Seguici su

Approfondimenti

Plusvalenze, processo Juventus: cos’è il principio di afflittività e cosa comporta nella classifica di Serie A

Plusvalenze, processo Juventus: cos’è il principio di afflittività e cosa comporta nella classifica di Serie A
Iconsport / Fabrizio Corradetti

Negli ultimi mesi tiene banco nel panorama calcistico la questione processuale riguardante la Juventus. I tifosi bianconeri per seguire le vicende della propria squadra del cuore hanno dovuto informarsi dal punto di vista giuridico, ben oltre quello che concerne ad un semplice sostenitore di una squadra calcio. Vista l'imminenza della seconda sentenza della Corte d'Appello sul filone plusvalenze – che dovrebbe arrivare oggi – e il nuovo deferimento per gli altri filoni quali manovre stipendi e partnership, di seguito cerchiamo di fare chiarezza su una delle tante formule di cui si parla continuamente in questi giorni: il principio di afflittività.

Come è ormai ben noto sia per la questione plusvalenze, sia per gli altri filoni, la procura ha deferito la Juventus e i suoi dirigenti imputandogli la violazione dell'art. 4, ovvero quello sulla slealtà sportiva. Le sanzioni previste per tale violazione sono citate dai successivi articoli 8 e 9, entrambi al comma 1, lettere a), b), c) e g) e lettere a), b), c), d), f), g) e h). Si parte da una pena amministrativa quale l'ammonizione o la corresponsione di un'ammenda o di un'ammenda con annessa diffida. Mentre nel peggiore dei casi – come descritto nel punto g) – si arriva ad una sanzione sportiva che riguarderebbe la penalizzazione di punti in classifica, da scontare in questa o nella prossima stagione, a seconda del grado di “efficacia in termini di afflittività”.

Cos'è il principio di afflittività?

Cerchiamo di spiegare senza scendere nei dettagli tecnici cosa comporta questa ormai celebre afflittività citata nell'articolo 8 del Codice di GiustiziaSportiva. Per farlo partiremo da esempi concreti, così da rendere al meglio l'idea. Partiamo da ciò che è letteralmente scritto nel punto g) dell'articolo 8. “Penalizzazione di uno o più punti in classifica; se la penalizzazione sul punteggio è inefficace in termini di afflittività nella stagione sportiva in corso è fatta scontare, in tutto o in parte, nella stagione sportiva seguente”. 

Le prime parole ci spiegano quale sia la pena da infliggere a chi viola questo principio, la penalizzazione di punti in classifica appunto. Facciamo un passo indietro, per quantificare la sanzione in punti i giudici devono valutare le prove in possesso e decretare, motivando la decisione, la somma di punti da decurtare all'imputato. Una volta stabilita la giusta pena si può tornare a quanto scritto nell'articolo. Lo stesso ci dice che, qualora questa pena non vada ad intaccare il risultato sportivo raggiunto nella stagione attualmente in corso, la stessa va rimandata all'anno successivo. Veniamo all'esempio pratico. Se in una gara di Formula 1 il vincitore giunge al traguardo in prima posizione con 10 secondi di vantaggio sul secondo classificato, dovesse essere penalizzato di 5 secondi lo stesso non avrebbe problemi a conservare la prima posizione. Se nella stessa gara di Formula 1, valesse il principio di afflittività il vincitore non dovrebbe essere sanzionato di 11 secondi – quelli necessari a farlo diventare secondo – ma la sua pena sarebbe comunque di 5 secondi, da scontare nella gara successiva così da partire svantaggiato rispetto ai diretti concorrenti.

Va da sé che quello che sta succedendo alla Juventus crea un corto circuito nell'applicazione di questo principio. A chi osserva dall'esterno sembra che i punti di penalizzazione non siano decisi in maniera “giusta” e calcolati sulle violazioni, ma che siano comminati ad hoc per rendere la pena afflittiva. Lo dimostra la richiesta del procuratore Chiné che nel primo processo calcolò i 9 punti richiesti in base al fatto che la Juventus dovesse “finire dietro la Roma“.

Dopo la decisione del Collegio di Garanzia del Coni che ha rimandato la prima sentenza – 15 punti di penalizzazione – alla Corte Federale d'Appello, la Juventus attualmente è al secondo posto in classifica a quota 69 punti. Se dovessero essere confermate le indiscrezioni (clicca qui per saperne di più) la nuova richiesta del procuratore Chinè in termini di punti di penalizzazione sarebbe -11. Ancora una volta quelli sufficienti a far scivolare momentaneamente i bianconeri fuori dalla zona Champions. Abbiamo appena spiegato però che l'afflittività dovrebbe essere una conseguenza della giusta pena e non un modo per calcolarla. Per farla facile, se un imputato è indagato per spaccio di droghe leggere la sanzione deve essere compresa tra i 2 e i 6 anni di reclusione e non tra 2 anni e quanto è necessario affinché la pena sia afflittiva.

Nonostante questa penalizzazione, la Juventus sarebbe comunque a 6 punti dal Milan ma con una gara in meno dei rossoneri e lo scontro diretto ancora da giocare. Va da se che Danilo e compagni potrebbero ancora raggiungere il quarto nonostante i punti decurtati. Nel caso questa situazione divenisse reale, verrebbe ridiscussa la pena? Rimandata al prossimo anno?

In attesa che la giustizia sportiva emetta il suo verdetto e le relative motivazioni, la classifica di Serie A e i verdetti ancora in ballo (primo fra tutti la qualificazione alla Champions League) restano vincolati a una sanzione dettata da un principio, quello dell'afflittività, che tutto sembra fare fuorché fornire criteri univoci, equilibrati, inappellabili.


Gianni De Simon

30 anni, nato e (soprav)vissuto a Bari, ingegnere civile ma solo per sbaglio. Appassionato di qualsiasi sport o forma di competizione esistente, calcio e fantacalcio in primis. Se c'è una palla che rotola c'è sempre un bimbo che le corre dietro.

Probabili formazioni Serie A

Rubriche

Di più in Approfondimenti