l'irrompere di un'altra dimensione calcistica. Mai come quella notte, il Barcellona ha dimostrato di essere “més que un club”. Ed è stato anche il punto culminante di una parabola dalle radici remote, quella del “calcio totale”: un universo vastissimo, che parte da Rinus Michels e Johan Cruijff e passa per pionieri e variantisti, ortodossi ed eretici, tutti accomunati dalla tensione utopica verso un calcio costruttivo e offensivo.
Per capire a fondo le caratteristiche di questa galassia, Modeo ci parla delle origini storiche e culturali del totaalvoetbal, ma spazia anche tra discipline in apparenza lontane da quelle sportive, dalla biologia evoluzionistica alla fisica, approdando ad analogie sorprendenti tra il calcio e il comportamento di batteri e anticorpi, o tra la meccanica quantistica e l'avveniristico Barcellona di Guardiola.
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Il Brasile d’Europa. Il calcio nella ex Jugoslavia tra utopia e fragilità – Paolo Carelli
C’è stato un tempo in cui anche l’Europa aveva il suo “Brasile”. Quella del calcio nella ex Jugoslavia è una vicenda che si è intrecciata con l’originalità politica, sociale e culturale di una nazione costruita sul delicato equilibrio di popoli eterogenei, attraversando il Novecento con i suoi traumi, utopie e contraddizioni.
Dai primi successi olimpici ai contrasti (anche sportivi) con l’Italia sulle questioni di Fiume e Trieste, dall’impresa della nazionale under 20 vittoriosa in Cile fino allo sgretolamento del Paese cominciato proprio su un campo di calcio; un’epopea fatta di successi e talenti, ma soprattutto di una costante ricerca della perfezione ed una fatale rivelazione di un senso profondo di instabilità e fragilità.
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Il Maledetto United – David Peace
Brian Clough è stato uno degli allenatori più importanti e vincenti nella storia del calcio, capace di conquistare trofei in patria e in Europa pur non allenando mai le squadre di vertice. Il suo unico fallimento arrivò proprio quando nel 1974 accetta di sostituire il leggendario Don Revie e allenare una delle più difficili squadre del campionato di calcio inglese: il Leeds United.
Giocatori altezzosi, competitivi, in cima alla classifica, ma aggressivi e scorretti. Disposti a tutto pur di vincere. Clough sa che non sarà semplice far funzionare le cose, eppure non rifiuta l'incarico: spinto da un orgoglio infinito accetta, nella convinzione di poter trasformare il Leeds in una squadra che vince senza imbrogliare. Inizia così la cronaca avvincente e disperata dei 44 giorni del più carismatico e controverso allenatore del Leeds United. Brian Clough è un uomo ambizioso, incontenibile e, nonostante gli enormi difetti, sostenuto da un fortissimo senso morale. La sua è una lotta quotidiana contro una squadra che odia (peraltro ricambiato), contro fantasmi che non smettono di perseguitarlo nelle notti insonni fra alcol e sigarette.
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Il manuale del calcio – Agostino Di Bartolomei
Agostino Di Bartolomei è stato il capitano, romano e romanista, della Roma Campione d’Italia nel 1984. Centrocampista o difensore dai piedi straordinariamente educati, viene ricordato non solo per le tragiche circostanze in cui è scomparso, ma anche per l’enorme spessore umano e calcistico.
“Si ammira sempre la semplicità con la quale un grande campione rende facili le cose anche più complicate. Ma cosa c'è dietro questa semplicità? Sinceramente doti naturali, ma anche tanto lavoro, studio e concentrazione per essere sempre al meglio”
[Agostino Di Bartolomei]
Il manuale del calcio è tratto da una serie di scritti che Di Bartolomei aveva inizialmente destinato al figlio Luca ma che adesso possono essere patrimonio di tutti: un vero manuale per i futuri calciatori, un inno al gioco realizzato da un grande, quanto semplice e modesto, campione. L'intento è di cercare di far conoscere ai ragazzi e a tutti gli appassionati di calcio quelle poche e utili nozioni che possono aiutare a trovare quella semplicità di gioco che è la chiave di questo sport meraviglioso.
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Il meraviglioso giuoco. Pionieri ed eroi del calcio italiano 1887-1926 – Enrico Brizzi
Quando Edoardo Bosio, giovane imprenditore torinese, tornò dagli studi in Inghilterra con un pallone da football sotto braccio, forse non poteva neanche lontanamente immaginare quanto quel “meraviglioso giuoco” che aveva appreso a Nottingham sarebbe diventato, per l’Italia, vera e propria religione.
Enrico Brizzi, già autore di alcuni romanzi a sfondo calcistico, si lancia con questo libro nel racconto dei primi anni del calcio in Italia. Ripercorrere l'infanzia del calcio comporta un viaggio emozionante ai confini del mito: dalle origini a Torino e Genova al primo campionato, dall’epopea della Pro Vercelli all’ascesa delle grandi squadre metropolitane e della Nazionale, che unirà un popolo giovane come poche altre cose sono riuscite a fare. I pionieri, le sfide, le squadre, i primi campionati, i colori e i colpi di scena del calcio italiano, dalle origini agli anni Venti. Una cronaca dettagliata, anno per anno, da leggere tutta di un fiato.
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Il minuto di silenzio. La storia del calcio attraverso i suoi eroi – Gigi Garanzini
Gigi Garanzini rende omaggio con brevi racconti alle vite di una miriade di personaggi. I protagonisti sono gli uomini che hanno scritto la storia del calcio, da Matthews a Di Stéfano, da Meroni a Scirea. E poi ancora Jascin, Mumo Orsi, Helenio Herrera, Gianni Brera e tanti altri.
L’autore condensa, in poche ma efficaci righe, la vita di uomini, eroi, che hanno scritto la storia del più bel gioco del mondo. Una raccolta di ritratti di calciatori, allenatori, dirigenti, arbitri ricordati nello spazio di non più di due pagine. Come se fossero appunto quei 60 secondi che a volte, prima di una partita, negli stadi vengono riservati a chi se n’è appena andato: “Una semplice passeggiata della memoria, coltivata negli anni e immaginata come un centinaio di garofani rossi”.
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Il mio anno preferito – Nick Hornby
Ognuno di noi ha il suo motivo per amare il calcio, e ognuno di noi potrebbe raccontare episodi, sfumature, emozioni diverse. Che si giochi in un tempio del football davanti a migliaia di spettatori o su uno spelacchiato campo di periferia, il calcio è passione, attaccamento, sofferenza, esaltazione. Ma sono solo alcune delle molteplici sfumature che la passione calcistica può assumere e, quando a metterle sulla pagina sono brillanti scrittori, il lettore riesce ad assaporare il gusto di ogni emozione che il calcio riserva.
Il Mio anno preferito è una raccolta di 13 racconti di ambito calcistico curata da Nick Hornby. Ciascuno dei 12 autori selezionati dallo scrittore inglese (il tredicesimo è Hornby stesso) viene chiamato a raccontare l'annata calcistica che gli ha regalato le maggiori emozioni. Una raccolta di storie in cui la passione per uno sport amatissimo si sposa con il talento della scrittura, riuscendo a restituire quel miracolo di ingenuità, irrazionalità e disperazione che è l'essenza del tifo calcistico.
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Il più bel gioco del mondo. Scritti di calcio (1949-1982) – Gianni Brera
Gianni Brera è stato un noto giornalista sportivo italiano. Ha scritto di calcio in centinaia di articoli notevoli dal punto di vista stilistico e con questi ha regalato alla lingua italiana espressioni entrate nell'uso comune (“melina”, “rifinitura”). Massimo Raffaeli ha riunito per la prima volta in un solo volume le pagine più belle del “Grangiuàn” nazionale.
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Il principe della zolla – Gianni Brera
Per molti Gianni Brera è stato il più grande giornalista, sportivo e non, della storia italiana. Certo è che contribuì come nessuno a raccontare lo sport e la sua epica, con l’arte di uno scrittore e attraverso quasi mezzo secolo di storia. Così Brera parlò di calcio, di Rivera e Riva, di Nereo Rocco, ma anche di ciclismo, di costume, di un Paese, l’Italia, che forse proprio grazie allo sport si scoprì tale.
“Il principe della zolla” custodisce le cento storie di uno scrittore che passava per giornalista sportivo. “Un grande fiume senza mai problemi di siccità”, secondo Gianni Mura, che qui ha raccolto i migliori articoli di Brera – battuti a caldo e dettati a braccio a indefessi dimafonisti – unendoli alle pagine più meditate dei suoi romanzi. Un'antologia che si trasforma in un unico grande racconto, curata con il rispetto di un allievo consapevole dell'inimitabilità del maestro; con l'affettuosa nostalgia di lunghe notti avvolte nel fumo di sigari e pipe, trascorse parlando di calciatori e poeti, vini e ciclisti, politici e discoboli.
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Il sogno di Futbolandia – Jorge Valdano
Calciatore, allenatore, dirigente, scrittore e giornalista, Valdano è uno dei protagonisti del mondo del pallone; negli ultimi anni si è affermato anche come osservatore del fenomeno-calcio, del quale ci ha mostrato aspetti inediti e dettagli spesso trascurati, rivelandosi tra l'altro scrittore capace di scegliere i tempi, le parole, i modi letterari. Ma soprattutto Valdano è un uomo che conosce la forza dei sogni, e il loro farsi realtà, il loro divenire ricordi.
“Il sogno di Futbolandia”, attraverso le sue prose giornalistiche, ci offre il ritratto di un calcio che non c'è più ma in cui continuiamo a sperare: quel gioco fatto di bellezza, generosità, sentimenti che ha la forza di un antidoto al calcio “geneticamente modificato” dei nostri giorni. Certi ricordi e aneddoti sono davvero delle perle. Il libro di Jorge Valdano è un must da avere nella propria libreria personale. Non solamente per la sua bellezza, ma anche perché è scritto da una persona che ha vissuto il mondo del calcio da dentro e da grande protagonista. Sempre ad altissimi livelli.
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La nostra bambina. 2006-2016, i primi 10 anni di una coppa del mondo con 23 papà – Fabio Cannavaro e Alessandro Alciato
Peruzzi che mangia una pizza in un sol boccone, Gattuso che per scaramanzia indossa la stessa tuta per un mese e prima di ogni partita della fase ad eliminazione diretta prepara la valigia per tornare a casa, Buffon che rompe una vetrata con un calcio dopo aver perso una partita di ping pong contro Barone. E su tutti il CT Marcello Lippi, che si tuffa nelle acque fangose del laghetto del ritiro di Duisburg e ne riemerge con un pesce sotto braccio.
Quel mese dell’estate 2006 che va dall’esordio contro il Ghana alla vittoria in finale contro la Francia ha cambiato non solo la storia sportiva del nostro Paese ma quella di ventitré ragazzi che hanno saputo costruire un gruppo solidissimo e unito ancora oggi come se il tempo non fosse mai passato. Sono solo alcuni dei racconti, che vi faranno ritornare in mente quel 2006 in cui gli azzurri si preparavano ad entrare nella storia. Dopo un decennio esatto, Fabio Cannavaro, capitano e trascinatore, riunisce i protagonisti dell’impresa per un racconto corale delle settimane trascorse insieme tra goliardia e voglia di vincere. E, con la collaborazione di Alessandro Alciato, dà vita a un ritratto a tutto tondo di quel gruppo di amici e campioni, ricco di retroscena, momenti unici e aneddoti inediti dell’ultimo trionfo azzurro.
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La piramide rovesciata – Jonathan Wilson
Chi pensa che la tattica non conti, nel calcio, cambierà radicalmente idea dopo aver letto questo straordinario libro, che ripercorre la storia del calcio attraverso la storia delle sue evoluzioni tattiche e strategiche. Perché sia che si tratti di una discussione da bar particolarmente animata o semplicemente lo spostare i contenitori del sale e del pepe sul tavolo di un autogrill, non vi è alcun dubbio che le tattiche calcistiche siano ormai diventate parte integrante della vita di tutti i giorni. Tuttavia, agli albori del football, quando questo sport veniva praticato esclusivamente a livello dilettantistico, era il caos a regnare, con i giocatori che continuavano a dribblare con la palla visto che, tra l'altro, il passaggio era ritenuto un'azione di gioco da “femminucce”.
Ne “La piramide rovesciata” Jonathan Wilson descrive come la tattica si è diffusa per tutto il mondo. Come i sudamericani si scrollarono di dosso l'ordine coloniale per aggiungere la propria fantasia al gioco del calcio. Come il testimone fu poi restituito all'Europa centrale e a quella orientale, dove la tecnica individuale venne imbrigliata in una struttura di squadra. Gradatamente, uno schieramento aggressivo che prevedeva cinque giocatori a comporre la linea offensiva venne totalmente rovesciato, fino al punto in cui un modulo che prevede un solo attaccante, o persino nessun centravanti di ruolo, è diventato al giorno d'oggi una circostanza tutt'altro che insolita.
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La razza in campo. Per una storia della rivoluzione nera nel calcio – Mauro Valeri
Da Pelè ad Adriano, da Seedorf ad Appiah, da Ronaldo ad Henry sono tutti calciatori che oltre a dover combattere per un posto in squadra si sono spesso trovati a combattere contro il fenomeno del razzismo. Il primo fu lo scozzese Andrew Watson, gigante colored che fece sorgere agli spettatori del football vittoriano il dubbio: può un nero giocare bene a calcio? La domanda è sciocca, eppure a lungo i calciatori di colore hanno dovuto lottare, per affermarsi, affrontando gli stessi ostacoli che ogni aspirante campione deve affrontare ma scontrandosi inoltre con il razzismo, un fenomeno ancora oggi duro a morire.
L'autore ripercorre le storie, sportive ed umane, di calciatori neri che sono riusciti ad affermarsi sui campi di calcio e a contribuire nel loro piccolo a scardinare il razzismo. Ci racconta come si può diventare grandi superando ogni ostacolo, compreso quello, odioso, della discriminazione razziale.
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La squadra spezzata. La Grande Ungheria di Puskás e la rivoluzione del 1956 – Luigi Bolognini
L’Ungheria dei primi anni '50 fu la squadra più forte della sua epoca e una delle più forti mai viste su un campo di calcio: su cinquanta partite, compresa una doppia sfida contro gli allora maestri dell’Inghilterra, l’Aranycsapat (La Squadra d’Oro) ne perse soltanto una. Purtroppo l’unica che non andava persa, la finale dei Mondiali del 1954 in Svizzera. Poi arrivò la rivoluzione, i carri armati sovietici, la disgregazione di una squadra straordinaria i cui membri fuggirono dal loro stesso Paese.
Luigi Bolognini racconta la storia di questa grande squadra attraverso gli occhi del piccolo Gábor, bambino innamorato di Puskás e compagni, in un grande romanzo storico. Riannoda i fili che legano le sorti della Grande Ungheria alle sanguinose giornate di Budapest. Gábor, che trepida davanti alla radio per “il sacco di Wembley” e poi scende in strada con il proprio popolo per la libertà. Sentendosi anche lui, per un momento, come Nemecsek della via Pál, “piccolo soldato avventuroso che sembrava aver rinnegato la causa e invece era stato il più fedele ” di tutti.
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La storia del calcio in 50 ritratti – Paolo Condò
“Ci sono tutti i migliori ma non sono i 50 migliori”. Paolo Condò presenta così il suo libro. Una selezione di uomini – giocatori, allenatori, arbitri – che hanno incarnato rivoluzioni, feroci cadute, testardaggine, passione. Uomini che in qualche modo hanno contribuito a scrivere o cambiare la storia del calcio
Ad ognuno di di loro Condò, pregiata penna dalla Gazzetta e oggi apprezzato opinionista di Sky, ha dedicato un breve profilo attingendo anche dalle proprie esperienze o dai ricordi personali. Ha scelto la sua personale formazione di 50 protagonisti: ritratti epici, commoventi, mitologici, accompagnati dalle illustrazioni di Massimiliano Aurelio. Per arrivare a cogliere l'essenza dell'uomo e dell'atleta e, allo stesso tempo, la fede per lo spettacolo.
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La tribù del calcio – Desmond Morris
Dall’autore della “Scimmia nuda”, l’atteso ritorno del libro sull’universo del calcio dentro e fuori del campo, in un reportage illustrato dedicato a chi gioca e a chi tifa, a chi allena e a chi sogna di diventare un campione. Ma soprattutto, dedicato a tutti gli altri, che credono che si possa vivere senza calcio. Un’analisi delle meccaniche sociali che riguardano il tifo e anche di quelle interne di ogni squadra. Per appassionati e non solo.
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Locos por el Fútbol. Cent’anni di calcio. Pelé, Messi, Maradona e altri sudamericani – Carlo Pizzigoni
Sedersi in un caffè di Buenos Aires, Montevideo, Rio de Janeiro, Bogotá, Lima, Caracas, e ammirare il mondo intorno, attraverso un pallone da fútbol. Una modalità di racconto che abbraccia sport, società, storia e umanità. “Locos por el fútbol” è un atto d'amore per il Sud America e per il calcio, che qui è arrivato dopo molti anni dalla sua invenzione ma che qui, forse, ha finito per essere amato più che in ogni altra parte del mondo.
Carlo Pizzigoni ci racconta, Paese per Paese, Divinità per Divinità, storie di campo, calciatori, campioni e di grandi allenatori, che qualche volta hanno anticipato idee poi affermatesi in Europa. Il calcio sudamericano attraverso i suoi miti è la storia del calcio mondiale. Dalla “Máquina” del River Plate, dall'Argentina di Bielsa, dal grande Brasile del '70 e di quello dell'82, fino alla celebrazione dell'unicità dell'Uruguay. Senza dimenticare di indagare le vite dei protagonisti, da Leo Messi a Neymar, Arturo Vidal, Luis Suàrez, Valderrama, Escobar, da Pelé a Maradona, fino a Pepe Schiaffino. Come scrive nella postfazione Daniele Adani “il calcio non potrà mai fare a meno di due cose: talento e passione.” In questo libro si respirano entrambi, si respira il Sud America.
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Nedo Ludi – Pippo Russo
È l'anno 1989. Il calcio italiano sta cambiando, e intorno a esso l'intera società italiana. Nedo Ludi è uno stopper dell'Empoli. Non è un campione, ma un onesto mestierante che con il duro lavoro e l’applicazione ha saputo costruirsi la reputazione di difensore affidabile, specialista nel marcare il centravanti avversario. Calciatore professionista, guadagna bene e mentre attraversa una fase cruciale della carriera, vede arrivare in squadra un allenatore che predica il calcio a zona di Arrigo Sacchi, cui si adeguano in massa tutti i tecnici.
Capisce immediatamente che per lui la carriera sta finendo e non ha modo d'impedirlo. L’individuo non conta più, non contano le specializzazioni: conta la squadra, un meccanismo dove ogni giocatore altro non è che un ingranaggio. Prova ad organizzare una ribellione, mentre l'Italia vive l'ultima, sconsiderata stagione di benessere.Un romanzo gradevole che ci parla del cambiamento avvenuto nell’industria calcio all’inizio degli anni '90. Qui in una versione che comprende il racconto originale “Il mio nome è Nedo Ludi” e anche il seguito, “Nedo Ludi. Il ritorno”. Racconta di come Nedo decida di rimettere piede nel calcio dopo una lunga pausa, nella seconda metà degli anni Zero. Subisce il richiamo delle questioni lasciate irrisolte prima di eclissarsi, e trova dentro e fuori dal campo un mondo completamente cambiato, al quale cerca di adattarsi ma senza lasciarsene omologare.
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Nulla al mondo di più bello. L'epopea del calcio italiano fra guerra e pace 1938-1950 – Enrico Brizzi
Parigi, 1938, Vittorio Pozzo, commissario tecnico della Nazionale, festeggia la Coppa del mondo vinta dall'Italia per la seconda volta consecutiva. “Nulla al mondo di più bello”, afferma commosso. È l'apice del calcio italiano con i suoi campioni e le loro storie fantastiche: Meazza, fuoriclasse nato poverissimo e diventato grazie al calcio l'uomo più popolare della sua Milano; Piola, sottratto in nome della ragion di Stato alla Pro Vercelli e consegnato alla Lazio; Amadei e gli altri alfieri giallorossi che riusciranno infine a portare lo scudetto sulle sponde del Tevere; e ancora, il bolognese Biavati, imprendibile inventore del doppio passo, e lo scatenato triestino Colaussi.
Mentre l'Italia tutta festeggia, ha inizio l'odiosa discriminazione razziale e i venti di guerra travolgono il pallone. L'Austria viene annessa alla Germania, in Francia i nazionalisti storcono il naso di fronte alla presenza dei primi giocatori arabi e neri fra i ranghi della Nazionale, in Russia le purghe decimano intere squadre, gli esuli baschi e catalani in fuga dalla Spagna di Franco si rifugiano a giocare in Messico. Quando la parola spetterà agli eserciti, i calciatori italiani saranno chiamati a mandare avanti sino all'ultimo momento possibile il torneo di Serie A. La ‘distrazione di massa' che più di ogni altra dovrebbe garantire una apparenza di normalità al Paese prossimo a trasformarsi in campo di battaglia. Con la pace, ecco Valentino Mazzola chiamare il Toro alla carica rimboccandosi le maniche della casacca; l'epopea granata restituirà orgoglio e fiducia a un'Italia battuta, umiliata e smaniosa di riscatto sotto le nuove insegne repubblicane. I campioni del pallone sono gli spiriti benevoli, gli uomini che hanno regalato emozioni ai padri dei nostri padri e, così facendo, hanno accompagnato e reso unica la storia del nostro Paese.
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Nuove storie mondiali: un secolo di calcio in 10 avventure – Federico Buffa e Carlo Pizzigoni
“Chi sa solo di calcio, non sa niente di calcio”. Federico Buffa e Carlo Pizzigoni hanno avuto ben presente la lezione di José Mourinho nello scrivere Storie Mondiali prima fortunata ed elogiata trasmissione su Sky e poi libro da leggere e conservare, l'edizione si arricchisce con tre capitoli totalmente inediti. La formula però è quella di sempre, perché il calcio non può essere ridotto a un pure interessante racconto di quello che è accaduto sul campo da gioco, ma deve incrociarsi con la storia, con la vita.
Per meglio comprendere il calcio, e vedere sotto una luce differente la storia, inserendoci una visione nuova, diversa: i Mondiali infatti, come dicono gli autori “hanno scandito i tempi della nostra vita”. Si comincia osservando le anime differenti del Brasile nel Mineiraço del 2014 e del Maracanaço del 1950, e si finisce con la più bella vittoria dell'Italia, quella del mundial spagnolo del 1982, con l'indimenticabile urlo di Tardelli e l'esultanza di Pertini nella tribuna d'onore. Tra le due, ritornano le veroniche di Cruijff e i colpi di testa di Zidane; il mitico rigore in movimento con cui Rivera, nel 1970, chiude 4 a 3 la partita con la Germania e i rigori sbagliati da Baresi e da Baggio contro il Brasile nel 1994; le notti magiche di Italia '90 e, naturalmente, la Mano de Dios di Maradona, che vendica l'orgoglio della sua Argentina ferito dagli inglesi nell'assurda guerra delle Malvinas. Azioni indimenticabili viste mille volte, ma mai vissute come in queste pagine appassionanti che, rievocando le musiche, le atmosfere, gli eventi politici e i fatti di cronaca legati ai mondiali, celebrano l'incanto del gioco più bello del mondo.
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Red or Dead – David Peace
Altro capolavoro di David Peace, che sembra avere un debole per gli allenatori. Dopo le storie e gli aneddoti su Brian Clough nel libro “Il maledetto United”, ecco un viaggio nella Liverpool di Bill Shankly, leggendario manager dei Reds a cavallo tra gli anni 60 e 70. L’uomo che trasformò il Liverpool in una squadra di vertice dopo anni di anonimato e che poi, forse sul più bello, rassegnò delle clamorose quanto inspiegabili dimissioni.
Altro capolavoro di David Peace, che sembra avere un debole per gli allenatori. Dopo le storie e gli aneddoti su Brian Clough nel libro “Il maledetto United”, ecco un viaggio nella Liverpool di Bill Shankly, leggendario manager dei Reds a cavallo tra gli anni 60 e 70. L’uomo che trasformò il Liverpool in una squadra di vertice dopo anni di anonimato e che poi, forse sul più bello, rassegnò delle clamorose quanto inspiegabili dimissioni.
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Splendori e miserie del gioco del calcio – Eduardo Galeano
Come la maggior parte dei sudamericani, anche Eduardo Galeano sognava, da bambino, di diventare un grande calciatore e la fama conquistata come scrittore non l'ha guarito dal rimpianto di essere stato “il peggior scarpone” mai comparso sui campetti del suo Paese. La passione, però, è rimasta intatta: non potendola esprimere con i piedi, si è rassegnato a farlo con la penna. Galeano racconta il calcio che ama e lo fa con poesia e deferenza, eterno innamorato del pallone e dei suoi eroi. Galeano ci regala alcune delle migliori citazioni sul mondo del calcio.
“Per quanto i potenti lo manipolino, il calcio continua a voler essere l’arte dell’imprevisto. Dove meno te l’aspetti salta fuori l’impossibile, il nano impartisce una lezione al gigante, un nero allampanato e sbilenco fa diventare scemo l’atleta scolpito in Grecia”.
[Eduardo Galeano]
Un viaggio nel “secolo del futebol”. Per Galeano, lo sport più amato al mondo non è altro che una chiave di lettura dei tempi e delle cose, tanto quanto la politica, la poesia, la vita stessa. I suoi simboli, i fuoriclasse, sono emblemi di un’epoca, di un momento, sono storie nella Storia. Questi racconti, ricordi e appunti, aggiornati fino agli ultimi anni, sono la celebrazione del mondo che gira intorno al pallone, dei suoi protagonisti di ieri e di oggi: i tifosi in eterno pellegrinaggio verso lo stadio; Pelé esultante per il suo millesimo gol al Maracaná; il portiere che, con un solo errore, perde il campionato; Maradona e la mano de Dios. Non nascondendo gli aspetti meno luminosi di uno sport che è anche un lucroso affare.
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Storia critica del calcio italiano – Gianni Brera
Nessun popolo ha mai avuto con il calcio il rapporto che si ha in Italia: intenso, legato a momenti personalissimi e a memorabili situazioni collettive.
In questo libro Gianni Brera presenta, con polemica intelligenza, tutto il calcio italiano parita per partita: dall'epopea della Pro Vercelli ai trionfi degli anni Trenta, dalla tragedia di Superga ai mondiali d'Argentina del '78. Racconta con efficacia e coinvolgimento una delle mille sfaccettature dell'evoluzione della società italiana, dimostrando che la divisione tra giornalisti sportivi e scrittori è solo nella testa di quelle persone che non sanno dare valore alla letteratura quando parla di sport. Il libro per eccellenza sul calcio italiano.
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I 10 calciatori più vincenti della storia del calcio
Storia del calcio – Paul Dietschy
Codificato dall'Inghilterra trionfante al tramonto del XIX secolo, il calcio è diventato lo sport più popolare al mondo. La storia del calcio è più o meno nota, ma quando si scende nei dettagli ci rendiamo conto che ancora molte cose sono sconosciute. Quando nacquero club, federazioni e trofei? Quale evoluzione, e in quali anni, ebbe il regolamento? Quando divenne popolare? E perché? Tante sono le domande che ci si fa, dalla dimensione del pallone, passando per i cartellini gialli e rossi, i corner e i punti di penalità. Le grandi evoluzioni tattiche e tecniche del gioco, dribbling e colpi di testa.
Paul Dietschy compie una ricerca a 360° sulla storia del gioco più amato del mondo, andando a rispondere a queste e molte altre domande in un’opera saggistica straordinariamente completa. Il calcio viene raccontato in ogni sua forma, da quello giocato in campo al suo impatto sociale per finire con gli inevitabili intrecci con la politica. C'è la storia dei grandi club – Ajax, Bayern, Liverpool, Saint-Etienne, Real, Barcellona, Juventus, Milan, Inter, Napoli, Roma, Torino – degli allenatori carismatici e dei giocatori d'eccezione, come Platini, Rivera, Maradona, Pelé, Garrincha, ma ci sono anche la strumentalizzazione del calcio da parte dei totalitarismi del Novecento e le relazioni pericolose con il denaro e i diritti televisivi. Il libro che ogni appassionato di storia deve possedere.
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Storia del calcio in Italia – Antonio Ghirelli
Specchio curioso ma rivelatore del nostro costume, il calcio continua ad alimentare tutta una colorita serie di “eroi”, di miti e di leggende. Eppure, nell'ultimo ventennio il conflitto tra le ragioni dello sport e quelle dell'affarismo è andato sempre più inasprendosi, e lo spettacolo sportivo si è affermato come imponente “business” per i suoi protagonisti e ispiratore di realtà artificiali per il pubblico.
Nel tracciare la storia dello sport più popolare, Antonio Ghirelli non ha dimenticato questi aspetti sociali che diventano la cornice di una narrazione piacevole e vivace, sempre puntuale e riccamente documentata. Molti sono infatti, in questo racconto, i risvolti umoristici, le rievocazioni di episodi e di campioni memorabili. Raccontando le origini e l’evoluzione di quello che da semplice gioco importato dai marinai inglesi si è presto trasformato in religione di massa. Il giornalista racconta la nascita del calcio nel Belpaese, i primi eroi, gli eventi scatenanti che fecero si che prendesse piede al punto che, dopo pochi anni, già era il più seguito, amato e discusso. Smessi prestissimo i panni di semplice gioco, il calcio divenne un affare, e questo è quello che il noto giornalista ci racconta in questo volume davvero imperdibile e dall’enorme importanza storica e culturale.
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Storia del gol. Epoche, uomini e numeri dello sport più bello del mondo – Mario Sconcerti
Il calcio come lo intendiamo oggi ha la sua origine verso la fine dell'Ottocento, quando lo scopo del gioco non è più semplicemente strappare il pallone agli avversari, ma indirizzarlo in una zona ben precisa e delimitata del campo, che assume la forma di una porta. È la nascita del gol, che di questo sport incarna l'essenza. Eppure, nonostante chiunque ne avverta quasi naturalmente il fascino e il valore incomparabile, il gol è sempre stato inteso solo come mezzo per il raggiungimento di un risultato finale, la vittoria.
Mario Sconcerti, una delle firme del nostro giornalismo sportivo, è il primo ad aver studiato il gol come gesto tecnico puro, come costruzione ed evoluzione del gioco, ripercorrendone la storia dai tempi pionieristici degli scudetti del Genoa e del Milan all'inizio del secolo scorso al calcio super professionistico e televisivo di oggi. Da quando, cent'anni fa, i campi erano senza erba, fangosi o duri come l'asfalto, e i palloni, tutt'altro che sferici, andavano dove volevano e diventavano pesantissimi con la pioggia, difficili da colpire di testa: fattore che, unito all'altezza media degli italiani, all'epoca di un metro e sessantacinque, produceva da noi un gol veloce, un po' avventuroso, costruito con la palla a terra. A quando, quarant'anni dopo, finita la seconda guerra mondiale, siamo stati invasi da giovani giganti svedesi e danesi (Nordahl, Praest, Liedholm, Jeppson, i fratelli Hansen) che chiedono, invece, la palla alta.
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La classifica dei venti giocatori più giovani ad aver segnato in Serie A
Storia della coppa del mondo di calcio 1930-2018 – Riccardo Brizzi e Nicola Sbetti
La Coppa del mondo non è soltanto una manifestazione sportiva, ma è anche un evento dalle importanti ripercussioni politiche. Celebri sono le strumentalizzazioni propagandistiche effettuate da dittatori come Mussolini e Videla delle vittorie mondiali della nazionale italiana negli anni Trenta e argentina nel 1978. Meno conosciuti sono altri episodi, come i festeggiamenti in Iran per la qualificazione ai Mondiali del 1998, che portarono migliaia di donne a scendere in piazza violando convenzioni e divieti, o l'appello effettuato da Didier Drogba a deporre le armi e organizzare libere elezioni in una Costa d'Avorio lacerata dalla guerra civile, in occasione della qualificazione della propria nazionale a Germania 2006.
Questo volume ripercorre la storia della Coppa del mondo di calcio, dalla prima edizione del 1930 in Uruguay sino a Russia 2018, mostrando come da semplice evento sportivo essa abbia acquisito un crescente protagonismo sul terreno mediatico, economico e, soprattutto politico, che l'ha trasformata in un vero e proprio mega-evento globale.
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Storia delle idee del calcio. Uomini, schemi e imprese di un'avventura infinita – Mario Sconcerti
La storia del calcio è sempre stata raccontata attraverso le cronache delle grandi partite. Siamo sempre stati molto documentati su quello che era accaduto, poco sul motivo per cui era accaduto. Sappiamo, per esempio, che il calcio italiano ha segnato un'epoca negli anni Trenta ma se ci chiediamo il perché, ancora oggi non riusciamo a spiegarlo. Ogni epoca, ogni fase del calcio, quasi ogni partita hanno risposte diverse perché il calcio è tutto fuorché un gioco esatto. Si muove sotto la spinta di sentimenti e soprattutto di idee.
Mario Sconcerti in questo libro ha pensato che un modo nuovo di raccontare il calcio fosse raccontare la storia di queste idee, capire come sono nati e che conseguenze hanno avuto sul campo quei piccoli colpi di genio che di volta in volta hanno cambiato il gioco e l'hanno avvicinato a una scienza. Dal sistema di Chapman alle grandi innovazioni di Viani, Rocco ed Herrera, dal calcio olandese contrapposto a quello all'italiana, all'arrivo della tecnologia con le sue macchine e le preparazioni personalizzate, fino alla rivoluzione di Sacchi e al calcio multietnico di oggi. Sconcerti guida il lettore attraverso un grande viaggio nelle idee di un secolo raccontando l'evoluzione del calcio e di come sia riuscito a diventare il gioco di tutto il mondo.
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Tutti i numeri del calcio: Perché tutto quello che sapevi sul calcio è sbagliato – David Sally & Chris Anderson
Si dice spesso che il calcio non è una formula matematica, che i numeri contano fino a un certo punto. Niente di più sbagliato, almeno per gli autori di questo “Tutti i numeri del calcio”. Il calcio è uno sport conservatore, ricco di dogmi e di frasi fatte, e geloso delle proprie credenze, tramandate da generazioni e ormai consolidatesi nel tempo. David Sally è un economista comportamentale, Chris Anderson un esperto di statistica: insieme provano a sfatare il mito che il calcio sfugga alle regole della matematica, e lo fanno con risultati sorprendenti. Un libro diverso e interessante, tutto da leggere.
I due autori hanno analizzato i dati di decine di migliaia di partite dei campionati europei. Scoprendo un sacco di cose interessanti. Due su tutte: mai esaltarsi per un calcio d’angolo conquistato, pensando che sia una potenziale occasione da gol. E poi la dimostrazione aritmetica del perché a vincere i campionati sono spesso le squadre che subiscono meno reti: un gol segnato porta mediamente un punto. Ma non prenderlo ne porta 2,5. Anderson e Sally nel presentare il risultato del loro lavoro mostrano di essere pienamente consapevoli della sua portata rivoluzionaria: “Nel calcio sta per scoppiare un temporale che laverà via le vecchie certezze e cambierà il gioco che conosciamo e amiamo”. E il bello è che il libro mantiene la promessa.
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Un secolo azzurro. Cent’anni di Italia raccontati dalla Nazionale di calcio – Alfio Caruso
Alfio Caruso descrive l'inestricabile intreccio che ha legato il pallone alla realtà politica, sociale, culturale del nostro Paese. Un'epopea che ha avuto il merito di tenere unita la Nazione persino nei suoi periodi più bui. Fra trionfi, sconfitte, sospetti, delusioni, la favola del calcio continua.
Edoardo Agnelli che nel 1925 spiega a Mussolini come l'apertura nel campionato di calcio ai figli degli espatriati in America possa costituire il primo passo della futura espansione politica: comincia l'epopea degli oriundi. La sicurezza di Pozzo nel guidare gli azzurri allo stesso modo in cui aveva guidato gli alpini nelle trincee della prima guerra mondiale. La seconda vittoria nel mondiale 1938 che apre la strada alle infami leggi razziali. Gli intrighi della P2 per assicurare alle tv di Berlusconi la trasmissione del Mundialito in Uruguay. L'ascesa politica del Cavaliere favorita dai trionfi del Milan. Sono soltanto alcuni episodi e retroscena che hanno accompagnato cent'anni di storia (dal 1910 al 2010) raccontati dall'osservatorio della squadra azzurra di calcio.
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Unidici Metri – Ben Lyttleton
Pensavate fosse possibile scrivere un libro intero sul calcio di rigore? Beh, a quanto pare Ben Lyttleton ci è riuscito. Nato molti anni dopo il calcio, grazie all’intuizione del portiere irlandese William McCrum, il calcio di rigore è uno degli elementi narrativi più poetici e unici del gioco più amato del mondo. Il penalty, in questo libro, non è inteso solamente come un tiro ravvicinato quanto una vera e propria sfida tra chi calcia e chi si appresta a parare. Il linguaggio del corpo, lo sguardo, la rincorsa: tutti questi elementi rendono il calcio di rigore unico, come unico ed originale è questo libro.
Non dovrebbe essere difficile. In fin dei conti si tratta soltanto di calciare un pallone in una porta alta 2,5 metri e larga 7,5 con una sola persona in grado di fermarti. Ma come ben si sa, niente nella storia del calcio ha prodotto tanta ansia, gioia e disperazione quanto i calci di rigore. Ben Lyttleton ci guida alla scoperta di questo gesto tecnico, spiegandoci che sul buono o cattivo esito di un calcio di rigore possono influire tantissime cose: la rincorsa, lo sguardo, le abitudini, il carattere. Lo fa con statistiche, interviste ai protagonisti, racconti dei calci dal dischetto che hanno fatto la storia stessa del calcio. Un intero universo si apre al lettore di queste pagine, che sembrano sottese alla domanda (calcistica) più vecchia del mondo: come si segna dagli undici metri? Un’opera innovativa, accattivante, unica.
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Vincere o morire. Gli assi del calcio in camicia nera (1926-1938) – Enrico Brizzi
A partire dal 1926, la storia del calcio italiano e quella del regime s'intrecciano in maniera indissolubile: il ras romagnolo Leandro Arpinati diventa il dominus di uno sport che esce dal suo periodo pionieristico e assurge a passione nazionale. Sono stagioni trionfali per il Torino del ‘Trio delle meraviglie‘ e per la Juventus del ‘Quinquennio d'oro', per l'Ambrosiana di Meazza e per il Bologna ‘che tremare il mondo fa‘; sono gli anni della Roma ‘testaccina' e della Lazio di Silvio Piola, protagoniste di derby infuocati e determinate a portare il primo scudetto nella capitale.
A marcare l'epica del calcio italiano arrivano, sollecitati con forza dalla dittatura, i grandi trionfi degli Azzurri: i titoli mondiali del 1934 e del 1938, e quello olimpico ottenuto nel 1936. Pozzo e Schiavio, Baloncieri e Ferraris IV, Cesarini e Borei diventano in queste pagine personaggi a tutto tondo, e intrecciano i loro destini con quelli di gerarchi, dame, attrici e intellettuali dell'epoca – da D'Annunzio a Malaparte, da Emilio Lussu a Carlo Rosselli. Un affresco che fa rivivere, tra fasti e contraddizioni, il fatale inclinarsi di una società conformista verso il disastro della seconda guerra mondiale.
Aggiungi alla tua libreria: Vincere o morire. Gli assi del calcio in camicia nera (1926-1938)
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