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Premier League, Willian esclusivo sul suo futuro: “Tornare in Brasile? Mai più”

Premier League, Willian esclusivo sul suo futuro: “Tornare in Brasile? Mai più”
Iconsport / SPI

Nonostante la carta d'identità reciti 35 anni da compiere ad agosto, Willian Borges da Silva, in arte Willian, è ancora oggi grande protagonista nel campionato da molti definito come il più difficile al mondo. Stiamo parlando ovviamente della Premier League, ormai seconda casa del fantasista brasiliano che dal 2013 (salvo una piccola parentesi in Brasile) delizia con le sue giocate i campi più importanti del calcio inglese.

Dopo ben sette stagioni al Chelsea ed una all'Arsenal il classe 1988 sembrava essere destinato a seguire le orme di diversi grandi volti del calcio oltreoceano, che scelgono di chiudere la propria carriera nel proprio paese d'origine. Al termine del primo anno dopo il ritorno al Corinthians, club che lo aveva lanciato tra i professionisti, il brasiliano ha però deciso di riapprodare in Inghilterra, ancora una volta a Londra: oggi è infatti uno dei giocatori chiave del Fulham, che naviga nelle zone di mezzo della classifica in Premier League. In un'intervista esclusiva rilasciata al sito Premier League Brasil (qui tutte le sue dichiarazioni), Willian ha toccato diversi argomenti interessanti: di seguito alcuni estratti delle sue parole.

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In occasione del suo ritorno in Inghilterra Willian, così come il connazionale e compagno di club Andreas Pereira, ha lasciato il Brasile dopo un anno non all'altezza delle aspettative. Il fantasista ha commentato così la sua ultima esperienza in patria: “È un argomento delicato, perché quando si critica un giocatore nel calcio si dice che non è stato all'altezza. Un giocatore non è una macchina, avrà anche lui le sue giornate buone e meno buone. È solo che a volte i tifosi non accettano le giornate storte. Quello che vedo in Brasile è una pressione che a volte è disumana, che porta alla violenza, alle minacce alla famiglia, ai bambini… quando tocca queste cose, per me cambia. Devo preservare la mia famiglia, è il mio bene più prezioso“.

È anche per questo motivo, probabilmente, che Willian chiude le porte ad un ritorno in Brasile: “Non voglio tornare in Brasile, mai più. Alla fine si è verificata la possibilità di tornare perché sia io che il club lo volevamo, ma stavo già pensando di continuare fino alla fine in Europa. E ora ho intenzione di finire qui, che sia in Europa, negli Stati Uniti o da qualche altra parte. Se fosse in Inghilterra, sarebbe perfetto. Ho intenzione di giocare per altri quattro o cinque anni. Ma non si sa mai, perché il calcio cambia molto“. Sul prossimo futuro con il Fulham, poi: “Al momento bisogna aspettare la fine della stagione per sapere se rinnoverò. Mi piace molto stare qui. Continuare a vivere a Londra e giocare in Premier League, che credo sia il miglior campionato del mondo, sarebbe perfetto per me e la mia famiglia. In ogni caso sono disponibile al rinnovo. Vedremo, parleremo e vedremo quale sarà la soluzione migliore per me e anche per il club“.

Willian arrivò in Premier League nel 2013, dieci anni fa. Ecco cosa è cambiato nell'ultimo decennio secondo il brasiliano: “La Premier League è sempre stata difficile, un calcio veloce, con molti contatti, aggressivo ma leale. Non è violento. Ha forza e tecnica, e da quando sono arrivato è sempre stato così. Ma nel corso degli anni le squadre si evolvono, ingaggiano di più e diventano più forti. Questo rende tutte le partite difficili, anche quelle contro le squadre più deboli. Il livello è aumentato ed è diventato tutto più difficile. Differenze tra la Premier e il calcio brasiliano? Non c'è modo di paragonare il livello. Il campo, per esempio. Qui è un tappeto e tutti i campi sono uguali. In Brasile uno è sintetico, un altro è diverso, e i campi sono ancora poveri, non c'è uno standard. Il livello tecnico qui è ancora molto più alto. E in Inghilterra il calcio è aggressivo ma leale. In Brasile c'era molta slealtà da parte degli avversari. Per me questo fa la differenza”.

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L'ex Chelsea continua parlando del movimento brasiliano in Premier League, sempre più ricco anno dopo anno: “Credo che questo dimostri quanto i giocatori sognino di giocare in Premier League. Oggi è il miglior campionato del mondo e il 90% dei giocatori vuole giocare qui, non importa se il club è grande o piccolo. Vogliono provare questa sensazione, sentire l'atmosfera. E anche la nazionale brasiliana ne risente in meglio. Abbiamo tanti calciatori con un grande potenziale. Vinicius Junior e Rodrygo sono stelle del Real Madrid, così come Martinelli, che ho visto crescere all'Arsenal. È un futuro luminoso per i giocatori che stanno emergendo“.

Il brasiliano spiega i motivi che lo hanno portato a scegliere il Fulham, squadra protagonista di una stagione al di sopra delle aspettative sotto la guida di Marco Silva: “Non avevo una destinazione certa quando ho lasciato il Corinthians. Così ho rescisso il mio contratto con il club, sono venuto a Londra e ho deciso che avrei risolto il mio futuro qui. A quel punto il mio procuratore mi ha detto che Marco Silva voleva parlarmi. Lo abbiamo fatto per qualche giorno e il progetto mi è piaciuto, ma avevo paura a causa del club: il Fulham ha una storia recente di retrocessione, ho pensato se valesse la pena. Ma avevo anche molta fiducia in Marco Silva. Poi mi hanno offerto il contratto e ho deciso di giocare al Fulham per una stagione. Il nostro segreto? Credo che sia il lavoro quotidiano. Marco Silva sta facendo un ottimo lavoro dalla scorsa stagione ed è senza dubbio uno dei migliori allenatori della Premier League ad oggi. Per noi sono state fondamentali la costanza e l'evoluzione, perché qui tutti i giocatori pensano a migliorare, anche quelli più anziani come me. Nella vita si può sempre migliorare qualcosa. Ecco perché abbiamo avuto successo in questa stagione rispetto ad altre. È un club che sale e scende sempre, ma quest'anno è riuscito a resistere e a fare una buona stagione. Se vinciamo le ultime quattro partite, possiamo ancora lottare per un posto nelle competizioni europee. Ma in ogni caso è già una stagione positiva per il club“. Su Marco Silva, ancora: “Lui è il mio terzo allenatore portoghese, dopo Mourinho al Chelsea e Vitor Pereira al Corinthians. Hanno filosofie diverse, ma vedo un grande potenziale in Marco Silva, credo che in futuro allenerà una grande squadra. La squadra ha il suo volto. E sa anche gestire molto bene le cose fuori dal campo, il che è importante“.

Non manca, ovviamente, anche un commento sul momento della nazionale brasiliana, con cui Willian ha partecipato ai Mondiali del 2014 e del 2018: “Perdere è sempre difficile. Ancora di più in Brasile, vogliono sempre trovare qualcuno a cui dare la colpa e dire che il lavoro è stato sbagliato. Penso che sia una cosa del calcio, dettagli che finiscono per definire una situazione di gioco e il risultato. Il calcio è l'unico sport in cui si può controllare la prestazione ma non il risultato. Puoi rimanere sempre in testa, ma la squadra avversaria va all'attacco, segna un gol e finisce la partita per 1-0. Al Mondiale 2018 siamo usciti con il Belgio per un dettaglio. Spero che la Seleção continui a cercare e a lavorare affinché la squadra possa vincere questo Mondiale che tutti desideriamo. Tornare a giocare in nazionale? Non posso escluderlo. Quando gioco per la nazionale sono motivato a servirla come se fosse la prima volta. Ma sappiamo che il ciclo cambia sempre e la nazionale si sta rinnovando, con giocatori più giovani e con un grande potenziale. Dobbiamo sempre essere preparati perché non si sa mai: se si presentasse di nuovo un'opportunità, sarei molto orgoglioso. Ma non mi aspetto di essere convocato”.

La seconda parte dell'intervista a Willian, dalla quale usciranno ulteriori novità in merito al futuro del brasiliano, sarà disponibile da lunedì 8 maggio.


Mattia Gigliano

Sud pontiniano, 24 anni, malato di calcio, fantacalcio e pallacanestro. Amo scrivere, raccontare, informare.. e il rumore dei tasti premuti freneticamente che scheggia il flusso di parole nella mia testa.

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