“Che fine ha fatto?”. Ce lo chiediamo di un amico che non si fa più sentire dopo che ha copiato i compiti di latino per tutto il liceo, del pantalone dell'abito della laurea che tua madre ha messo in un posto sicuro e che probabilmente verrà ritrovato dai tuoi nipoti, di quella ricevuta di pagamento della multa che è “sempre stata lì” ma ora che ci è arrivata la mora per non averla pagata sembra essere stata ingoiata dall'etere. Ce lo chiediamo anche per quei calciatori che sembrano destinati a prendere a pallate tutti per un'era calcistica ma che dopo pochi attimi di gloria si dissolvono come neve al sole.
Ben ritrovati amici nostalgici di questa rubrica quindicinale, una rassegna in cui andiamo a ripescare calciatori tra le più disparate personalità che hanno lasciato un segno – più o meno importante – nei nostri ricordi. Abbiamo percorso le carriere di Mastour, talento incredibile gettato al vento, passando per la storia di rivalsa di Macheda e arrivando alle invenzioni di Foquinha. Uno sguardo lo abbiamo dato anche al reality “Campioni il Sogno” e ai suoi protagonisti, abbiamo ricordato Maicosuel, rimpianto dell'Udinese così come abbiamo ripescato le gesta di Francesco Grandolfo vera e propria meteora con la maglia del Bari, prima di arrivare alle aspettative non rispettate di Elia ed Iturbe. Abbiamo rimpianto il talento di Alexandre Pato, viaggiato assieme al girovago Samuele Longo , scoperto qualcosa in più sul primo iracheno della storia della Serie A, Alì Adnan.
Altri appuntamenti sono stati con il mancino magico di Diamanti e con i guantoni di Simone Scuffet che avrebbe dovuto essere il portiere della Nazionale per diversi anni ma si è perso prima di arrivarci. L'ultima storia è stata tutta stravaganza e rock & roll, percorrendo la carriera di Pablo Daniel Osvaldo. Così come accaduto le ultime volte con El Kaddouri e Ricky Alvarez, oggi andiamo a ripescare un altro calciatore che non ha di certo lasciato un segno indelebile nel nostro calcio: Ezequiel Schelotto.
Quanti calciatori possono dire nella loro carriera di aver segnato in un derby importante come quello di Milano? Il protagonista della nostra storia, può affermarlo senza paura di essere smentito. Il 24 febbraio 2013, si gioca il derby della Madonnina a San Siro e il Milan è in vantaggio per 1-0 grazie alla rete di El Shaarawy. Nella ripresa l'Inter si getta in avanti per recuperare e al 70′ su un cross dalla sinistra di Nagatomo, un ragazzo italo-argentino incorna per il pareggio. È il momento più alto della carriera di Ezequiel Schelotto che soli 5 anni prima, militava in Lega Pro con la maglia del Cesena.
Riavvolgiamo un attimo il nastro e torniamo proprio all'estate di cinque anni prima al suo arrivo in Italia, quando per problemi burocratici viene tesserato solo ad aprile e gioca solo le ultime 6 partite della stagione. I bianconeri guadagnano comunque la promozione in Serie B ed è proprio durante l'annata seguente che Schelotto si inserisce a pieno nelle dinamiche italiane. La squadra allenata allora da Bisoli, compie un incredibile doppio salto di categoria, raggiungendo la Serie A, vincendo addirittura il campionato cadetto. Il gol della promozione lo segna proprio Ezequiel contro la Spal, entrando per sempre nel cuore dei tifosi e nella storia della società.
L'approdo in Serie A non è tra i più facili, a causa anche del rapporto non idilliaco con il nuovo allenatore, Ficcadenti, che intanto aveva preso il posto di Bisoli in estate. Questa situazione lo porta lontano dall'amata Cesena, che è ormai diventata la sua famiglia. Nel gennaio del 2011 viene ceduto in prestito al Catania dove segna il suo primo gol in Serie A e assieme alla cricca argentina formata da Papu Gomez, Barrientos, Bergessio e Maxi Lopez contribuisce a regalare ai siciliani la salvezza con ben quattro turni di anticipo. Proprio nel 2011 entra nel giro della Nazionale maggiore dopo aver militato anche nell'under 21 grazie alla naturalizzazione e al doppio passaporto. Dopo qualche chiamata senza mai effettuare minuti in campo, riesce a togliersi la soddisfazione di esordire in Azzurro giocando 5 minuti in un amichevole contro l'Inghilterra subito dopo l'Europeo del 2012. Europeo per il quale era stato inserito tra i 32 pre-convocati prima di essere tagliato a pochi giorni dalla rassegna continentale.
Dopo l'esperienza catanese, arriva la grande occasione all'Atalanta ma le cose non vanno per il verso giusto a causa di alcune incomprensioni con i tifosi. “Qualcuno ha messo in giro una “porcata” su di me per farmi del male e molti si sono dimenticati delle mie prestazioni. Nulla contro l’Atalanta, è una delle squadre più importanti del calcio italiano. Voglio bene a tutti. Sento spesso alcuni tifosi ed ex compagni. Uno però deve andare avanti”, racconta in un intervista.
Le occasioni in Italia però sembrano non essere finite, tant'è che alla porta dei bergamaschi bussa l‘Inter. Con i nerazzurri l'unica gioia è quel gol nel derby raccontato nelle righe precedenti, poi la separazione dopo soli 6 mesi. Schelotto racconterà di essere stato messo alla porta ma senza che nessuno avesse il coraggio di dargli spiegazioni. Alla fine sarà il calciatore a prendere la decisione di andar via così da non essere più di troppo per la società. Gli anni successivi inizia un girovagare tipico di chi non è soddisfatto della sua vita privata ancor prima di quella calcistica. Le emozioni e i sentimenti provati a Cesena sono un lontano ricordo e le esperienze vissute sia in Italia – Sassuolo, Parma e Chievo – che all'estero – Sporting Lisbona e Brighton – non aggiungono nulla al bagaglio né dell'uomo né del calciatore se non una pagina di Trip Advisor, per condividere con i tifosi la sua passione per il cibo durante l'esperienza in Emilia Romagna.
Nel 2021 ritorna, per scelta di vita nella sua Argentina dove lo tessera il Racing Club, ma si fa subito male al ginocchio ed è costretto a rimanere fermo per un anno intero. Poi si trasferisce prima al Aldosivi e poi al Deportivo Moron sempre a titolo gratuito. Il suo sogno – come ha spesso dichiarato – è quello di ritornare a vestire la maglia del Cesena – anche gratis – per riportare la piazza romagnola dove merita e magari ritrovare quelle emozioni e quell'affetto dei tifosi che gli è sempre rimasto nel cuore. Nonostante un addio alla Romagna non idilliaco a causa delle frizioni con l'allenatore, ha sempre preferito ricordare tutto ciò che di bello ha vissuto in bianconero, compreso il record di essere il primo italo-argentino della storia del Cesena e l'unico ad aver conquistato due promozioni consecutive fino alla Serie A.