Il calcio femminile non ha mai avuto vita facile. A partire dagli albori a inizio 1900, fino ai giorni nostri, il calcio in rosa è sempre stato visto come inferiore rispetto alla controparte maschile. È infatti il calcio maschile a monopolizzare l’attenzione dei media, e di conseguenza quella del grande pubblico, mettendo in ombra qualsiasi risultato ottenuto dalle donne, che ricevono un po’ di popolarità proprio durante il periodo dei mondiali femminili (qui quando gioca l'Italia).
Questo nel corso degli anni non solo ha rafforzato l’idea che il calcio sia uno sport per uomini, ma ha anche portato alla creazione di stereotipi che non fanno altro che danneggiare l’immagine del calcio femminile.
Essendo io stessa un'amante del calcio, nonché, a discapito delle mie compagne di squadra, un’instancabile giocatrice nel tempo libero, negli anni ho sentito fin troppi stereotipi rivolti verso le calciatrici e verso il calcio femminile in generale. Per questo, quale occasione è meglio dell’inizio dei mondiali femminili per sfatarli? Ecco qui 7 stereotipi pronti a essere smentiti.
1. Il calcio femminile non è un vero sport
Contents
- 1. Il calcio femminile non è un vero sport
- 2. Il calcio non è un gioco da donne
- 3. Le donne non possono stoppare il pallone con il petto
- 4. Le calciatrici non possono essere femminili e/o sexy
- 5. Le calciatrici sono tutte lesbiche
- 6. Le calciatrici sono più fallose se hanno il ciclo
- 7. Le donne non sanno cosa è il fuorigioco
Questo grande stereotipo ne include molti altri, tra cui la convinzione che il calcio in rosa sia inferiore a quello maschile, un’affermazione che ignora tutte le differenze strutturali e di investimento che caratterizzano le due versioni di questo sport. Il calcio femminile è meno trasmesso dai media, e di conseguenza al pubblico non viene nemmeno data la possibilità di seguire le partite e appassionarsi.
Si nota inoltre un altro grande stereotipo, ovvero quello che le donne non sono abbastanza forti per giocare a calcio, quindi il calcio in rosa non può essere considerato un vero sport, ma al massimo un passatempo, giusto? Certo, nessuno è qui per negare che mediamente gli uomini sono fisicamente più forti delle donne, ma come tutti gli appassionati di calcio sapranno, in questo sport non conta solo la mera forza fisica, ma anche l’abilità, la coordinazione e la resistenza, tutte caratteristiche che vanno al di là della forza pura. Quindi perché il calcio femminile non dovrebbe essere uno ‘vero’ sport?
2. Il calcio non è un gioco da donne
Questa è una vera e propria croce che il calcio femminile è obbligato a portare sin dall’alba dei tempi. Il tutto risale al periodo fascista, quando l’idea che la donna doveva essere moglie e madre e non poteva avere tempo da dedicare al calcio, o allo sport più in generale, la faceva da padrone.
Sempre legata alla scarsa copertura mediatica c’è l’idea che il calcio femminile sia noioso. Tuttavia, basta fare il piccolo sforzo di guardare qualche partita per scoprire che anche nel calcio femminile esistono le rovesciate, le grandi giocate e le azioni spettacolari.
Continuando con la teoria che il calcio non sia uno sport da donne ci sono tutte quelle affermazioni che descrivono le calciatrici non come vere e proprie atlete, dedite allo sport quanto le controparti maschili, bensì solo come delle appassionate amatoriali impegnate in un passatempo qualsiasi. Certo, nel mio caso questo può essere vero, ma è anche vero che io non gioco in Serie A e di sicuro non mi trovo in Australia e Nuova Zelanda per giocare i mondiali femminili con Milena Bartolini (qui 5 cose che non sai sul ct delle Azzurre). Tutto questo per dire che per arrivare ai massimi livelli del calcio femminile, vista la mancanza di investimenti, ci vuole forse più dedizione rispetto ai calciatori maschi.
3. Le donne non possono stoppare il pallone con il petto
Come fa una calciatrice a stoppare il pallone con il petto? Sicuramente non è possibile, giusto? Ecco, in realtà è tutta una questione di tecnica e poco conta il fatto che il corpo femminile sia evidentemente diverso da quello maschile. Questo perché il metodo corretto sta nello stoppare la palla con la parte del petto situata sopra il seno, per cui il risultato non è diverso da quello ottenuto da un uomo, sempre che quest’ultimo sia in grado di stoppare il pallone.
In ogni caso, quando si calcola male la traiettoria della palla, posso personalmente assicurare che un po’ di dolore è inevitabile, peccato che non sia il caso di utilizzare il braccio per far da scudo come accade per i difensori uomini in barriera.
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4. Le calciatrici non possono essere femminili e/o sexy
Chi crede che questo stereotipo sia vero evidentemente non ha mai visto una partita di calcio femminile. Fortunatamente, i mondiali femminili iniziano giusto in tempo per rimediare.
Nell’immaginario comune, tutte le calciatrici hanno i capelli corti, sono dei maschiacci, e di smalto e rossetto nemmeno l’ombra. Tuttavia, una breve ricerca sui social vi farà cambiare idea all’istante. Qui alcune giocatrici dei mondiali da seguire assolutamente!
Precamp in Sweden ✅ World cup suit on and ready to head to New Zealand 🇳🇿 pic.twitter.com/rPjImhwVzC
— Kosovare Asllani (@KosovareAsllani) July 7, 2023
5. Le calciatrici sono tutte lesbiche
Strettamente legato allo stereotipo precedente c’è quello sull’orientamento sessuale delle calciatrici, che in quanto tutte maschiacci coi capelli corti devono obbligatoriamente essere anche tutte lesbiche. Qui bisognerebbe poi capire perché il calcio femminile, sempre secondo gli stereotipi, attira tutte le lesbiche del mondo, mentre nel calcio maschile non è nemmeno lontanamente concepita l’idea che possano esserci degli uomini gay.
Sebbene nessuno sia qui per negare che nel calcio femminile, così come in tutti gli altri contesti, ci siano persone appartenenti alla comunità LGBT, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Il calcio in rosa infatti pullula di giocatrici felicemente eterosessuali, spesso fidanzate o sposate con uomini.
🔜 🇮🇹-🇦🇷
🌏 Lun 24/7 #FIFAWWC #ITA#Nazionale #Azzurre #LeAzzurreSiamoNoi pic.twitter.com/85Rjdn0UxD
— Nazionale Femminile di Calcio (@AzzurreFIGC) July 19, 2023
6. Le calciatrici sono più fallose se hanno il ciclo
Secondo questo stereotipo, una partita di calcio femminile con 22 donne deve per forza essere più violenta di un incontro di lotta greco-romana. Naturalmente, non c’è nessuna correlazione tra il numero di falli commessi e il ciclo di una calciatrice, anche perché, se questo fosse vero, allora chissà che ciclo potente deve essere venuto a Cuadrado in occasione dei match con l’Inter, prima di unirsi ai nerazzurri. O chissà che sbalzo di umore deve aver avuto Suarez quando ha morso Chiellini sul collo.
7. Le donne non sanno cosa è il fuorigioco
Arriviamo a quello che forse è lo stereotipo per antonomasia: le donne non sanno cosa è il fuorigioco. Più precisamente, spiegare alle donne cosa sia il fuorigioco è come spiegare a un uomo la differenza tra mascara e rimmel (spoiler: uno è il prodotto, l’altro è il marchio).
Ancora una volta siamo davanti ad una generalizzazione, qualsiasi appassionata di calcio, giocatrice o meno, sa cosa è il fuorigioco. La differenza sta nell’interesse che una donna non appassionata può avere a capire il concetto, proprio come un uomo può non aver alcun interesse a capire come fare una riga dritta con l’eyeliner.
Quindi sì, tutte le giocatrici sanno cosa si intende per fuorigioco.