L'ex attaccante del Milan George Weah ammette di avere sempre avuto un debole per i bianconeri e propone suo figlio Timothy proprio alla Juventus
L'ex Pallone d'Oro, oggi presidente della Liberia, George Weah ha rilasciato un'intervista esclusiva alla Gazzetta dello Sport. Diversi i temi trattati dall'ex attaccante liberiano, uno degli acquisti migliori della storia nel Milan di Silvio Berlusconi (l'elenco dei più importanti). Dal tifo da bambino alla sua carriera, passando per il futuro del figlio Timothy e per Lukaku.
Weah, le rivelazioni dell'ex attaccante liberiano
L'intervista dello storico attaccante è partita subito con il botto, con una rivelazione circa la squadra tifata da bambino: “Sono sempre stato juventino, mi sono innamorato della Juve con Platini e se mi chiedete con quale altra squadra avrei voluto giocare dico Juve. Ma il Monaco è la mia prima famiglia calcistica e il Milan la seconda“.
La speranza è che l'Italia incroci anche il futuro del figlio Timothy, calciatore a sua volta: “Spero tanto di vedere Timothy giocare in Italia prima o poi. Perché in Italia sono sempre piaciuto a tutti, i tifosi di tutti i club mi hanno rispettato. E questo mi è rimasto nel cuore“. Si continua con un piccolo momento di cordoglio anche per la scomparsa di Silvio Berlusconi: “Ha sempre creduto in me, diceva che sarei stato un grande presidente per il mio Paese. Sono molto rattristato dalla sua morte“.
A proposito di Milan, Weah ci ha tenuto a mandare un messaggio anche a Paolo Maldini, fresco di addio al club: “Paolo è un campione. L'ho sentito e glielo ho detto, ‘Paolo, non devi abbatterti, il lavoro è così, tutti i lavori hanno bisogno di risultati'. Il Milan si è fermato alla semifinale di Champions e ha dato motivo per mandarlo via. Ma il suo lavoro nel club è buono e non andrà distrutto. Ha visto quanto ha impiegato Guardiola a vincere la Champions League con il City? Eppure Guardiola è bravissimo. Ci vuole tempo, ma Paolo ha grandi capacità e avrà ancora successo anche come manager“.
Piccolo passaggio anche sulla finale di Champions League, che ha visto l'Inter uscire sconfitta contro il Manchester City: “Devo ammettere che l’Inter è stata sfortunata. Non ho capito perché un giocatore importante come Lukaku è rimasto in panchina“.
L'esperienza di Weah con il Milan
Il Milan, in termini di presenze, è stata la seconda avventura più importante nella carriera di George Weah. Arrivato in rossonero dal Paris Saint-Germain per 6,9 milioni nell'estate del 1995, rimase all'ombra della madonnina fino al gennaio del 2000. Nei quattro anni e mezzo passati a Milano sono 147 le presenze complessive accumulate, nelle quali ha trovato 58 gol totali. Dei 58, ben 46 sono arrivati in Serie A, poi cinque in Coppa Italia, quattro in Champions League e tre in Coppa UEFA.
La carriera di Timothy Weah
Ufficiosamente proposto ai club italiani, il figlio di George Weah – Timothy – gioca al momento in Francia, dove veste la maglia del Lille. Come per il padre, anche la sua carriera europea è partita dalla Ligue 1 francese dove – dopo aver fatto tutta la trafila con le giovanili – è approdato nella prima squadra del Paris Saint-Germain, dove ha giocato anche il padre. Dopo una breve parentesi al Celtic, nell'estate del 2019 è passato proprio al Lille per 10 milioni, dove ha appena chiuso la sua quarta stagione.
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— FIFA World Cup (@FIFAWorldCup) November 29, 2022
Al momento non sembrano esserci squadre di Serie A interessate a lui, ma di certo essere il figlio di George Weah ed avere un palmarès come il suo a 23 anni potrebbe aumentare la sua appetibilità sul calciomercato. Chissà magari che un giorno, seguendo le orme del padre, riesca a fare la storia con un club italiano.
